sabato 6 febbraio 2016

Die - Iosonouncane

mi è capitato di ascoltarlo in concerto l'estate scorsa, mi è piaciuto, ho preso il cd e non so quante volte l'ho ascoltato, spero non si consumi, e ogni volta non annoia un secondo.
un concept album come quelli di una volta, e durerà nel tempo, è sicuro.
c'è una controindicazione, potreste non staccarvene più, ma ci sono cose peggiori, no?
buon ascolto - franz


qui l’album completo

Uno dei migliori dischi dell’anno. Si dice che il secondo disco sia sempre più difficile per quelli che ben iniziano. “La macarena su Roma” fu un caso musicale enorme, il seguito lo ha addirittura superato tanto da far spolverare paragoni col Battisti più sperimentale. Un concept album di sei pezzi divisi tra strumentali e cantati dove viene rappresentata una riflessione sul legame tra l’uomo e gli altri esseri viventi, una rivendicazione culturale che ragiona sulla fratellanza dei popoli. Un disco bello, solido, inusuale per il panorama italiano e che è già diventato un classico della musica indipendente nazionale. Nel lavoro si ergono il pezzo “Stormi” e i suoni sospesi, rarefatti, come un drone che sorvola la Sardegna, la fotografa e si inserisce nei boschi dell’interno a coglierne rumori e suoni. Si sentono canti a tenore, la tradizione isolana che prende possesso dell’elettronica per farne un nuovo genere, bellissimo.

…Cinque anni di silenzio pressoché assoluto separano l’esordio di IOSONOUNCANE da questa seconda prova. Cinque anni che paiono cinquecento, alla luce della diversità midollare dei due dischi: La Macarena Su Roma(recuperatelo: debutto allucinante), alienato affresco contemporaneo di una società in rovina, ci aveva fatto conoscere il talento folle di Jacopo Incani, il suo irridente canto strascicato, le invettive al contrario, la sua elettronica giocattolosa e le chitarre puntute; Die ce lo restituisce su un piedistallo altissimo, creatore – e creato a sua volta – di un monumento rigoglioso e tentacolare, mistico ma oltremodo terreno. Una sorta di concept (orrida definizione) sulla vita che va via e su quella che resta, atavica come radice millenaria, ma puntata verso il cielo. C’è una bellezza violenta in questi solchi, una specie di grazia deforme che atterrisce e gratifica, attraverso un’unica lunga suite in sei episodi per trentotto sbalorditivi minuti, cesellati minuziosamente, curati allo spasimo in ogni singolo frammento, destrutturati e ricomposti secondo una logica schizoide ma oscenamente lucida…

Manca ancora qualcosa alla fine di questo 2015 ma c’è un disco che, già in piena estate, si è imposto come serio candidato a Disco Italiano dell’Anno. Parlo di Die, di Iosonouncane. Non voglio parlare del panorama musicale contemporaneo, ma dell’ambizione letteraria del disco. I testi, in poche parole. Come se fossimo nel 2025 e Die fosse già canonizzato. Non uno sforzo eccessivo, per quanto mi riguarda.
Prima di immergermi in un oceano di materiale avrei voluto intervistare Jacopo Incani — il suo vero nome. Ho preferito però fermarmi prima di scrivergli, perché 1) Iosonouncane ha rilasciato, e non scherzo, tra le 30 e 40 interviste nel giro di sei mesi e 2) inevitabilmente, qui sotto, andrò incontro a chiavi di lettura personali e osservazioni che non possono essere altro che pallidi ritratti di scontri ad alta quota. Mi affido a Incani stesso, quando sostiene che
«Ogni interpretazione e ogni lettura sono legittime e inevitabili. Ho lavorato proprio in questo senso, creando diversi piani interpretativi. Ci si può fermare alle melodie o all’impatto sonoro, oppure arrivare a cogliere tutti i richiami interni fra i brani e le sfumature semantiche di ogni parola ricorrente. Va bene tutto».
Buono a sapersi. Le parole di Die incarnano una quantità inaudita di riferimenti più o meno espliciti: lo stesso Incani (mi piace chiamarlo per cognome, come se ai testi rispondesse una persona diversa da quella che compone le tracce) lo cita spesso e volentieri quando interrogato sulle influenze degli ultimi cinque anni.
«Ho lavorato anche sulla base delle letture di quel periodo: John Steinbeck, Ernest Hemingway, Albert Camus e Cesare Pavese, di cui ho letto e riletto in modo ossessivo il poemetto La terra e la morte».
«Ho letto tantissimo durante la lavorazione dei testi e su quelle letture ho preso appunti quotidianamente, trascrivendoli decine di volte, asciugandoli, sintetizzandoli. Di Pavese ho approfondito in maniera particolare il ciclo di poesie La terra e la morte».
«Ho lavorato quotidianamente e per circa tre anni intorno a queste parole, raccogliendo una marea di appunti, riscrivendo ossessivamente le immagini di cui disponevo, studiando alcuni autori (Pavese, Camus […])».
(Pavese viene citato in altre interviste che riproporrò più avanti.)
Non intendo quindi nemmeno minimamente, lontanamente, vagamente alludere a un plagio o a qualche idiozia del genere: chiunque si sia cimentato nel leggere molto e scrivere qualcosa sa come certe parole e certi giri di frase iniziano, inconsciamente, a imprimersi nelle pieghe tenui del cervello.
Il lavoro svolto sui testi di Incani non è da vedere quindi come una vivisezione ma come un omaggio, o un riconoscimento non richiesto nei confronti di chi si è dedicato alla creazione di un lavoro onesto, coeso, originale.
Di cosa parla Die, in poche parole? Più che raccontare, Die dipinge paesaggio — molto mare, lunghe rive, sole alto, terra morta — in cui un LUI e una LEI sono sospesi; sembrano lontani, LUI lontano nel mare, LEI immobile al sole. A unirli una disperata paura di non vedersi più. Se c’è qualcosa che il discoracconta è la sagoma dei pensieri che i due si trovano a condividere nello stesso istante. Qualche secondo dilatato in una “suite di 38 minuti circa divisa in sei parti o brani, due corali ad aprire e chiudere il disco, e quattro centrali scritti in prima persona, due per ogni protagonista.” Sempre Incani. C’è dell’ambizione. Come si chiama un’ambizione proiettata in qualcosa di effettivo?...

un'intervista:





2 commenti:

  1. Sonorità musicali gradevoli e originali. Grazie della condivisione.

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  2. è davvero bravo, mica potevo tenerlo tutto per me :)

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