“Ciao papà”.
“Ciao figliolo, com’è andata a scuola?”.
“Bene, ho sentito una barzelletta fantastica, vuoi ascoltarla?”.
“Certo, racconta”.
“Allora: in un’auto ci sono questo prete e questo ministro, come si chiama,
rabbino! E…”.
“Fermati subito! In questa casa non scherziamo con la religione”.
“Ma dai, papà, è davvero bella”.
“Non parlarmi così: si parte con le barzellette sulla religione e si finisce
con della robaccia ateistica come il numero di dicembre della National Lampoon.
Ci si prende gioco di santi, preghiere, soldi e tutto ciò che è sacro. Questo
numero è schifoso e ripugnante, ed è lì che ti porteranno le tue piccole
barzellette”.
“Ok, papà, scusa”.
“Va bene figliolo, sei perdonato. Ah, figliolo…”.
“Sì papà?”.
“Stasera dormirai con tua madre, tocca a me dormire con tua sorella”.
Negli anni
settanta negli Stati Uniti milioni di persone ascoltavano in radio storie come
questa, create da un gruppo di ventenni convinti che non ci fosse niente che
non potesse essere detto e che gli Stati Uniti avessero seriamente bisogno di
una sveglia. A dare inizio a tutto furono Doug Kenney e Henry Beard, ex
studenti di Harvard che avevano lavorato nell’Harvard Lampoon, una rivista
satirica fondata nel 1876. Nel 1969 acquisirono i diritti per pubblicarne una
versione nazionale, e nella primavera del 1970 uscì il primo numero della
National Lampoon.
La rivista
ebbe un successo strepitoso, raggiungendo una tiratura di un milione di copie
alla fine del 1974. L’anno prima, sul numero di gennaio, era uscita la copertina più famosa della storia
della rivista: un cane in primo piano con una pistola puntata alla testa e il
titolo: “Se non compri questa rivista, uccideremo questo cane”.
Era il
periodo in cui si consolidava la reazione conservatrice ai movimenti
progressisti degli anni sessanta. Una reazione che aveva portato Nixon alla
presidenza nel 1968, grazie principalmente ai voti della classe media borghese.
La National Lampoon prendeva di mira il senso comune e le ipocrisie di quella
società. Tra i maggiori successi delle rivista c’è la Parodia dell’annuario scolastico del 1964, che vendette più di due milioni di
copie e fu un lavoro colossale, in cui le storie degli studenti e del personale
scolastico si intrecciavano fino a costruire una sorta di romanzo. Anni dopo
l’annuario fu riadattato per un film, ambientato non al liceo ma all’università
– Animal house di John Landis con John Belushi – che
a sua volta ha creato un nuovo genere di commedia. Alla National Lampoon si
deve anche la nascita del Saturday night live,
uno degli spettacoli tv statunitensi più famosi nel mondo.
La rivista
rimase in edicola fino alla fine degli anni novanta, ma la spinta creativa
iniziale si era esaurita molto tempo prima. Nel 1975 Beard la vendette per
sette milioni di dollari. Quanto a Kenney, dopo il successo di Animal house si dedicò al cinema. Nel 1980, mentre
era in vacanza alle Hawaii, morì in circostanze poco chiare, cadendo da un
dirupo (“stava cercando un punto migliore da cui saltare ed è scivolato”, disse
scherzando un suo amico della National Lampoon). In ogni caso, la rivista ha
influenzato la cultura statunitense dei decenni a venire. Molta della satira
fatta ancora oggi, e non solo negli Stati Uniti, viene da lì. È vero
soprattutto per un format, quello dei finti articoli di giornale. Ne ho
raccolti un po’ dalla National Lampoon e da autori più recenti.
Molte
notizie inevitabilmente erano sul Vietnam. Eccone due dal numero di settembre del 1972.
Gli studi
completati di recente sulle fotografie aeree hanno portato la comunità
scientifica a speculare intensamente sulla possibilità che ci sia vita nella
regione settentrionale del Vietnam del Sud. Tra gli enormi crateri e in
porzioni delle vaste aree di pianura costiera, così vuote da dare l’impressione
che siano state ripulite da giganteschi bulldozer, i ricercatori hanno scoperto
piccole macchie scure. Secondo alcuni biologi ottimisti, potrebbero essere
cespugli che in qualche modo riescono a sopravvivere nel terreno ostile.
