Mentre tutte le principali testate giornalistiche europee sono in caduta
libera di lettori;
mentre Tucker Carlson, dopo aver svolto l'intervista più virale della
storia a Vladimir Putin, viene indiziato di "spionaggio" in Europa;
il Parlamento Europeo produce un documento come il seguente, che riproduco
integralmente qui sotto, dove si chiede la condanna di un'eurodeputata lettone.
Al di là del caso particolare, la batteria argomentativa di questo atto,
con valore legale, è agghiacciante. Rubando le parole dell'amico Pino Cabras,
stiamo assistendo ad un ritorno del maccartismo in grande stile.
Mettiamoci in testa che la cornice di libertà di pensiero e parola in cui
siamo cresciuti è morta e sepolta. Lo avevamo già capito durante la pandemia,
ma ora stiamo assistendo ai primi atti giuridicamente vincolanti.
Da qui, a cascata, questi principi entreranno sistematicamente nelle nostre
scuole e università, nei nostri media, nella nostra quotidianità.
C'è chi dirà: "E dov'è la differenza con quello che già accade?"
La differenza sta nel fatto che finora le eccezioni marginali venivano
tollerate, mentre questo impianto culturale predispone la trasformazione in
reato di ogni parola critica verso i capisaldi neoliberali UE-NATO.
Come l'asino che dà del cornuto al bue, questo documento è mirabile per la
sua capacità di affermare una sequela incredibile di falsità o di schiette
inversioni dei ruoli e poi di accusare la controparte di
"disinformazione".
Documento molto lungo, molto angosciante, ma da leggere.
Parlamento europeo 2019-2024
TESTI APPROVATI P9_TA(2024)0079
Russiagate: le accuse di interferenza russa nei processi democratici
dell'Unione europea
Risoluzione del Parlamento europeo dell'8 febbraio 2024 sul Russiagate: le
accuse di ingerenza russa nei processi democratici dell'Unione europea
(2024/2548(RSP))
Il Parlamento europeo,
– vista la sua decisione del 13 settembre 2023 sulle modifiche al regolamento
del Parlamento al fine di rafforzare l'integrità, l'indipendenza e la
responsabilità,
– vista la sua risoluzione del 13 luglio 2023 sulle raccomandazioni per una
riforma delle norme del Parlamento europeo in materia di trasparenza,
integrità, responsabilità e lotta alla corruzione,
– vista la sua risoluzione del 1º giugno 2023 sulle ingerenze straniere in
tutti i processi democratici nell'Unione europea, inclusa la disinformazione,
– vista la sua risoluzione del 9 marzo 2022 sulle ingerenze straniere in
tutti i processi democratici nell'Unione europea, inclusa la disinformazione,
– viste le sue precedenti risoluzioni sulle relazioni UE-Russia, in
particolare quella del 23 novembre 2022 sul riconoscimento della Federazione
russa come Stato sostenitore del terrorismo,
– vista la sua risoluzione del 19 settembre 2019 sull'importanza della
memoria europea per il futuro dell'Europa,
– vista la sua risoluzione del 17 gennaio 2024 sulla coscienza storica
europea,
– vista la sua risoluzione del 1° marzo 2022 sull'aggressione russa contro
l'Ucraina,
– vista la relazione del Servizio europeo per l'azione esterna del 23
gennaio 2024 dal titolo "Seconda relazione del SEAE sulla manipolazione
delle informazioni e le minacce di ingerenza estere – Un quadro per la difesa
in rete",
– vista la comunicazione della Commissione del 12 dicembre 2023 dal titolo
"Difesa della democrazia" (COM(2023)0630),
– vista la proposta presentata dalla Commissione di direttiva del
Parlamento europeo e del Consiglio, del 12 dicembre 2023, che stabilisce
requisiti armonizzati nel mercato interno sulla trasparenza della
rappresentanza d'interessi esercitata per conto di paesi terzi e che modifica
la direttiva (UE) 2019/1937 (COM(2023)0637),
– vista la comunicazione della Commissione del 3 dicembre 2020 sul piano
d'azione per la democrazia europea (COM(2020)0790),
– visto il principio giuridico della presunzione di innocenza,
– visti il suo regolamento e il codice di condotta dei deputati al
Parlamento europeo,
– vista la sua risoluzione del 16 settembre 2021 sul tema "Rafforzare
la trasparenza e l'integrità nelle istituzioni dell'UE creando un organismo
europeo indipendente responsabile delle questioni di etica",
– visto l'articolo 132, paragrafi 2 e 4, del suo regolamento,
A. considerando che le ingerenze straniere, la manipolazione delle
informazioni e la disinformazione costituiscono una grave violazione dei valori
e principi universali su cui si fonda l'Unione, quali la dignità umana, la
