È il
capitalismo, bellezza. E il bello del capitalismo è che puoi comprare tutto ciò
di cui hai bisogno, basta sfoderare la carta di credito quando serve, come
capita negli ospedali statunitensi se vuoi essere curato. In Italia con soli
149 euro puoi saltare la fila al pronto soccorso del policlinico di Zingonia, o
in altre strutture sanitarie a Milano o a Brescia. Nel supermercato globale del
capitalismo persino parti del corpo si possono comprare (o affittare) da chi ha
bisogno di soldi per campare.
Se sei un
migrante in arrivo da paesi notoriamente democratici e dunque considerati
sicuri come la Tunisia o la Costa d’Avorio, in Italia puoi evitare di finire in
un campo di detenzione lontano dall’abitato, costruito dall’esercito pronto a
sorvegliarlo dove potresti restare anche 18 mesi in attesa di ricevere risposta
alla tua richiesta d’asilo o di essere rimpatriato visto che provieni
dall’Eden. Nessun problema: fai un versamento di 4.938 euro e puoi andartene
libero dove ti pare ma se scappi, metti caso in Germania, perdi la caparra
versata e il pizzo viene intascato dallo Stato. Si presume che gli unici ad
avere 4.938 euro non siano i migranti e le migranti salvati/e dalle onde, già
spogliati di ogni avere, torturati, violentati, stuprate a ogni frontiera e
alla partenza sui barconi, bensì gli scafisti e i trafficanti. Cioè quelli che
Giorgia Meloni vuole crocifiggere e chiede all’Europa e all’Onu di aiutarla a
crocifiggere. La norma criminale e anticostituzionale introdotta dal nostro
governo è talmente indecente che ministri e sottosegretari competenti e
incompetenti che hanno firmato l’articolo 7 del decreto Cutro fingono di cadere
dalle nuvole: sarà stato quel collega o quell’altro, io che ne so? Forse mi ero
distratto. Il ministro della guerra Crosetto dice che non ha avuto tempo di
leggere la norma che ha firmato insieme ai suoi sodali di governo Nordio e quel
Piantedosi che la definisce “marginale”. Far pagare per concedere un simulacro
di libertà presuppone la consapevolezza di Meloni e soci che i luoghi in cui un
pezzo di umanità disperata viene rinchiusa sono campi di concentramento. E cosa
dovrebbe fare il migrante disperato, telefonare ai genitori e farsi mandare i
soldi per pagare il pizzo, come ha già fatto in Libia o in Niger? E i genitori
fare una colletta nel villaggio per salvare il figlio da nuove catene? Neanche
questo può fare, deve pagare personalmente mediante fideiussione bancaria o
polizza fideiussoria assicurativa. Ma come fa se non ha documenti?
Attenzione
però, Giorgia Meloni ha a cuore i minori non accompagnati che sbarcano sulle
nostre coste e per loro promette trattamenti più umani, magari gratis senza
pagare il pizzo. L’“umanità” del trattamento privilegiato riservato ai minori è
nota e i giornali obtorto collo hanno dovuto raccontarla.
Valga per tutti il caso di Genova dov’è in costruzione un vero lager per
ragazze e ragazzi rinchiusi in otto container con uno strapiombo da una parte,
il nulla dall’altra e in mezzo la vigilanza armata. In aggiunta, vengono
compresse le norme per il riconoscimento della minore età del ragazzo privo di
documenti che d’ora in poi, in caso di dubbio, verrà considerato maggiorenne.
Fino a prova contraria, oggi in Italia si diventa colpevoli.
Queste
primizie si innestano in un quadro giuridico già compromesso, a partire dalla
madre di tutti gli scandali che è la legge Bossi-Fini. E poi c’è la guerra
dichiarata alle ONG che si occupano della salvezza dei migranti nel
Mediterraneo a cui il Governo Meloni ha legato le mani e le navi. E la guerra
viene estesa alla Germania che osa finanziarle. Migrare è un crimine, salvare i
migranti è un crimine. Nella assoluta incapacità di affrontare in modo
strategico il dramma dell’immigrazione, Meloni le prova tutte: accordi con i
dittatori dell’altra sponda del Mediterraneo e primi timidi tentativi di
importare il modello inglese incontrando le autorità del Ruanda, il paese dove
il governo di sua maestà britannica spedisce i “corpi estranei” dei migranti
come pacchi postali. Prossimamente seguirà l’esempio australiano, che quei
corpi li ha venduti alla Cambogia per 35 milioni di dollari, finché il governo
di quel paese non ha detto basta? Da qualche giorno gli sbarchi a Lampedusa si
sono ridotti, il vicepremier Tajani ha la faccia tosta di dire che è per merito
del governo italiano quando dovrebbe limitarsi a ringraziare il meteo che
impedisce le partenze dalle coste tunisine.
L’Europa
alza la polemica nei confronti dell’Italia ma Ursula von del Leyen è complice
della Meloni nell’accordo con il dittatore e affamatore presidente tunisino
Kaid Saied, la Francia alza nuovi muri a Menton al punto da essere criticata da
Papa Bergoglio, ma Macron risponde che non ha nulla di cui vergognarsi. Basti
pensare alle responsabilità coloniali e neocoloniali in Africa di Parigi, alle
spoliazioni passate e presenti e alla sciagurata guerra in Libia per valutare
la credibilità delle parole di Macron. Anche l’Austria rafforza i muri sul
Brennero, i migranti sbarcati a Lampedusa se li deve tenere Giorgia Meloni. Lo
pensano soprattutto gli alleati ungheresi ed esteuropei della premier italiana.
La Germania sostiene con due milioni di euro chi aiuta i migranti in Italia ma
annuncia lo stop all’accoglienza dei richiedenti asilo dall’Italia. E nel
Mediterraneo solo il maltempo ferma i migranti. Chi riesce a partire rischia
sempre più spesso di diventare cibo per i pesci. Mediterraneo, da mare nostro a mare
monstrum, o per dirla con Francesco, da culla della civiltà a tomba della
dignità.
Le
gigantesche responsabilità di un’Europa che in comune ha la moneta e poco più
non diminuiscono ma esaltano le colpe del governo italiano. Per dirla con le
parole di Ferrajoli in difesa dell’ex sindaco di Riace Mimmo Lucano (https://volerelaluna.it/controcanto/2023/09/20/mimmo-lucano-il-reato-di-solidarieta-alla-sbarra/), nel nostro paese è stata
introdotta una nuova figura giuridica: il reato di solidarietà, i nuovi
delinquenti sono quelli che salvano persone in mare, chi dà lavoro o una casa
in cui vivere dignitosamente a un “clandestino”, cioè a un essere umano
colpevole solo di cercare una speranza di vita. Le parole d’ordine della destra
sono due, fermarli alla partenza, rimpatriare chi riesce ad arrivare. Ma anche
nel fronte cosiddetto progressista c’è chi liscia il pelo ai peggiori umori e
alle paure degli italiani con un luogo comune e una banalità: mica possiamo
accoglierli tutti, mica si può fare lo jus soli. Le elezioni
europee si avvicinano e anche Conte cerca un suo posizionamento. Lo fa
ripassando le parole d’ordine del governo giallo-verde. E nel Pd tutti fanno
finta di non conoscere Minniti. Chissà se Giorgia Meloni è andata a vedere il
bellissimo film di Garrone “Io capitano”. Se l’ha visto avrà pensato che il
nobile protagonista Seydou andrebbe arrestato come scafista.
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