signor Presidente del Consiglio, lei
può dire quello che vuole a nome del suo Governo ma non può parlare a nome del
popolo italiano, non in nostro nome!
” Sono
felice di essere qui. Ho pensato che fosse molto importante venire qui di
persona per portare la solidarietà del governo italiano e del popolo italiano.
“, ha detto la Presidente del Consiglio Meloni, dopo aver abbracciato Netanyhau
a Tel Aviv la sera di sabato 21 ottobre. Poi ha aggiunto che le immagini
incredibili del 7 ottobre: “Mostrano qualcosa più di una semplice guerra,
mostrano la volontà di cancellare gli ebrei da questa regione ed è un atto di
antisemitismo. E dobbiamo combatterlo, oggi come ieri.” E quindi ha concluso:
“Noi difendiamo il diritto di Israele a esistere, a difendere la sicurezza dei
propri cittadini. Comprendiamo assolutamente che è un atto di terrorismo che
deve essere combattuto. Pensiamo e crediamo che voi siate in grado di farlo nel
migliore dei modi, perché noi siamo diversi da quei terroristi.”
Ebbene
signor Presidente del Consiglio, lei è libera di abbracciare Netanyahu e di
portargli la solidarietà del Governo italiano. E’ normale che fra due esecutivi
ispirati da un’estrema destra confinante col fascismo ci sia comprensione e
solidarietà, o meglio complicità. E’ paradossale che lei dichiari di voler
combattere l’antisemitismo di ieri, visto che i suoi predecessori politici
l’antisemitismo l’hanno combattuto con le leggi razziali. Ed è penoso che lei
voglia ripulire la sua parte politica della macchia dell’antisemitismo,
sostituendo un razzismo con un altro uguale e contrario. Ma non è questo il
problema. Lei ha espresso solidarietà incondizionata con la guerra condotta di
Israele nei confronti della popolazione di Gaza. In questo modo Lei ha espresso
solidarietà con i bombardamenti massicci sulla striscia di Gaza, che in due
settimane hanno distrutto il 42% delle abitazioni e hanno provocato la
morte di 5.300 persone fra cui 2.360 bambini;
con i
bombardamenti sugli ospedali, sulle chiese cristiane, sulle scuole dell’UNRWA
ed altri luoghi di rifugio per la popolazione;
con l’ordine
di sgomberare gli ospedali di Gaza City e di conseguenza di far morire gli
ammalati ed i feriti ivi ricoverati, nonché i neonati nelle incubatrici;
con
l’assedio totale che priva la popolazione di Gaza del cibo, dell’acqua,
dell’energia elettrica e del carburante indispensabile per far funzionare i
generatori degli ospedali.
Lei non ha
avuto nemmeno il bisogno di nascondersi dietro quel velo di ipocrisia che ha
spinto Blinken ad ammonire Israele al rispetto del diritto umanitario. Lei ha
espresso solidarietà a Netanyahu senza riserva alcuna.
Ebbene,
signor Presidente del Consiglio, lei può dire quello che vuole a nome del suo
Governo ma non può parlare a nome del popolo italiano, non in nostro nome!
Quando
l’Italia si è liberata del giogo del nazifascismo, i padri costituenti hanno
scolpito nella pietra dei principi fondamentali della Costituzione il ripudio
della guerra, che esprime l’orrore per quelle politiche che organizzano e
diffondono la morte, ed ha vincolato l’Italia alla ricerca della pace e della
giustizia fra le Nazioni.
Ed è proprio
l’assenza della giustizia, la pretesa di Israele di dominare i palestinesi con
la forza, privandoli dei più elementari diritti civili, che rende questo
conflitto irrisolvibile e minaccia la sicurezza stessa di Israele e dei suoi
cittadini. Il ripudio della guerra e l’aspirazione alla pace ed alla giustizia
fra le Nazioni fanno parte del patrimonio morale indisponibile del popolo
italiano, sono il lascito più autentico della Resistenza. Lo so che a Lei la parola
Resistenza fa venire l’orticaria, ma questo non l’autorizza a rendere il popolo
italiano solidale e/o complice con le atrocità che un Governo suo amico sta
commettendo in Medio Oriente.
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