libertà, l'uguaglianza, la solidarietà, il rispetto dei diritti umani e delle
libertà fondamentali, la democrazia e lo Stato di diritto;
che la fiducia nell'integrità del Parlamento e nello Stato di diritto è
fondamentale per il funzionamento della democrazia europea;
B. considerando che vi sono prove di ingerenza e manipolazioni da parte
della Russia in molte democrazie, nonché del suo sostegno pratico a forze
estremiste ed entità radicali per promuovere la destabilizzazione dell'Unione;
C. considerando che la commissione speciale del Parlamento sulle ingerenze
straniere in tutti i processi democratici nell'Unione europea, inclusa la
disinformazione, ha evidenziato in dettaglio gli sforzi e le operazioni guidati
dalla Russia per infiltrare le democrazie europee e le istituzioni dell'UE ed
esercitare su di esse la propria influenza e ingerenza; che la risposta del
Parlamento europeo alle ingerenze straniere è diventata più attenta; che,
tuttavia, devono essere ancora adottate misure più rigorose e riforme interne
per garantire una protezione efficace contro indebite ingerenze esterne;
D. considerando che la Russia sta utilizzando un'ampia gamma di tattiche di
guerra ibrida per conseguire i suoi obiettivi, nell'ambito di una strategia più
ampia volta a danneggiare il corretto funzionamento dei processi democratici
europei; che il ricorso alle ingerenze straniere e alla manipolazione delle
informazioni, come mezzo per dividere le società democratiche, è stato il
precursore della guerra di aggressione non provocata della Russia nei confronti
dell'Ucraina, e da allora è aumentato; che la diffusione della disinformazione
da parte della Russia attraverso gli organi di informazione tradizionali e le
piattaforme dei social media, l'"elite capture", la pirateria
informatica contro i candidati alle elezioni e gli attacchi informatici sono
aumentati a un livello senza precedenti;
E. considerando che la falsificazione sistematica della storia fa parte
della guerra dell'informazione russa da decenni;
F. considerando che il Cremlino gestisce un'ampia rete di agenti di
influenza in tutta l'UE, che hanno condizionato i processi elettorali e le
politiche su questioni strategiche fondamentali quali le infrastrutture
energetiche; che tali agenti di influenza prendono attivamente di mira tutti i
settori della vita pubblica, in particolare la cultura, la memoria storica, i
media e le comunità religiose, nonché i politici e le loro famiglie; che decine
di indagini hanno dimostrato legami tra importanti attori politici e pubblici
europei, attivi o in pensione, e il Cremlino;
G. considerando che continuano a essere rivelati i finanziamenti
provenienti da paesi terzi per attività politiche e a favore di politici
all'interno dell'Unione europea prima e dopo il 24 febbraio 2022, in
particolare dalla Russia; che tali finanziamenti rappresentano un rischio per
l'integrità dei processi democratici negli Stati membri dell'UE e necessitano
di indagini approfondite per chiamare i complici a rispondere delle loro
azioni; che il Cremlino ha patrocinato e sostenuto una serie di partiti e
politici di estrema destra e di estrema sinistra in Europa e, tra l'altro, ha
permesso al partito di Marine Le Pen di ottenere un prestito di 9,4 milioni di
EUR nel 2013; che da allora Le Pen e i membri del suo partito hanno espresso in
numerose occasioni la loro posizione a favore del Cremlino;
H. considerando che la Russia ha stabilito contatti con partiti,
personalità e movimenti per poter contare su attori all'interno delle
istituzioni dell'Unione in modo da legittimare le proprie posizioni, sostenere
i movimenti indipendentisti e i propri governi per procura ed esercitare
pressioni affinché vengano alleviate le sanzioni e attenuate le conseguenze
dell'isolamento internazionale; che i deputati al Parlamento europeo di alcuni
gruppi politici, nonché alcuni deputati non iscritti, hanno diffuso in
Parlamento una propaganda spudorata a favore del Cremlino;
I. considerando che vi sono anche esponenti politici
"Russlandversteher" (che comprendono le motivazioni della Russia)
all'interno di partiti politici tradizionali; che diverse personalità pubbliche
degli Stati membri dell'UE, compresi ex capi di governo e membri di gabinetto,
tra i quali spicca Gerhard Schröder, hanno ricoperto posizioni ben retribuite in
società energetiche controllate dal Cremlino; che, anche dopo l'aggressione su
