venerdì 10 novembre 2023

Fuori le università dalla Fondazione Med-or/Leonardo, produttrice di armi e di morte

 

Una guida all’obiezione di coscienza contro l’ideologia bellicista nelle scuole

 

Le proposte dell’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università: un vademecum per docenti, studenti e genitori che si oppongono alla diffusione della cultura militarista e bellicista in classe, e fuori; una petizione che chiede le dimissioni di 13 rettori dalla Fondazione Med’Or (Leonardo).

di Luciana Cimino da il Manifesto (8 novembre)

L’ideologia bellicista che si è diffusa in Italia ha già da tempo infiltrato la didattica. Dalla scuola primaria all’università, passando per la formazione scuola – lavoro (Pcto) nelle basi militari, le fondazioni di natura bellica, le forze armate e l’esercito hanno permeato in questi anni i processi educativi. “Una vera invasione di campo nell’ambito delle discipline scolastiche tesa a promuovere la carriera militare, presentare le forze armate e le forze di sicurezza come risolutive di problematiche che riguardano la società civile, diffondendo una ideologia bellicista che nulla ha a che vedere con la didattica e con i principi di pace di cui la scuola si dovrebbe fare portavoce” sostiene l’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università.

Promosso dallo scorso marzo da alcune sedi dei Cobas e delle rispettive sedi del centro studi Cesp, da associazioni antifasciste o cattoliche come Mosaico di Pace e Padre Alex Zanotelli, Pax Christi, dai settori scuola e università del sindacato Usb, tra gli altri, l’Osservatorio ha presentato ieri alla Camera due iniziative per coinvolgere la società civile su questo tema e fare pressioni sugli atenei statali che fanno parte del comitato scientifico di Med-Or, la fondazione di Leonardo S.p.a guidata dall’ex ministro Marco Minniti. Da statuto, questa fondazione dovrebbe “promuovere attività culturali, di ricerca e formazione” per “rafforzare i rapporti tra l’Italia e i Paesi dell’area del Mediterraneo allargato fino al Sahel, Corno d’Africa, Mar Rosso e Medio ed Estremo Oriente”.

La prima iniziativa, in corso dall’apertura dell’anno scolastico, è un vademecum operativo rivolto a insegnanti, famiglie e studenti per fare opposizione negli organi collegiali. “E’ uno strumento agile perché si possa fare obiezione di coscienza – ha spiegato Candida Di Franco dell’Osservatorio – i militari nelle scuole sono previsti da un protocollo del 2014, governo Renzi ma dal 2017 sono stati inseriti tra gli enti formatori e possono proporre direttamente alle scuole la loro offerta, è molto pericoloso”. Di Franco ha sottolineato anche la propensione di questo governo a questo approccio: “come la creazione del comitato per la valorizzazione della cultura della Difesa, il presidente del Senato che propone la mini- naja, Salvini che parla di esercitazioni anti terrorismo nelle scuole”.

Per Don Renato Sacco di Pax Christi, “l’esercito entra nella scuola in difficoltà dicendo ‘io sono il benefattore e con pochi soldi ti compro la fotocopiatrice, la carta igienica, il pulmino e diventa il salvatore della patria”. “Ma – nota ancora Don Sacco – c’è un linguaggio militaresco anche sulla stampa, mi ha colpito l’editoriale di Galli della Loggia sul Corriere, ora la cultura è: se riesci a vedere un nemico sei qualcuno sennò sei una schiappa”.

La seconda iniziativa proposta dall’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università è una raccolta firme per chiedere le dimissioni da Med-Or di 13 rettori di altrettanti atenei italiani. “Riteniamo che la loro presenza all’interno della maggiore azienda italiana produttrice di armi, sia incompatibile con la funzione sociale e culturale delle Università”, ha detto Giuseppe Curcio, amministrativo dell’Università di Bologna. Tra i primi 45 firmatari ci sono anche Tomaso Montanari, rettore dell’Università per Stranieri di Siena, il fisico Carlo Rovelli, Luca Mercalli, Vittorio Agnoletto. “È preoccupante la promiscuità di incarichi e relazioni tra alcuni rettori e società che producono armi – ha detto Elisabetta Piccolotti – mentre c’è un inasprirsi della retorica della guerra dentro le attività didattiche”. “Insistiamo affinché il governo intervenga, blocchi questi processi e si separino i due mondi come è giusto che sia, perché i giovani vanno educati al rispetto delle differenze e alla risoluzione nonviolenta dei conflitti”.

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Fuori le università dalla Fondazione Med-or/Leonardo, produttrice di armi e di morte

Negli ultimi anni assistiamo a un processo di trasformazione della scuola e delle università italiane che, in nome di presunte esigenze economiche, gestionali, “pedagogiche”, strategiche, rovescia il dettato costituzionale che le vorrebbe luogo di trasmissione di cultura e fucina delle idee. Tra i molti aspetti regressivi, ci pare particolarmente preoccupante, soprattutto nello scenario attuale di guerra, l’insinuarsi sempre più invadente all’interno delle istituzioni formative di una “cultura securitaria” e “della difesa”, con l’intento di renderle funzionali alle esigenze dell’industria bellica e alla diffusione dei “valori” delle forze armate.