A differenza
della Luna, la regione vietnamita di Quảng Trị è provvista di falde acquifere e
di un’atmosfera, ed è stato a lungo teorizzato che potessero esserci delle
alghe di stagno nelle pozze d’acqua poco profonde che riempiono i crateri più
grandi. Ma la presunta scoperta di una forma più sofisticata di vegetazione
sarà sicuramente una fonte di controversie, come successo nel 1970, quando un
sismologo sprovveduto scambiò la detonazione di una serie di bombe a scoppio
ritardato per segni di attività geologica simili a quelli trovati dall’Apollo
14 sugli altopiani lunari. La risposta definitiva dovrà arrivare da altre
fotografie di qualità superiore, perché gli scienziati sono estremamente riluttanti
a esplorare l’area. Come ha detto uno di loro, “preferirei fare una passeggiata
nello spazio indossando un impermeabile”.
La scorsa
settimana il grande successo bellico Vietnam! è
arrivato al suo 3.457° giorno consecutivo, superando un successo britannico
degli anni cinquanta meno conosciuto, La controguerriglia malese,
e diventando il conflitto più longevo del secolo. Vietnam!, cominciato tra recensioni contrastanti ma
generalmente favorevoli più di dieci anni fa, ha generato una serie di
tentativi di imitazione, tra cui Cambogia!, la poco
pubblicizzata Laos! e Thailandia!, che è stata opzionata e dovrebbe iniziare
il casting la prossima primavera.
Nessuna di
queste guerre però sembra in grado di avvicinarsi al successo di pubblico
dell’originale, la cui magia ha portato quasi due milioni di americani a
recarsi nel vecchio teatro del Pacifico per prendervi parte. Vietnam!, che ha oscurato perfino
l’indimenticabile Corea del Sud!, è probabilmente
l’ultimo degli elaborati spettacoli americani di forza che alcuni fanno
risalire a Ricordiamo il Maine!, operetta
comica del 1898. “Il giorno delle grandi guerre con gli ottoni è finito”, si è
rammaricato un veterano. “Nessuno ha venti o trenta miliardi da investire in
una produzione che potrebbe chiudersi alle Nazioni Unite dopo nove mesi. E non
c’è talento. Molti di questi ragazzi arrivano e muoiono, non sono in grado di
fare altro. Il richiamo della luce alla fine del tunnel, l’odore del napalm, il
rombo delle granate, quel vecchio spirito del ’massacro deve continuare’, non
ce l’hanno nel sangue”. Si dice che Vietnam! chiuderà
ufficialmente alla fine dell’estate, ma secondo la Pentagon Productions
continuerà “ancora per molti anni” con un cast interamente vietnamita.
Si parlava
spesso di inquinamento da parte del governo e delle aziende. Dal numero
di maggio del 1971.
Da Provo,
nello Utah, sono arrivate notizie frammentate sulla morte di ottomila pecore,
il terzo gregge a morire misteriosamente nella regione dopo l’incidente con il
gas nervino avvenuto nella struttura dell’esercito di Dugway Proving Grounds,
nel 1969. Le indagini preliminari hanno individuato cinque possibili cause per
la morte degli ovini: l’erba impregnata di insetticida, le falde acquifere
contaminate dal mercurio, le radiazioni causate dai test nucleari sotterranei
effettuati a dicembre nel vicino Nevada, sacche persistenti di gas nervino, e
infine l’età avanzata degli animali. William Ruckelshaus, capo dell’Agenzia per
la protezione dell’ambiente, è andato nello Utah all’inizio della settimana e
ha rilasciato una dichiarazione sulla morte delle pecore: “Anche se è troppo
presto per attribuire la morte a una sola causa, è evidente che questi
quadrupedi erano in avanti con gli anni. Molti di loro usavano lenti correttive
per il pascolo ravvicinato e tutti mostravano il tipico pelo bianco degli
animali in età senile”.
La rivista
prendeva di mira continuamente Richard Nixon e la sua amministrazione, ancora
di più nei numeri del 1974, anno delle
dimissioni del presidente.