vasta scala contro l'Ucraina, alcune di queste persone hanno deciso di non
dimettersi e hanno continuato a ricevere dal Cremlino denaro macchiato di
sangue, con la complicità silenziosa dei loro partiti politici; che queste
persone continuano a utilizzare la loro influenza filorussa sulla loro scena
politica sia nazionale che europea;
J. considerando che relazioni di organi di informazione indipendenti del 29
gennaio 2024 hanno presentato prove concrete attestanti che l'on. Tatjana
Ždanoka potrebbe aver agito come informatrice per la quinta sezione del
Servizio federale di sicurezza della Federazione russa almeno dal 2004 al 2017;
K. considerando che le sue azioni sono state descritte come comprendenti
azioni di sensibilizzazione politica per conto della Federazione russa,
attraverso l'organizzazione di eventi e la trasmissione di informazioni sul
funzionamento interno del Parlamento; che l'inchiesta giornalistica suggerisce
che la deputata in questione abbia chiesto almeno una volta ai suoi referenti
un pagamento per coprire le spese sostenute in relazione ai servizi resi;
L. considerando che tali accuse si basano, tra l'altro, su quanto è
descritto come scambi di posta elettronica trapelati tra la deputata in
questione e due funzionari della quinta sezione del Servizio federale di
sicurezza russo a partire dal 3 ottobre 2005 in poi;
M. considerando che la deputata in questione è ben nota per la sua
posizione a favore della Russia e la costante diffusione di narrazioni contro
la Lettonia e contro l'UE durante tutto il suo mandato di deputato al
Parlamento europeo, compresa la sua opposizione all'esistenza della Lettonia
come paese sovrano e il suo rifiuto di condannare l'invasione russa
dell'Ucraina; che la deputata al Parlamento europeo è altresì nota per la sua
condotta politica altamente problematica, tra cui la sua partecipazione a una
visita di osservazione del referendum nella Crimea occupata dalla Russia nel
2014, una visita al dittatore siriano Bashar al-Assad nel 2016 e la sua
partecipazione a Mosca a trasmissioni televisive di propaganda a favore del
Cremlino; che la deputata al Parlamento europeo ha deliberatamente dato
l'impressione che tali viaggi fossero effettuati per conto del Parlamento
europeo o dell'UE; che la deputata in questione ha organizzato e promosso
eventi al Parlamento europeo con rappresentanti pro-Cremlino delle regioni
Donetska e Luhanska prima della loro annessione illegale; che le attività della
deputata sarebbero spesso state patrocinate da gruppi di facciata finanziati
dal Cremlino, come la Fondazione Russkiy Mir; che la deputata in questione,
insieme ad altri deputati al Parlamento europeo, ha organizzato eventi pubblici
e si è recata in Lituania per dimostrare il proprio sostegno a Algirdas
Paleckis, cittadino lituano ed ex diplomatico e politico condannato per
spionaggio a favore della Russia;
N. considerando che le inchieste giornalistiche hanno da tempo evidenziato
i contatti e le strette relazioni personali tra secessionisti in Catalogna,
comprese le autorità del governo della comunità autonoma della Catalogna, e il
Cremlino; che, secondo quanto riportato da giornalisti investigativi, l'ex
diplomatico russo Nikolai Sadovnikov ha incontrato l'allora leader separatista
e attualmente deputato al Parlamento europeo Carles Puigdemont a Barcellona
alla vigilia del referendum illegale della Catalogna nell'ottobre 2017; che la
Russia, coltivando contatti e relazioni, mira a costruire un'influenza politica
ed economica per destabilizzare la democrazia nell'Unione europea; che il
tribunale d'istruzione n. 1 di Barcellona incaricato dell'indagine sul caso
Voloh, che collega, tra l'altro, l'ex Presidente della Catalogna e il suo
entourage con la Russia, ha recentemente prorogato l'indagine per sei mesi; che
i rappresentanti di un gruppo di secessionisti catalani in Spagna che hanno
intrattenuto relazioni con personalità vicine al Cremlino, tra cui la deputata
in questione, stanno chiedendo un'amnistia per i loro presunti reati;
O. considerando che la deputata al Parlamento europeo in questione è stata
esclusa dal suo gruppo politico e ora siede come membro non iscritto; che la
deputata ha ottenuto il sostegno di alcuni altri deputati al Parlamento europeo
aventi posizioni pubbliche su questioni internazionali non molto diverse dalle
sue;
P. considerando che, a seguito di tali rivelazioni, la Presidente del Parlamento
