…in Kenia, ai
confini della Somalia, un gruppo giovanile affiliato ad Al Khaidaattacca un autobus, lo
blocca, fa scendere i passeggeri e poi dice ai musulmani di risalire, per
ammazzare i cristiani che rimangono.
era gia’ successo tre o quattro volte in Kenia quest’anno.
ma i musulmani rifiutano, anzi al
momento dell’assalto alcuni si sono perfino scambiati i vestiti con i
cristiani, per non farli individuare.
missione fallita.
fallita la missione omicida dei fanatici
islamisti.
fallita la missione dei razzisti nostrani che
seminano l’odio dipingendo tutti gli islamici come dei potenziali assassini.
. . .
sempre a proposito di quanto sia stupido
cercare di far passare il mondo islamico in quanto tale per potenziale
terrorrista, ecco un sondaggio attendibile condotto in 12 paesi dell’area
islamica medio-orientale, divulgato sempre dallo Spiegel.
evidenzia che l’89% degli intervistati rifiuta
la politica dell’ISIS.
anche se un 11% di favorevoli non e’ certo
una percentuale confortante, la maggioranza dei contrari al terrorismo resta
assolutamente schiacciante.
pero` il dato piu’ interessante e’ che la
percentuale dei contrari e’ altissima nei paesi direttamente toccati o
minacciati dal Califfato: contrari in Libano il99%, il 97% in Giordania e in Iraq.
mentre la percentuale piu’ alta dei
favorevoli, ben il 26%, si ha in Mauritania, lontana dal pericolo di essere effettivamente
conquistata da loro.
…Quando il
22 dicembre scorso i jihadisti di Al-Shabaab sono saliti su un autobus, a pochi
chilometri da Mandera, hanno cercato di dividere i cristiani dai musulmani, per
uccidere i primi e risparmiare i secondi, seguendo il modus operandi della strage di Garissa.
Ma sull’autobus la tattica non funzionò perché Salah Farah, invece di pensare a
salvarsi, nascose i cristiani e sfidò i terroristi: «Uccideteci tutti o
lasciateci in pace».
Prima
di scappare, gli Al-Shabaab uccisero due uomini e ne ferirono tre, tra cui
Salah. Il vicepreside della scuola elementare di Mandera, dopo essere stato
portato all’ospedale locale per una ferita alla gamba, venne trasferito il
giorno di Natale a Nairobi, al Kenyatta National Hospital. Nei giorni
seguenti Salah ha rilasciato diverse interviste, spiegando il suo gesto:
«La gente dovrebbe vivere in pace. Solo la religione ci distingue dai cristiani
ma siamo fratelli, per questo chiedo ai miei fratelli musulmani di prendersi
cura dei cristiani e viceversa, così da vivere insieme in pace»…
…Farah
era musulmano, prima di morire ha fatto in tempo a raccontare che si era
rifiutato di sacrificare i passeggeri cristiani perché credeva fermamente nella
convivnza pacifica tra musulmani e non musulmani. E quel giorno sull'autobus
non è rimasto solo, altri passeggeri musulmani a bordo lo hanno affiancato,
dando i loro veli ai cristiani perché si confondessero, perché non fossero
riconoscibili.
"Siamo fratelli", ha detto Farah a Voice of America all'inizio di questo mese. "E' la religione a fare la differenza, quindi chiedo ai miei fratelli musulmani di prendersi cura dei cristiani in modo che i cristiani possono prendersi cura di noi".
"Siamo fratelli", ha detto Farah a Voice of America all'inizio di questo mese. "E' la religione a fare la differenza, quindi chiedo ai miei fratelli musulmani di prendersi cura dei cristiani in modo che i cristiani possono prendersi cura di noi".
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