Fonti del
senato degli Stati Uniti riferiscono che prima della decisione della corte
suprema che gli imponeva di consegnare tutti i nastri con le registrazioni
della Casa Bianca, il presidente Nixon stava preparando un grande sforzo per
corteggiare i trenta senatori che avrebbero potuto impedire la sua condanna. In
sostanza, il piano consisteva nel dare a questo gruppo, formato da democratici
del sud e da repubblicani delle zone rurali, l’accesso alla tecnologia
nucleare. Per placare i timori che alcuni senatori, come Hruska del Nebraska o
Allen dell’Alabama, potessero diventare la settima potenza nucleare del mondo,
erano previste “ispezioni regolari e continue” dei reattori e dei laboratori
atomici nelle loro case, e ognuno dei parlamentari avrebbe dovuto rendere conto
di tutto l’uranio e il plutonio usato.
Abbiamo
anche appreso che nella settimana prima delle sue dimissioni, Nixon stava
formulando con i suoi collaboratori una strategia estrema per rimanere alla
Casa Bianca anche in caso di impeachment da
parte della camera e di condanna al senato. Tra le linee d’azione che venivano
prese in seria considerazione c’erano:
1.
Trasformare
Nixon in un pacco postale, facendogli indossare un abito marrone chiaro
appositamente confezionato con francobolli sulla tasca superiore sinistra e
l’indirizzo “Signora Richard M. Nixon, Casa Bianca, Washington, DC, 20001”
sulla manica sinistra. Per assicurarsi che il signor Nixon fosse considerato un
vero pacco postale, sarebbe stato portato alla sede centrale del servizio postale
degli Stati Uniti e poi riportato alla Casa Bianca sotto la custodia di un alto
funzionario del servizio postale. La signora Nixon avrebbe quindi “accettato la
consegna” del signor Nixon, ma non lo avrebbe aperto. Pertanto, chiunque avesse
tentato di portare via il signor Nixon dalla Casa Bianca si sarebbe reso
colpevole di un grave reato federale: l’interferenza con la posta degli Stati
Uniti.
2.
Organizzare
la donazione di Nixon agli Stati Uniti come parte della collezione permanente
di oggetti d’antiquariato e manufatti della Casa Bianca, con la condizione che
rimanesse nella collezione della Casa Bianca fino al 1977; poi, come nuovo
presidente, Nixon avrebbe accettato gentilmente il dono.
3.
Concedere a
Nixon, tramite un ordine esecutivo speciale, i diritti di proprietà sulle terre
federali che circondano la Casa Bianca. Al momento in cui si discuteva di
questa strategia, non si sapeva se Nixon sarebbe potuto rimanere nella Casa
Bianca o avrebbe dovuto costruire una propria residenza sul prato orientale, o se
fosse necessario che coltivasse parte dei terreni per mantenere i diritti di
proprietà. In alternativa, è stata presa in considerazione la possibilità di
trasformare l’intera area della Casa Bianca in una riserva indiana. Come molti
politici, il signor Nixon è stato nominato capo onorario da più di una decina
di tribù, e i suoi assistenti erano fiduciosi che almeno una di queste tribù
avrebbe accettato di designarlo unico occupante della riserva Nixsioux.
Tuttavia, si pensava che sarebbe stato necessario fare qualche gesto nei
confronti della cultura indiana, e si dice che l’idea sia stata rapidamente
accantonata quando la maggior parte dei componenti del governo si è opposta a
sedersi a gambe incrociate sul pavimento della sala del gabinetto per il raduno
indiano sulla sicurezza nazionale.
Poco dopo il
colpo di stato in Cile, dicembre 1973.
Le persone
preoccupate per il golpe violento contro Salvador Allende saranno rassicurate
dal fatto che i generali al potere si stanno dando da fare rapidamente per
ripristinare le tradizioni democratiche del Cile. La libertà di parola è stata
reintrodotta, compreso il diritto di parlare liberamente, anche di urlare,
gemere e supplicare agli interrogatori e di dire qualche breve parola prima
dell’esecuzione. È stata mantenuta la libertà di stampa (anche se per ora è
limitata all’industria del lavaggio a secco). L’ambizioso programma di riforma
agraria di Allende non è stato smantellato: i generali hanno garantito a tutti
i contadini che non vogliono continuare a lavorare per i ricchi proprietari
terrieri un appezzamento di terra di un metro e mezzo di larghezza, un metro e
mezzo di lunghezza e un metro e mezzo di profondità. Le libere elezioni saranno
ripristinate appena i partiti di opposizione, che ultimamente sono stati
colpiti da una tragica ondata di morti improvvise, saranno in grado di
riorganizzarsi.