europeo ha immediatamente annunciato l'avvio di un'indagine interna, compreso
il deferimento al comitato consultivo sulla condotta dei deputati; che
l'indagine è attualmente in corso; che le possibili sanzioni previste dal
regolamento comprendono la perdita del diritto all'indennità giornaliera, la
sospensione temporanea della partecipazione a tutte o ad alcune delle attività
del Parlamento e limitazioni al diritto di accesso alle informazioni riservate
o classificate; che il servizio di sicurezza lettone ha annunciato che
indagherà sulle accuse;
Q. considerando che la deputata in questione non è l'unico membro del
Parlamento europeo ad avere svolto attività che comprendono la partecipazione a
false missioni di osservazione elettorale in territori occupati dalla Russia
che possono essere confuse con missioni ufficiali del Parlamento europeo; che
diversi deputati al Parlamento europeo sono stati sanzionati per tale
infrazione in virtù della procedura del gruppo per il sostegno alla democrazia
e il coordinamento elettorale; che tali visite si sono svolte sistematicamente
in Russia e in territori occupati dalla Russia;
R. considerando che sono stati segnalati casi di deputati al Parlamento
europeo che hanno utilizzato le risorse del Parlamento per sostenere e
promuovere attività direttamente o indirettamente collegate a casi di ingerenze
straniere, ad esempio nel dicembre 2022, quando il canale di propaganda statale
bielorusso STV ha avuto accesso ai locali del Parlamento e alla struttura di
registrazione video VoxBox all'interno del Parlamento e, di conseguenza, i
locali del Parlamento sono stati utilizzati da diversi deputati per creare
contenuti di disinformazione a favore del Cremlino e contro l'UE;
S. considerando che nel 2016 il partito al potere in Russia, Edinaja
Rossija (Russia Unita), ha firmato un accordo di cooperazione con il partito
austriaco di estrema destra FPÖ (Partito della libertà), chiedendo una maggiore
cooperazione tra i due partiti e il rafforzamento dei legami politici ed
economici tra Vienna e Mosca; che tale accordo è stato firmato alla presenza di
un deputato al Parlamento europeo dell'FPÖ, che, da allora, ha ripetutamente
chiesto di allentare le sanzioni dell'UE nei confronti della Russia e ha
diffuso disinformazione a favore del Cremlino;
T. considerando che il ministero tedesco degli Affari esteri ha smascherato
una campagna di disinformazione su vasta scala, presumibilmente orchestrata
dalla Russia, sulla piattaforma X, precedentemente nota come Twitter,
finalizzata a manipolare l'opinione pubblica; che autorevoli media tedeschi
hanno svelato che un dipendente di un membro del Bundestag tedesco appartenente
al partito Alternative für Deutschland (AfD, Alternativa per la Germania) è
stato identificato come persona di contatto del Servizio federale di sicurezza
russo;
U. considerando che da diversi anni alcuni deputati al Parlamento europeo
hanno assunto e impiegato cittadini russi simpatizzanti del regime di Putin
come tirocinanti, assistenti parlamentari accreditati e consiglieri di gruppo e
non hanno smesso di farlo nemmeno dopo l'inizio della guerra di aggressione
della Russia nei confronti dell'Ucraina; che nel 2018 e nel 2019 Elizaveta
Peskova, figlia di Dmitry Peskov, portavoce di Vladimir Putin, ha lavorato come
tirocinante presso un deputato al PE;
V. considerando che, a seguito delle rivelazioni relative al Qatargate, nel
settembre 2023 il Parlamento ha aggiornato e rafforzato in modo significativo
il suo quadro di integrità interna, tra l'altro sottoponendo ad approfondita
revisione il suo regolamento, il codice di condotta dei deputati al Parlamento
europeo e le pertinenti decisioni dell'Ufficio di presidenza;
W. considerando che il 2024 è un anno elettorale cruciale e che negli Stati
membri sono in programma diverse elezioni presidenziali, nazionali, locali e
regionali, oltre alle elezioni europee previste per il 6-9 giugno 2024; che le
elezioni europee del 2024 saranno probabilmente un bersaglio speciale per le
campagne di disinformazione a livello locale, regionale e dell'UE;
1. esprime la sua totale indignazione e profonda preoccupazione per i
continui sforzi della Russia volti a minare la democrazia europea; è costernato
per le notizie attendibili che gettano luce sugli sforzi della Russia intesi a
fomentare le divisioni tra i cittadini europei reclutando deputati al
