Il 2015 si
chiude con i media che si occupano, per l’ennesima volta, di un sistema
bancario e finanziario che non funziona. Verrebbe da dire “come ogni anno”, da
troppi anni a questa parte, ci troviamo a discutere dei malfunzionamenti, o dei
veri e propri disastri, di banche e mercati. Dalla crisi globale ai continui
scandali, alla mancanza di accesso al credito, fino ad arrivare negli
ultimi mesi al salvataggio delle quattro banche e alle polemiche che ne
sono seguite.
Ma questa è l’ultima volta.
Nel 2016 ci
saranno una serie di misure e di normative che abbiamo atteso da tempo, e
che finalmente verranno approvate nell’interesse generale. Noi di Non Con
I Miei Soldi possiamo anticiparvi le principali:
- I top manager delle banche dovranno pagare in
prima persona per danni e risultati negativi. Se da anni stipendi
milionari e bonus vengono giustificati in base alle
“grandi responsabilità” che devono affrontare, è ora che se le
assumano per davvero, queste responsabilità.
- Approvazione della separazione tra banche
commerciali e banche di investimento, una misura presa dopo la crisi del ’29,
per evitare che le banche giocassero al casinò con i risparmi dei
clienti, e abrogata quindici anni fa sull’onda dell’ideologia
neoliberista. Da allora, non solo le banche sono rapidamente diventate
“troppo grandi per fallire”, ricattando così i governi, ma i piccoli
risparmiatori hanno inconsapevolmente alimentato la speculazione
della quale sono anche vittime. Con la completa separazione, le banche che aprono conti
correnti non potranno scommettere sui mercati, mentre chi lo fa non
potrà usare i risparmi della clientela.
- Legato
al punto precedente, le
risorse raccolte tra cittadini e imprese verranno utilizzate per
erogare credito sempre a cittadini e imprese. Grazie alla
separazione tra banche commerciali e di investimento e ad altre
normative che saranno approvate a inizio 2016, non assisteremo più
alla “redistribuzione al contrario della ricchezza” degli ultimi
anni: tutti noi alimentiamo il sistema finanziario, ma l’erogazione
del credito arriva con il contagocce, la finanza non sostiene
l’economia ma è un sistema autoreferenziale che crea e fa scoppiare
delle bolle sempre più devastanti. Questo non avverrà più.
- Analogamente,
verrà finalmente approvata
una tassa per le transazioni finanziarie che copra tutti gli strumenti
e che permetta di frenare la speculazione e in particolare
le operazioni di breve termine. Con il gettito di decine di
miliardi che una tale misura potrebbe generare in Europa, verrà
sostenuto un piano per l’occupazione.
- A
inizio 2016 verrà introdotto
un principio precauzionale in ambito finanziario, come avviene
per qualsiasi settore produttivo: in Europa non si può mettere in
commercio un automobile o un giocattolo finché non si dimostra che
non è nocivo o pericoloso. In maniera analoga, prima di creare strumenti finanziari,
chi intende metterli in commercio dovrà dimostrarne l’utilità sociale
e la non pericolosità.
- Nuove misure di salvataggio delle banche. Il 2016 vedrà la fine,
una volta per tutte, del principio per cui si privatizzano i profitti
ma si socializzano le perdite. Se una banca non riesce a stare in
piedi e deve intervenire lo Stato per salvarla, allora la banca diventa
di proprietà pubblica. L’Italia in pochi anni ha privatizzato il 100%
del proprio sistema bancario. I risultati, in termini di costi dei
conti correnti e dei servizi, di accesso al credito, di efficienza,
sono purtroppo sotto gli occhi di tutti. Nel 2016 cadrà il muro ideologico
che impedisce di pensare a una finanza privata e a una pubblica.
- La BCE smetterà di inondare i mercati
finanziari con il proprio quantitative easing, ovvero 60 miliardi di
euro al mese che non fanno altro che gonfiare ulteriormente
una rischiosissima bolla finanziaria, mentre poco o nulla arriva
all’economia reale. Al
contrario, tali risorse, d’accordo con la Banche Europea per gli
Investimenti (BEI) e sotto la supervisione e approvazione del
Parlamento e delle altre istituzioni europee, verranno utilizzati per un piano di investimenti di lungo
periodo nell’efficienza energetica, la mobilità sostenibile, la
ricerca e la formazione, il welfare. Nel 2016 alla finanza
pubblica verrà riconosciuto un proprio obiettivo che non sia
unicamente quello di fare da stampella a quella privata, quando
quest’ultima crolla sotto il peso della propria insostenibilità.
- L’intero sistema finanziario si riconvertirà,
più in generale, a obiettivi di utilità sociale e di lungo periodo. I sistemi di bonus e di
incentivi dei manager saranno legati a orizzonti di anni, e non alla
quotazione giornaliera in Borsa. Non più una finanza che ragiona
in millesimi di secondo, ma attenta alle ricadute non economiche
dell’agire economico e che opera come uno strumento al servizio della
società, non come un fine in sé stesso.
Oppure… Se
non siete convinti del nostro scoop, e non pensate che il 2016 ci porterà
tutto questo, forse possiamo fare qualcosa. Evitare di alimentare questo casinò finanziario con i nostri
risparmi, evitare di ritrovarci con il cerino in mano e chiamati a pagare il
conto per l’ennesima volta. Possiamo iniziare a informarci e scegliere a
quale banca e quale gestore finanziario vogliamo affidare i nostri
risparmi, pretendendo la massima trasparenza e informandoci sul
loro utilizzo e finalità. Se iniziamo tutti ad informarci e ad agire
di conseguenza, forse non cambierà tutto come scritto nell’articolo, ma
sicuramente il prossimo futuro inizierà ad essere migliore e diverso da
quanto abbiamo vissuto in questi anni.
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