E in un
ulteriore sforzo per tornare alla normalità, il capo della giunta, il generale
Pinochet Ugarte, ha organizzato una serie di emozionanti gare di atletica nello
stadio di Santiago, dove al suono della mitragliatrice da starter, rifugiati
politici di sinistra provenienti da decine di paesi latinoamericani cercano di
sfuggire ai proiettili. Il nuovo regime sta lavorando duramente per sostituire
l’approccio marxista-leninista al governo di Allende con un capitalismo
radicale incarnato nei famosi slogan: “Lavoratori del mondo, state zitti, non avete
nulla da perdere se non le vostre vite” e “i mezzi di produzione dovrebbero
essere di proprietà dei proprietari”. In genere si pensa che, con l’aiuto di
organizzazioni statunitensi come la Cia (Centro per l’amicizia internazionale),
il Cia (Comitato per l’indipendenza nelle Americhe) e la Cia (Consiglio per
l’assistenza interamericana), il Cile sarà in grado di recuperare in pochi anni
il posto che gli spetta nella vetrina della democrazia statunitense insieme a
Corea del Sud, Filippine e Vietnam del Sud.
Tra gli
eredi più recenti di questa tradizione satirica c’è The Onion, una rivista
fondata da due studenti dell’università del Wisconsin, Tim Keck e Christopher
Johnson, nel 1988. Rimasero al timone per circa un anno, poi vendettero la
rivista per 16mila dollari, senza immaginare il successo che sarebbe arrivato
negli anni successivi, soprattutto dopo lo sbarco su internet. L’articolo forse
più famoso mai pubblicato da The Onion è uno sulle stragi da arma da fuoco,
intitolato “Non c’era modo di evitarlo”, dice l’unica
nazione dove questo succede regolarmente: esce dopo ogni nuova
strage, con lo stesso testo, cambia solo il posto e il numero delle vittime.
Di seguito
due articoli che rendono bene lo stile satirico di The Onion.
Clinton manda le vocali in Bosnia (pubblicato nel 1995)
WASHINGTON
Ieri, davanti a una sessione congiunta d’emergenza del congresso, il presidente
Clinton ha annunciato un piano per il dispiegamento di più di 75mila vocali
nella regione della Bosnia, devastata dalla guerra. Il dispiegamento, il più
grande del suo genere nella storia americana, fornirà alla regione le lettere
A, E, I, O e U, di cui la regione ha bisogno, e si spera di rendere più
pronunciabili innumerevoli nomi bosniaci.
“Per sei
anni siamo rimasti a guardare mentre nomi come Ygrjvslhv, Tzlynhr e Glrm
venivano orribilmente massacrati da milioni di persone in tutto il mondo”, ha
dichiarato Clinton. “Oggi gli Stati Uniti devono finalmente prendere posizione
e dire ‘Basta’. È ora che il popolo bosniaco abbia finalmente qualche vocale
nelle sue parole incomprensibili. Gli Stati Uniti sono orgogliosi di guidare la
crociata in questa nobile impresa”.
Il
dispiegamento, soprannominato “Operazione Vowel Storm”, è previsto per l’inizio
della prossima settimana, e le città portuali di Sjlbvdnzv e Grzny dovrebbero
essere le prime destinatarie. Due aerei da trasporto C-130, ciascuno dei quali
trasporta oltre 500 scatole da 24 lettere “E”, voleranno dalla base aerea di
Andrews attraverso l’Atlantico e sganceranno le lettere sulle città.
I cittadini
di Grzny e Sjlbvdnzv attendono con ansia l’arrivo delle vocali. “Mio Dio, non
penso che potremo resistere un altro giorno”, ha detto Trszg Grzdnjkln, 44
anni. “Ho sei figli e nessuno di loro ha un nome comprensibile per me o per
chiunque altro. Signor Clinton, per favore, mandi alla mia povera e misera
famiglia solo una ’E’. Per favore”.
Grg Hmphrs,
67 anni, residente a Sjlbvdnzv, ha detto: “Con poche lettere potrei essere
George Humphries. Questo è il mio sogno”. Il lancio aereo rappresenta il più
grande invio di lettere a un paese straniero dal 1984. Durante l’estate di
quell’anno gli Stati Uniti spedirono 92mila consonanti in Etiopia, fornendo a
città come Ouaouoaua, Eaoiiuae e Aao scorte vitali di L, S e T.
La Cia si accorge di aver usato evidenziatori neri per
tutti questi anni (pubblicato nel 2005)
LANGLEY,
VIRGINIA Un rapporto pubblicato martedì dall’ufficio dell’Ispettore generale
della Cia ha rivelato che l’agenzia ha erroneamente oscurato centinaia di
migliaia di pagine di informazioni di intelligence con evidenziatori neri.