Parlamento europeo come agenti di influenza e sui suoi tentativi volti a creare
sistematicamente un sistema di dipendenze tramite partiti politici europei che
fungono poi da amplificatori della propaganda del Cremlino e ne servono gli
interessi; ricorda che, perseguendo una strategia a lungo termine di ingerenza
straniera, la Russia sta cercando di minare e, in ultima analisi, distruggere
la democrazia in Europa; mette in evidenza gli sforzi compiuti da Putin per
smantellare completamente qualsiasi forma di democrazia all'interno della
Russia e sottolinea che ciò deve essere visto come un segnale di avvertimento a
non essere condiscendenti verso gli obiettivi a lungo termine di Putin e
pertanto a trattare questi tentativi di ingerenza russa come una questione di
estrema gravità; sottolinea che il ricorso a tali tattiche non deve restare
impunito; ribadisce il suo invito agli Stati membri a sviluppare e perfezionare
ulteriormente i pacchetti di sanzioni adottati nei confronti della Federazione
russa e a colmare le lacune nell'applicazione delle misure restrittive
attualmente in vigore;
2. condanna inequivocabilmente gli sforzi in atto da parte della Russia per
strumentalizzare e falsificare la memoria storica dei periodi più tragici
dell'Europa, comprese le conseguenze del patto Molotov-Ribbentrop e del terrore
che ne seguì per i territori conquistati dalla Germania nazista e dalla Russia
comunista, nel tentativo di giustificare la sua attuale aggressione brutale,
illegale e disumana e la sua politica espansionista;
3. esprime profonda preoccupazione per le notizie secondo cui la deputata
Tatjana Ždanoka avrebbe agito come informatrice per la quinta sezione del
Servizio federale di sicurezza russo mentre esercitava il suo mandato di
deputata al Parlamento europeo; sottolinea che un informatore del Servizio
federale di sicurezza russo che abbia accesso a benefici e informazioni in
qualità di deputato al Parlamento europeo costituirebbe una grave minaccia per
la sicurezza e la democrazia dell'Unione; sottolinea che è essenziale che il
Parlamento europeo e le autorità lettoni indaghino in modo approfondito sulla
questione al fine di determinare senza indugio le sanzioni e i procedimenti
penali adeguati;
4. sottolinea che la deputata in questione è stata esclusa dal suo gruppo
politico per motivi legati alle sue posizioni sulla Russia e l'Ucraina e ora
non è affiliata a nessun gruppo; sottolinea che la stragrande maggioranza dei
deputati al Parlamento europeo non condivide le opinioni della deputata in
questione e ha condannato in misura egemone l'invasione illegale russa
dell'Ucraina, il ricorso della Russia a tattiche di guerra ibrida contro la
democrazia europea e altre sue scelte politiche aggressive e antidemocratiche
degli ultimi anni; osserva tuttavia che un ristretto numero di deputati al PE
ha partecipato ad azioni congiunte con la deputata in questione, esprimendo
punti di vista simili e schierandosi apertamente con la Russia;
5. si impegna a fornire pieno sostegno e cooperazione alle autorità lettoni
nella loro indagine sulla condotta della deputata in questione; invita le
autorità competenti a verificare se la deputata in questione sia perseguibile
ai sensi del diritto penale nazionale e rimane pronto a fornire pieno sostegno
e cooperazione a tal riguardo;
6. accoglie con favore il deferimento della deputata in questione al
comitato consultivo sulla condotta dei deputati; si impegna a porre pienamente
in essere il proprio quadro sanzionatorio interno applicabile; osserva che i
presunti fatti sono anteriori alla recente adozione della riforma del quadro di
integrità del Parlamento; ritiene che le norme di per sé non avrebbero impedito
il presunto comportamento riprovevole della deputata al Parlamento europeo;
resta tuttavia pronto a valutare e perfezionare ulteriormente il funzionamento
e le sanzioni del quadro di integrità del Parlamento, che è stato rafforzato a
seguito del Qatargate;
7. sostiene le indagini in corso, ma sottolinea la necessità di rispettare
il giusto processo, lo Stato di diritto e i diritti fondamentali; ribadisce che
le scelte politiche non possono essere criminalizzate e che i deputati al
Parlamento europeo non devono subire ulteriori restrizioni all'espressione
delle loro opinioni nell'esercizio del loro legittimo mandato;
8. mette in evidenza altri casi di deputati al Parlamento europeo che