Nelle scuole pubbliche, dall’infanzia alle superiori, la presenza delle forze militari è ormai quotidiana e l’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università sta registrando centinaia di segnalazioni da ogni parte del Paese. Ma anche a livello universitario la collaborazione tra Università e industrie belliche è in costante implementazione, soprattutto per quanto riguarda i progetti di ricerca e il loro finanziamento. Come nelle scuole, dove le testimonianze militari vengono sempre accompagnate da una facciata buonista, anche nelle Università e negli Enti di Ricerca si cerca di mascherare la principale finalità di ciò che ruota intorno all’industria bellica: la produzione di strumenti di morte. Molto significativa è la nascita nella primavera del 2021 della Fondazione Med-Or del gruppo Leonardo S.p.A. (ex Finmeccanica, azienda italiana attiva nei settori della difesa, dell’aerospazio e della sicurezza e che esporta armi in tutto il mondo) “per promuovere attività culturali, di ricerca e formazione scientifica, al fine di rafforzare i legami, gli scambi e i rapporti internazionali tra l’Italia e i Paesi dell’area del Mediterraneo allargato fino al Sahel, Corno d’Africa e Mar Rosso (Med) e del Medio ed Estremo Oriente (Or)”. Dietro a questo disegno strategico si celano percorsi di “ricerca condivisa e continuativa” o una idea della “formazione continua” che stridono con i risicati fondi destinati ai percorsi di partecipazione, innovazione e formazione all’interno degli Atenei.

La Fondazione Med-Or individua come proprio obiettivo centrale “essere funzione propositiva nello sviluppo di programmi strutturali nei settori dell’Aerospazio, della Difesa e della Sicurezza con l’obiettivo di sviluppare e consolidare le competenze e le capacità delle Aree geo-politiche di interesse di Leonardo s.p.a”.

La Fondazione Med-Or di Leonardo è un esempio di come si dispiega l’intervento del complesso militare industriale nella compagine sociale e culturale, una delle tante forme che assume la cosiddetta “cultura della difesa”: programmi culturali e di formazione nei settori della safety e della security, dell’aerospazio e della difesa; partenariati con le istituzioni accademiche e di ricerca nazionali e internazionali; iniziative di incontro e collaborazione tra università e centri di ricerca; borse di studio indirizzate a ricercatori di paesi in via di sviluppo mirate a costruire una classe dirigente asservita agli “interessi nazionali italiani e dell’Unione Europea” in una sorta di neocolonialismo formativo. Nel concreto i suoi progetti sono di vario tipo, e mescolano abilmente interessi materiali e geopolitici con gli intenti benefici. Da una parte armi, dall’altra iniziative culturali. Del comitato scientifico della Fondazione Med-Or fanno parte docenti universitari/e e tredici Rettori/Rettrici di altrettante università statali italiane:

● Università degli Studi di Bari Aldo Moro

● Politecnico di Bari

● Università degli Studi di Trento

● Università degli Studi di Roma Tre

● Università degli Studi Ca’ Foscari di Venezia

● Università degli Studi di Salerno

● Università degli Studi di Napoli Federico II

● Università degli Studi di Perugia

● Università degli Studi di Firenze

● Università degli Studi di Roma La Sapienza

● Politecnico di Milano

● Università degli Studi di Napoli L’Orientale

● Università degli Studi della Tuscia

La presenza all’interno della Fondazione Med-Or di Rettori/Rettrici delle Università è incompatibile con il loro ruolo istituzionale di rappresentanti dei nostri Atenei: le Università devono promuovere la cultura della pace e i valori della Costituzione repubblicana, devono essere rivolte alla formazione della consapevolezza critica e pluralista della cittadinanza e per fare ciò devono essere libere dalle ingerenze di un’industria di morte come quella bellica, ancorché agita attraverso finanziamenti alla cultura, alla formazione e alla ricerca, di cui inevitabilmente condizionano l’indipendenza. Il Rettore o la Rettrice di un’Università, in particolar modo se pubblica, rappresenta formalmente non solo il proprio Ateneo, ma l’istituzione culturale per eccellenza di una città, patrimonio perciò dei cittadini e delle cittadine tutti/e.

Dunque come cittadini e cittadine, studenti e studentesse, ricercatori e ricercatrici, docenti della scuola e dell’Università italiane chiediamo che i Rettori e le Rettrici delle Università coinvolte si dimettano immediatamente e pubblicamente dalla Fondazione Med-Or. Parimenti rivolgiamo il presente appello a tutti i Rettori e le Rettrici degli Atenei italiani aderenti alla C.R.U.I., evidenziando che in applicazione dell’art.11 della Costituzione italiana (L’Italia ripudia la guerra) e dei codici etici, bagaglio culturale e educativo degli Atenei, tutti i Rettori e le Rettrici si impegnino a non aprire collaborazioni con fabbriche di armi o con Enti che forniscano strumenti militari anche informatici.

 

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