Secondo il
rapporto, alcune sezioni dei documenti – “quasi invariabilmente i passaggi più
cruciali” – sono macchiate da un inchiostro nero indelebile che rende le righe
impossibili da leggere, a causa di una politica di evidenziazione top-secret
iniziata fin dalla nascita dell’agenzia, nel 1947.
Il direttore
della Cia, Porter Goss, ha ordinato ulteriori indagini interne.
“Perché è
andata avanti così a lungo?”, ha chiesto Goss in una conferenza stampa
convocata poco dopo la pubblicazione del rapporto. “Sono frustrato come
chiunque altro. Non si riesce a leggere nulla di ciò che è stato evidenziato.
Se fossi stato lì a consigliare l’ex direttore della Cia, Allen Dulles, avrei
suggerito di usare il tradizionale colore giallo o rosa”.
Goss ha
aggiunto: “Probabilmente in questi documenti c’erano informazioni molto, molto
importanti”.
Alla domanda
di un giornalista se l’inchiostro nero avesse lo scopo di oscurare
intenzionalmente delle informazioni, Goss ha risposto: “Buon Dio, ma perché?”.
Goss ha
lamentato il fatto che l’opinione pubblica probabilmente non conoscerà mai i
particolari di eventi storici come la guerra fredda, il movimento per i diritti
civili o la crescita del traffico internazionale di droga. “Sono sicuro che la
Cia ha avuto un ruolo importante in tutte queste cose”, ha detto Goss. “Ma non
lo sapremo mai con certezza”.
Oltre a
oscurare la documentazione storica, l’uso degli evidenziatori neri, noti anche
come “pennarelli indelebili”, potrebbe aver ostacolato o addirittura impedito
la riuscita di operazioni importanti. Lo studioso della Cia Matthew Franks è
stato costretto ad abbandonare il lavoro su un libro sull’invasione della Baia
dei Porci dopo che i documenti declassificati si sono rivelati quasi
impossibili da leggere.
“Con tutte
le evidenziazioni contenute nei documenti, non c’è da stupirsi che l’invasione
sia fallita”, ha detto Franks. “Non capisco come ci si aspettasse che gli
agenti sul campo potessero capire gli ordini dei superiori”.
Il rapporto
dell’ispettore generale ha citato in particolare i danni causati
dall’evidenziazione nera ai documenti riguardanti l’assassinio di John F.
Kennedy: migliaia di pagine “sono completamente evidenziate, dal margine
superiore a quello inferiore”.
“Non è
chiaro esattamente perché i burocrati della Cia abbiano scelto di evidenziare
interi documenti”, si legge nel rapporto. “Forse i documenti erano estremamente
importanti in ogni dettaglio, oppure gli agenti, non diversamente dalle
matricole del college, erano sopraffatti dal materiale da leggere e si sono
lasciati trasportare”.
Non è chiaro
nemmeno il motivo per cui siano stati scelti gli evidenziatori neri. Alcuni
danno la colpa alla cultura chiusa ed elitaria della Cia. Un ex ufficiale
dell’agenzia, parlando a condizione di restare anonimo, ha detto che
evidenziare i documenti con penne nere era una pratica comune e universale.
“Sembrava
controintuitivo, ma i superiori non sapevano cosa stessero facendo”, ha detto
l’ex agente. “Una volta mi è stato ordinato di inserire dei fogli in una
fotocopiatrice per fare il backup di alcuni documenti top-secret molto
importanti, ma si è scoperto che si trattava di una specie di dispositivo che
riduceva la carta a brandelli”.
Si ispira
all’umorismo della National Lampoon anche Andy Borowitz, che da anni scrive una
rubrica molto popolare per il New Yorker. Borowitz ha diretto l’Harvard Lampoon negli anni ottanta, ha ideato e coprodotto, tra
le altre cose, Willy, il principe di Bel-Air. I
suoi articoli si fondano sul contrasto tra il contenuto surreale e il tono
piatto, simile a quello di un’agenzia, che rende il testo abbastanza credibile.
L’Iraq si offre di aiutare a instaurare la democrazia
in North Carolina (pubblicato il 4 dicembre 2018, dopo la scoperta di irregolarità nelle elezioni per
un seggio in North Carolina).