servono consapevolmente gli interessi della Russia; sottolinea che le attività
di tali deputati al Parlamento europeo stanno compromettendo la sicurezza, la
credibilità e la resilienza democratica dell'UE; esprime profonda
preoccupazione per i legami che la deputata in questione può avere intrattenuto
con altri deputati al Parlamento europeo e denuncia fermamente qualsiasi
tentativo interno coordinato di portare avanti l'agenda politica del Cremlino
in seno al Parlamento; ritiene indispensabile condurre immediatamente
un'indagine interna approfondita al fine di valutare tutti i possibili casi di
ingerenze straniere da parte della Russia o altri tipi di ingerenze malevole
nell'attività del Parlamento europeo;
9. esprime particolare preoccupazione per le recenti notizie secondo cui le
autorità russe stanno fornendo narrazioni specifiche ai partiti politici e agli
attori di estrema destra in diversi paesi dell'UE, in particolare in Germania e
Francia, al fine di minare il sostegno pubblico all'Ucraina a seguito
dell'invasione su vasta scala da parte della Russia nel 2022; sottolinea la
gravità dei legami della Russia con partiti e responsabili politici nell'Unione
e la sua considerevole ingerenza in movimenti secessionisti che interessano
territori europei, come la Catalogna;
10. ribadisce la propria indignazione per le regolari rivelazioni su
finanziamenti russi su vasta scala a favore di partiti, esponenti politici,
funzionari e movimenti in diversi paesi democratici nel tentativo di
interferire e ottenere influenza nei loro processi interni; riconosce che la
stragrande maggioranza degli Stati membri ha vietato, in tutto o in parte, le
donazioni estere a partiti e candidati politici; esprime preoccupazione per i
legami della Russia con diversi partiti ed esponenti politici nell'UE; ricorda
che, anche laddove la legge limita le fonti di finanziamento politico, gli
attori russi hanno trovato modi per eluderla e hanno offerto sostegno ai propri
alleati contraendo prestiti presso banche estere (come nel caso del Front
National nel 2016), sottoscrivendo contratti commerciali e di acquisto (come
riportato da Der Spiegel e Süddeutsche Zeitung il 17 maggio 2019 relativamente
al partito FPÖ e da Buzzfeeds e L'Espresso il 10 luglio 2019 a proposito della
Lega per Salvini premier) e facilitando attività finanziarie (come riferito
dalla stampa britannica in merito alla campagna Leave.eu);
11. esprime profonda preoccupazione per le presunte relazioni tra i
secessionisti catalani e l'amministrazione russa; osserva che l'ingerenza russa
in Catalogna, se confermata, formerebbe parte di una strategia più ampia della
Russia volta a promuovere la destabilizzazione interna e la disunità dell'UE;
esprime profonda preoccupazione per le campagne di disinformazione su larga
scala che la Russia ha condotto in Catalogna, così come per i presunti intensi
contatti e i numerosi incontri tra gli agenti responsabili dell'ingerenza russa
e il movimento indipendentista e il governo regionale della comunità autonoma
della Catalogna; invita le autorità giudiziarie competenti a indagare
efficacemente sui legami dei deputati al Parlamento europeo asseritamente
associati al Cremlino e sui tentativi di destabilizzazione e ingerenza da parte
della Russia nell'UE e nei suoi Stati membri; deplora tutti gli attacchi contro
i giudici che indagano su tali attività di ingerenza; chiede che i casi dei
deputati al Parlamento europeo catalani in questione siano deferiti al comitato
consultivo sulla condotta dei deputati;
12. condanna fermamente il recente incidente in Slovacchia, dove il
Servizio di intelligence esterno russo, con una mossa provocatoria, ha
rilasciato una dichiarazione durante la moratoria preelettorale in cui metteva
in discussione l'integrità del processo elettorale della Repubblica slovacca;
esprime preoccupazione per il ruolo visibile e diretto che la diplomazia russa
svolge nella vita pubblica e politica slovacca sin dalle elezioni parlamentari
del settembre 2023;
13. condanna fermamente la campagna di disinformazione su vasta scala
portata alla luce dal ministero tedesco degli Affari esteri, presumibilmente
orchestrata dalla Russia sulla piattaforma X, con l'intenzione di manipolare
l'opinione pubblica in Germania;
14. osserva con preoccupazione che X ha cessato di seguire il codice
volontario di buone pratiche sulla disinformazione; esprime preoccupazione per
