Il mio sogno è così semplice che
basterebbero pochissime parole per raccontarlo, ed è così logico e chiaro che è
strano sia solo un sogno e non una normale realtà, accettata e irremovibile.
Una realtà nella quale la maggior parte dei problemi globali che oggi sembrano
quasi insolubili – inquinamento, riscaldamento del pianeta, diminuzione delle
risorse non rinnovabili, etc. – avrebbero già trovato la loro naturale e
indolore soluzione.
In breve, io sogno un mondo che
somiglia al nostro ma nel quale le fabbriche d’armi sono messe fuori legge, e
tutti i paesi - piccoli e grandi - che attualmente le ospitano s’impegnano a
trasformarle in “industrie di pace” e a combattere ogni tentativo di riaprirle
sotto qualsiasi pretesto. S’impegnano a combattere le fabbriche d’armi come
sono obbligati a combattere tutte le altre imprese nocive e illegali, come per
esempio la fabbricazione e la vendita di droghe e il mercato di carne umana.
Dopo la fine della Seconda Guerra
Mondiale (l’ultima guerra al
mondo che iniziò con una dichiarazione di guerra e si concluse con un patto di
pace) abbiamo avuto una serie
infinita di guerre infinite e non dichiarate, che vengono condotte senza grandi
movimenti di truppe, senza battaglie memorabili e con relativamente piccole
perdite di militari combattenti. Ma con moltissimi morti fra le popolazioni
civili e, particolare non trascurabile, enorme consumo e distruzione di
costosissime “apparecchiature belliche”. Apparecchiature uscite dalle
redditizie fabbriche d’armi che spesso hanno anche te e me e altre persone per
bene come piccoli azionisti.
Perché un’industria sia redditizia occorre che la vendita dei suoi prodotti sia ininterrotta e possibilmente in crescita. Ragion per cui, se le merci prodotte sono armi, la conclusione delle guerre in corso non è proprio una buona idea.
Perché un’industria sia redditizia occorre che la vendita dei suoi prodotti sia ininterrotta e possibilmente in crescita. Ragion per cui, se le merci prodotte sono armi, la conclusione delle guerre in corso non è proprio una buona idea.
Mentre scrivo queste righe, in
molti paesi del mondo si stanno usando armi di produzione italiana, francese,
inglese, tedesca, russa, cecoslovacca, americana, belga, israeliana, svedese e
danese per combattere e uccidere uomini che allo stesso fine usano armi che,
come quelle dei loro antagonisti, provengono esattamente dalle stesse fabbriche
in Italia, Francia, Inghilterra, Germania, Russia, Cecoslovacchia, Belgio,
Israele, USA, Svezia, Norvegia, Danimarca. E a questi si potrebbero aggiungere
tutti gli altri paesi cosiddetti “emergenti” e già presenti con i loro prodotti
nel mercato mondiale della morte.
E mentre io scrivo e tu leggi,
con i raffinatissimi prodotti di questi paesi che continuiamo a considerare
rispettabili, civili e umani vengono uccisi e torturati nel corpo e nell’anima
degli uomini delle donne e dei bambini, le loro città e la natura che le
circonda vengono ferite a morte, materiali già scarsi e insostituibili vengono
sprecati e si contribuisce a infittire la cappa d’ozono attorno al pianeta. E
con questi ordigni che vengono chiamati “di difesa” ma la cui funzione
essenziale è quella di seminare morte, distruzione e terrore, si fa aumentare
l’odio fra i popoli, si riducono le risorse destinate ad aiutare i disabili, i
malati, i vecchi, i bambini e i giovani e a incrementare le scuole, i teatri, i
musei e tutte le altre istituzioni che possono abbellire e ingentilire la vita.
Nel civile mondo del mio sogno,
gli eccellenti ricercatori, i bravi operai, i coscienziosi impiegati occupati
oggi nelle fabbriche d’armi che portano morte, fame e disperazione a tanta
gente, userebbero la loro intelligenza, capacità e forza per inventare e
produrre strumenti e condizioni per migliorare la vita di tutti sulla terra.
Forse, anzi probabilmente, anche in questo mondo del mio sogno ci sarebbe qualche Caino tentato di uccidere Abele, e qualche Otello convinto di dover uccidere la sua amata Desdemona, e i lupi non diventerebbero automaticamente agnelli. Ma nessuno più avrebbe il permesso di arricchirsi sulla loro follia vendendo le armi che la rendono più efficace e che ne prolungano l’effetto, e gli Stati non continuerebbero a macchiarsi dell’orribile colpa di tollerare e lucrare con le fabbriche di odio e di morte finalmente equiparate alle fabbriche di droghe e ai mercati di carne umana.
Forse, anzi probabilmente, anche in questo mondo del mio sogno ci sarebbe qualche Caino tentato di uccidere Abele, e qualche Otello convinto di dover uccidere la sua amata Desdemona, e i lupi non diventerebbero automaticamente agnelli. Ma nessuno più avrebbe il permesso di arricchirsi sulla loro follia vendendo le armi che la rendono più efficace e che ne prolungano l’effetto, e gli Stati non continuerebbero a macchiarsi dell’orribile colpa di tollerare e lucrare con le fabbriche di odio e di morte finalmente equiparate alle fabbriche di droghe e ai mercati di carne umana.
A me pare che in questo mio mondo
sognato i soli perdenti sarebbero i commercianti d’armi e alcuni banchieri. Ma,
per dire le cose come stanno, non mi sentirei particolarmente obbligata ad
avere rimorso nei loro riguardi.
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