Un africano, un
premio Nobel per la letteratura è intervenuto sulla visita del presidente
iraniano Rohani in Italia e sulla decisione di coprire statue ed opere d’arte
per non offendere il capo di stato di un paese in visita ufficiale in Italia,
con il quale si intrattengono affari miliardari.
Il premio Nobel è il nigeriano
Wole Soyinka, forse uno degli africani più conosciuti nel mondo. La sua presa di
posizione è durissima contro l’Italia, senza attenuanti. E’ la critica di un
africano che mostra di non avere quel complesso di inferiorità che di solito
gli africani nutrono per gli europei e si possono permettere di mettere a nudo
le loro debolezze.
E’ anche la critica di un
africano che conosce bene cosa hanno dovuto fare le civiltà del suo continente
per “accomodare” le relazioni con l’Europa e per subirle fino all’annientamento
culturale. Ecco le sue parole tratte da un articolo pubblicato su Il Sole24Ore di domenica 7 febbraio:
Deplorevole
è la resa alla tracotante arroganza settaria, espressa o taciuta, e
all’intolleranza. L’Italia ha tradito il genere umano, svilendosi in
maniera praticamente irreversibile. Ha tradito i miliardi di persone cadute
vittime dei dettami religiosi e culturali nel corso della storia, alcuni delle
quali giustiziate nelle carceri segrete di nazioni quali l’Iran…La questione
fondamentale è che la leadership politica di un paese ha assoggettato la
sovranità del suo popolo ai valori reali, immaginati o semplicemente ipotizzati
di un altro, giustamente guadagnandosi lo scherno e il biasimo di un ampia fetta
di mondo.
E’
estremamente difficile esprimere il disgusto e il senso di sfiducia provocato
da una tale leadership. Non potrebbe essere più mortificante il comportamento
dell’Italia nei riguardi di chi si impegna da tutta una vita a favore della
libertà di scelta, di espressione, di gusto, creatività e di una sciolta
interazione tra le culture…(il comportamento dell’Italia) E’ una freccia in più
agli archi dell’ISIS, di Al Shabaab, Boko Haram e di tutte le altre forze
oscure anti-umane che si sono ripromesse di distruggere le fondamenta stesse
della società contemporanea da un lato all’altro del globo…Il mondo dovrebbe
rispondere all’Italia in modo chiaro e inequivocabile, pur se simbolico.
L’evento di questa capitolazione gravissima ai dettami di una minoranza dovrebbe
essere iscritto in modo permamente nelle cronache mondiali della vergogna e
dell’infamia!
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