la diffusione di disinformazione e di contenuti illegali sulla piattaforma;
15. ribadisce la sua precedente posizione secondo cui il carattere
eccezionale dell'ingerenza straniera russa richiede che le istituzioni
nazionali e dell'UE, compreso il Parlamento europeo, profondano sforzi speciali
per identificare, affrontare e superare questa minaccia specifica;
16. condanna fermamente i fatti allarmanti rivelati da autorevoli organi di
informazione tedeschi secondo cui un impiegato affiliato al partito Alternative
für Deutschland (AfD) e associato a un deputato al Bundestag tedesco è stato
identificato come persona di contatto del Servizio federale di sicurezza russo,
il che desta gravi preoccupazioni riguardo alla potenziale ingerenza straniera
all'interno del mondo politico tedesco;
17. ricorda che le ingerenze straniere sono una minaccia sistemica che va
contrastata con determinazione; sottolinea che la guerra ibrida e la
manipolazione delle informazioni e le ingerenze straniere non sono soltanto
questioni di politica estera e di sicurezza, ma minacciano di fatto la vera e
propria base delle nostre democrazie; esorta le istituzioni dell'UE ad adottare
un approccio trasversale permanente per combattere con maggior efficacia la
manipolazione delle informazioni e le ingerenze straniere; ritiene che le
ingerenze elettorali che si verificano in uno Stato membro incidano sull'UE nel
suo complesso nella misura in cui esse si possono ripercuotere sulla
composizione delle istituzioni dell'UE; ritiene che le autorità nazionali non
siano in grado di affrontare tali minacce lavorando in isolamento e che l'autoregolamentazione
del settore privato non possa risolvere tutti i problemi; plaude al lavoro
svolto dal Servizio europeo per l'azione esterna nella sua seconda relazione
sulla manipolazione delle informazioni e le minacce di ingerenza estere,
pubblicata il 23 gennaio 2024, e raccomanda una più stretta cooperazione con la
NATO in tale ambito; resta determinato a portare avanti il suo impegno volto a
combattere le ingerenze straniere nell'UE negli anni a venire, tra l'altro
attraverso un apposito organo parlamentare;
18. continua a sostenere con fermezza gli sforzi per migliorare e applicare
le norme che tutelano l'integrità di questa Istituzione quale pilastro della
democrazia europea; ritiene che le accuse riguardanti la deputata in questione
evidenzino la necessità di rafforzare la cultura della sicurezza in seno al
Parlamento europeo; chiede che sia prestato il massimo livello di attenzione
politica e amministrativa alle raccomandazioni per una riforma delle norme del
Parlamento europeo in materia di trasparenza, integrità, responsabilità e lotta
alla corruzione, adottate il 13 luglio 2023, e chiede la piena attuazione delle
misure proposte, tra cui una formazione obbligatoria e periodica in materia di
sicurezza e integrità per i deputati e il personale del PE, un adeguato nulla
osta di sicurezza e un controllo rafforzato del personale, in particolare di
coloro che partecipano a riunioni a porte chiuse; chiede un controllo più
rigoroso dell'organizzazione di eventi, degli inviti a ospiti esterni presso il
Parlamento e dell'accesso alle piattaforme di comunicazione dell'Istituzione;
invita le autorità nazionali a seguire le procedure e un calendario comune ogni
volta che viene loro richiesto di rilasciare il nulla osta di sicurezza ai
deputati e al personale del Parlamento europeo, nonché per qualsiasi controllo
di sicurezza relativo alle istituzioni dell'UE; è fermamente convinto che le
risorse del Parlamento, come il patrocinio di eventi o viaggi, la concessione
dell'accesso a studi di videoregistrazione e altre piattaforme di comunicazione
e il finanziamento di progetti di comunicazione dei gruppi politici o dei
deputati al Parlamento europeo, non dovrebbero essere utilizzate per minare i
valori dell'UE o per disseminare informazioni ostili da parte di regimi autoritari;
ribadisce la propria richiesta di norme più rigorose per i viaggi effettuati
dai deputati al Parlamento europeo e pagati da paesi ed entità stranieri;
ritiene che andrebbero elaborate norme analoghe per i viaggi effettuati dagli
assistenti parlamentari accreditati o dal personale dei gruppi politici;
19. insiste sul suo forte impegno a continuare a realizzare riforme serie e
concrete in seno al Parlamento europeo al fine di mostrare tolleranza zero in
