Caro Luigi,
ti scriviamo
perché, come portavoce e capo politico di Unione Popolare, rappresenti per
molti una figura umana e politica degna di rispetto, in una fase della vita
italiana in cui è enormemente difficile non dubitare di chiunque. Le elezioni
sono prossime e sappiamo che le poche forze antisistema – pacifiste e
antiliberiste – vengono private della giusta visibilità sui mass media. Ma i
problemi, soprattutto a sinistra, derivano non solo da questa strozzatura
democratica, per la quale assistiamo a una progressiva concentrazione di potere
in poche mani con il sostegno del 90% della stampa e delle televisioni, ma
anche da interne contraddizioni che lacerano il tessuto dei rapporti umani e la
possibilità di avanzare insieme con fiducia. Mentre il dissenso sull’adesione
effettiva dell’Italia alla guerra in Ucraina viene silenziato, rendendo la
presente campagna elettorale qualcosa di avvilente oltre ogni immaginazione,
non possiamo che notare che la stessa cosa sta accadendo in merito alla
gestione controversa e spesso autoritaria della pandemia/sindemia Covid-19.
Il tema, lo
sappiamo, viene considerato divisivo e talora evitato mediante prese di
posizione sfuggenti e superficiali. Crediamo, tuttavia, sia giusto sottolineare
che le critiche alla governance dell’emergenza sanitaria provengono sempre meno
da ambienti ambigui e discutibili, e sempre più da cittadine e cittadini
informati, sensibili e attenti alle questioni emancipative trattate anche nel
vostro programma politico. Abbiamo apprezzato il fatto che, nella sezione
dedicata alla Sanità, vi siano piccoli (ma ancora insufficienti) segnali che
vanno in direzione di un ripensamento serio della gestione politica della
pandemia e della postura comunicativa assunta dalle componenti interne a Unione
Popolare in questi anni. Il riferimento alla creazione di un’indispensabile
commissione d’inchiesta sulla gestione della pandemia e il cenno alla necessità
di studiare attentamente gli effetti avversi dei vaccini in un’ottica di
prevenzione personalizzata, sembrano barlumi di un ritorno a un pensiero
critico maturo che – per troppo tempo – è stato accantonato in modo
preoccupante.
Abbiamo
anche letto con soddisfazione un tuo post recente dove prendevi una posizione
misurata e coraggiosa inerente agli errori fatti dai due governi (Conte e
Draghi) nella gestione dell’intera vicenda pandemica. Riteniamo che, a
sinistra, un dibattito serio su quanto accaduto in Italia e sul trauma prodotto
dalle “soluzioni” discriminatorie e miopi dei nostri governanti non sia ancora
decollato come dovrebbe. Ci appelliamo a te nella speranza che arrivi un
segnale autentico di ravvedimento da parte di forze che, per tradizione e
orientamento, sentiamo ancora vicine idealmente, ma che hanno dimostrato una
chiusura aprioristica e semplicistica verso le critiche di scienziati,
giuristi, sociologi, filosofi, così come di una parte sempre più ampia della
società civile. Crediamo si debba prendere una posizione chiara rispetto a quel
mix terrificante di informazione di Stato schizofrenica, paternalismo e attacchi
sguaiati da pulpiti televisivi e giornalistici bipartisan, che ha impedito si
aprisse un dibattito serio su ciò che è accaduto dal marzo 2020 ad oggi. La
gestione emergenziale non si è fermata con la dichiarazione della fine
dell’emergenza pandemica, moltiplicando contraddizioni e incomprensioni. Se non
si trova il coraggio per affrontare i conflitti e le questioni divisive, e i
relativi nodi politici emersi, come ha fatto Mélenchon in Francia, crediamo che
si perda credibilità, restando retorici e astratti.
Ti
chiediamo, dunque, di proporre che nel programma di Unione Popolare vengano
inseriti, come impegni ufficiali e non di circostanza, i seguenti punti:
rifiuto di
istituire nuovamente il Green Pass o strumenti simili nella modalità applicata
in Italia, con relativa aggressione – in caso di rifiuto – a diritti
costituzionali inalienabili;
rifiuto di
obblighi vaccinali in assenza di incontrovertibili prove relative alla
necessità di misure siffatte;
definizione
di politiche di gestione delle emergenze che puntino su tutte le risorse a
disposizione (inclusi i vaccini), ma dando priorità assoluta al potenziamento
della sanità, alla medicina territoriale e a una cultura della
personalizzazione delle cure;
sostegno a
tutte le campagne per la liberalizzazione dei farmaci salvavita;
esame
approfondito dell’opportunità di adozione di cure e di vaccini in base a fasce
di età e di rischio della popolazione, puntando sulla relazione
medico-paziente, fuori da politiche autoritarie e paternaliste;
predisposizione
di un servizio di sorveglianza attiva che fornisca dati affidabili e pubblici.
Speriamo di
ottenere un po’ della tua attenzione, anche se sono settimane incandescenti.
Noi non dimentichiamo il fatto che la vera politica in difesa della
Costituzione inizierà dal 26 settembre e avrà bisogno anche di Unione Popolare,
a cui auguriamo di diventare un punto di riferimento per ricucire legami
danneggiati da troppi silenzi e inavvertite complicità. Perché sono tanti a non
dimenticare le decisioni politiche (come il lasciapassare verde) che, senza
migliorare affatto la situazione sanitaria, hanno riversato sui cittadini le
responsabilità dei problemi sollevati dalla pandemia, quando sappiamo che
veniamo da decenni di tagli alla sanità e alla scuola, che hanno messo in grave
crisi il nostro Paese.
Con stima,
Sara Gandini
(epidemiologa/biostatistica)
Paolo Bartolini (analista filosofo, formatore e saggista)
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