BAGHDAD Il
governo iracheno ha annunciato martedì che cercherà di costruire una coalizione
internazionale per instaurare la democrazia nello stato della North Carolina.
Parlando ai
giornalisti a Baghdad, il presidente iracheno, Barham Salih, ha dichiarato che
l’Iraq ha contattato le potenze regionali, tra cui Canada e Messico, per
lanciare un’invasione militare del nono distretto congressuale della North
Carolina per “proteggere il diritto all’autodeterminazione dei cittadini dello
stato”.
Mentre molti
nella comunità internazionale hanno lodato il desiderio di Salih di portare la
democrazia in North Carolina, alcuni critici hanno avvertito che lo sforzo
potrebbe finire per destabilizzare altri stati americani.
“Se la North
Carolina ottiene la democrazia, è solo questione di tempo prima che anche i
cittadini del Wisconsin, della Georgia e di altri stati falliti la richiedano”,
ha dichiarato Muqtada al Sadr, politico e leader religioso iracheno. “L’Iraq
potrebbe ritrovarsi in un pantano senza una strategia di uscita”.
Accantonando
queste preoccupazioni, il presidente Salih ha affermato che la sua coalizione
internazionale potrebbe inviare truppe già la prossima settimana. “Saremo
accolti come liberatori”, ha previsto.
Leggendo gli
articoli uno dopo l’altro si capisce come sia cambiata la satira – le storie
della National Lampoon sembrano più concrete, più politiche – ma il cambiamento
più importante sta nel modo in cui questi contenuti si diffondono e sono
percepiti dal pubblico. Una grande differenza naturalmente l’ha fatta internet.
Non solo perché ha dato potenzialmente a chiunque la possibilità di pubblicare
contenuti satirici. Ma anche e soprattutto per come ha reso più difficile
distinguere tra storie satiriche e quelle semplicemente false che vengono
scritte e diffuse per motivi politici.
Oggi la
maggior parte delle persone arriva agli articoli dai social network, spesso
senza conoscere la fonte dell’articolo. Inoltre sono sempre di più le pagine
web costruite per sembrare veri siti d’informazione. Capita spesso che chi
scrive e diffonde notizie false si difenda sostenendo di aver voluto fare
satira. Non aiuta nemmeno il fatto che di recente l’attualità, soprattutto
quella politica, sia diventata particolarmente surreale. Si è visto durante la
presidenza di Donald Trump: qualsiasi notizia su di lui poteva essere
potenzialmente vera, e quindi tutte potevano essere false.
Dopo che si
è aperto il dibattito su come arginare le fake news, alcuni giornalisti e siti
satirici hanno deciso di esplicitare l’intento umoristico degli articoli. Una scelta
strana, se si pensa che la riuscita di un pezzo di satira dipende in buona
parte dalla capacità di sorprendere. Il New Yorker ha cambiato la descrizione
della rubrica di Andy Borowitz: da The Borowitz Report a Satire from The
Borowitz Report, con l’aggiunta della frase “not the news”. The Onion non ha
fatto lo stesso, ed è stato criticato dopo che alcune delle sue storie si sono
diffuse in modo incontrollato online. Qualche anno fa è stato creato un
sito, realorsatire.com, in cui gli utenti possono incollare un link e capire se si tratta di un
articolo vero o satirico. Immagino che quelli della National Lampoon non
avrebbero approvato.
***
Da leggere Qui ci
sono i numeri della National Lampoon dal 1970 al 1976.
Oltre ad Animal house, un altro grande successo cinematografico di quel gruppo
è National Lampoon’s Vacation, che racconta il viaggio
tragicomico in macchina di una famiglia da Chicago alla California. È tratto
da un articolo meraviglioso di John Hughes uscito sulla rivista, si può
leggerlo per intero qui. Andy Borowitz ha pubblicato un libro molto
bello, The 50 funniest American writers, in cui raccoglie i contenuti dei
suoi umoristi preferiti. Si può comprare su Kindle (in inglese).
Da vedere Due cose molto belle sulla storia della National
Lampoon: il film A futile and stupid gesture, uscito
nel 2018 su Netflix, e il
documentario Se non vieni a vedere questo film ammazziamo
il cane, su Prime Video.
Da ascoltare Un podcast di
This American Life racconta la redazione di The Onion.
Questo titolo è tratto dalla newslettersettimanale Americana, che
racconta cosa succede negli Stati Uniti. Ci si iscrive qui.
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