giovedì 28 gennaio 2016

Letizia scrive a Orhan Pamuk


Nuoro (Italia) 22/01/16
Caro Pamuk, le scrivo…
così, senza pretese, le scrivo per colmare quel vuoto che mi circonda, per puro egoismo, per sentirmi distante da una realtà mediocre nella quale tuttavia ho ancora fiducia, le scrivo per placare il mio desiderio struggente di verità che mi porta a evadere ogni volta che posso in pullman immaginari e senza meta, le scrivo per la gioia di scrivere, anche così, senza risposta, le scrivo per sfamare il mio egocentrismo di individuo quale io sono, perché per me è salvezza.
Le scrivo perché ho visto “Hüzün”, l’ho toccata, ci ho parlato, ed ammaliata vi ho stretto un patto indissolubile secondo il quale posso provare le gioie più forti solo se contrapposte alla tristezza più profonda. Ma questa è la vita e io la amo, e l’ho amata, quando ho capito che vita è il primo uomo sulla terra, l’immobile pietra marmorea che guarda il passare della storia attraverso lo sguardo delle statue greche, perché in fondo la parte buona dell’Occidente è quella dove nacque la civiltà, dove l’uomo volle raggiungere la perfezione pur sapendo di non riuscirci.
Amo il passato ed il presente per poter amare il futuro. “La nuova vita”. Amo.
Non so a quale dei due Orhan giungerà questa lettera, spero a tutti e due.
Le scrivo perché qui,”se non sogni il tempo non passa”.
Letizia, 16 anni


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