Nuoro (Italia) 22/01/16
Caro Pamuk, le scrivo…
così, senza pretese, le scrivo per colmare quel vuoto che
mi circonda, per puro egoismo, per sentirmi distante da una realtà mediocre
nella quale tuttavia ho ancora fiducia, le scrivo per placare il mio desiderio
struggente di verità che mi porta a evadere ogni volta che posso in pullman
immaginari e senza meta, le scrivo per la gioia di scrivere, anche così, senza
risposta, le scrivo per sfamare il mio egocentrismo di individuo quale io sono,
perché per me è salvezza.
Le scrivo perché ho visto “Hüzün”, l’ho toccata,
ci ho parlato, ed ammaliata vi ho stretto un patto indissolubile secondo il
quale posso provare le gioie più forti solo se contrapposte alla tristezza più
profonda. Ma questa è la vita e io la amo, e l’ho amata, quando ho capito che
vita è il primo uomo sulla terra, l’immobile pietra marmorea che guarda il
passare della storia attraverso lo sguardo delle statue greche, perché in fondo
la parte buona dell’Occidente è quella dove nacque la civiltà, dove l’uomo
volle raggiungere la perfezione pur sapendo di non riuscirci.
Amo il passato ed il presente per poter amare il futuro.
“La nuova vita”. Amo.
Non so a quale dei due Orhan giungerà questa lettera,
spero a tutti e due.
Le scrivo perché qui,”se non sogni il tempo non passa”.
Letizia, 16
anni
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