materia di corruzione e ingerenze politiche improntate alla corruzione e
proteggere la democrazia europea;
20. ribadisce il suo sostegno alla creazione, quanto prima possibile, di un
organismo indipendente responsabile delle questioni di etica, in linea con la
sua risoluzione del 16 settembre 2021; esorta tutte le istituzioni dell'UE a
elevare le proprie ambizioni riguardo alla creazione di tale organismo;
21. invita il segretariato del registro per la trasparenza dell'UE a
mettere al bando qualsiasi entità che abbia relazioni dirette o indirette con
il governo russo, a norma della decisione del Consiglio del 3 giugno 2022
concernente misure restrittive;
22. si attende che la Commissione e il Consiglio attuino il pacchetto per
la difesa della democrazia al fine di intervenire con urgenza e colmare le
numerose lacune presenti nella legislazione dell'UE sul finanziamento ai
partiti, elaborare un regime normativo obbligatorio per le grandi piattaforme e
potenziare la ciberdifesa dell'UE contro possibili attacchi al nostro sistema
elettorale; esorta le istituzioni dell'UE e gli Stati membri a realizzare
investimenti significativi e duraturi nel rafforzamento della nostra resilienza
democratica e dello Stato di diritto, anche attraverso misure volte a
rafforzare le capacità di controspionaggio dell'UE; sottolinea che le indagini
penali sulle accuse di spionaggio sono di competenza degli Stati membri;
sottolinea che, in quasi tutti gli Stati membri, sono state scoperte reti di
spionaggio russe; invita gli Stati membri a intensificare gli sforzi e la
cooperazione, anche per neutralizzare i tentativi di acquisire tecnologie
sensibili da imprese dell'UE per alimentare le capacità militari della Russia;
accoglie con favore il fatto che diversi paesi dell'UE hanno istituito
commissioni speciali di inchiesta dedicate a contrastare l'influenza russa;
23. condanna tutti i tipi di "élite capture" e la tecnica della
cooptazione di funzionari pubblici di alto livello ed ex politici dell'UE, tra
gli altri, fornendo loro posti di lavoro lucrativi in imprese collegate a
governi attivamente impegnati in azioni di ingerenza contro l'UE; chiede di
vietare ai deputati al Parlamento europeo di svolgere lavori secondari o
attività collaterali retribuiti per conto di organizzazioni o individui inclusi
nel registro per la trasparenza o per conto di paesi terzi, al fine di limitare
potenziali conflitti di interesse e ingerenze straniere;
24. osserva che le leggi sono essenziali per contrastare la corruzione e i
comportamenti criminali ma da sole non bastano per impedire che singoli
deputati al PE commettano reati e azioni contrari all'etica; sottolinea che a
tutti i gruppi politici del Parlamento europeo spetta una certa responsabilità
di monitorare le azioni dei rispettivi deputati e conseguentemente ricorda a
tutti i gruppi di agire rapidamente nel caso in cui vengano a conoscenza di un
comportamento che desta dubbi circa l'integrità di uno dei loro deputati;
esorta tutti i deputati al Parlamento europeo e tutti i gruppi a cooperare
pienamente con le pertinenti autorità nazionali e dell'UE in questo contesto;
25. ritiene che elezioni libere ed eque siano al centro del processo
democratico ed esorta pertanto le istituzioni dell'UE e gli Stati membri a
intraprendere azioni decisive per garantire che l'autorità di governo si basi
esclusivamente sulla volontà dei cittadini, senza ingerenze straniere da parte
di attori malevoli, prestando particolare attenzione ai preparativi per le
elezioni europee del 6-9 giugno 2024; invita gli Stati membri e le istituzioni
dell'UE ad attuare strategie di resilienza per le elezioni e sottolinea la
necessità di intensificare gli sforzi di monitoraggio permanente e di
potenziarne l'attuazione con largo anticipo rispetto alle elezioni, ai
referendum e ad altri importanti processi politici in tutta Europa;
26. sottolinea il ruolo chiave del giornalismo investigativo nel rivelare i
tentativi di ingerenza straniera e attività occulte; ribadisce il suo appello
alle istituzioni dell'UE e agli Stati membri affinché garantiscano
finanziamenti sufficienti e sostenibili al giornalismo investigativo;
27. incarica la sua Presidente di trasmettere la presente risoluzione al
Consiglio, alla Commissione e al vicepresidente della Commissione / alto
rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza.
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