Vediamo. Sei elicotteri militari statunitensi con a bordo 77 Marines volano
per 600 chilometri all’interno di un Paese fino a una piccola città che ospita
7 basi militari e dista meno di 35 minuti dalla capitale della nazione. Gli
elicotteri atterrano in un complesso residenziale situato a poche centinaia di
metri dalla base militare principale, ma l’esercito locale non sa che è
successo qualcosa perché gli Stati Uniti dispongono di nuovi “elicotteri
stealth” segreti che impedirebbero ai milioni di abitanti del luogo di vederli
o di sentirli durante un volo della durata di 3 ore. Inoltre, avevano volato “a
bassa quota, tra le colline, per evitare i radar”. So che possono farlo, perché
l’ho visto una volta in TV.
Poi ci sono i 77 Marines che saltano dagli elicotteri e lanciano “un feroce
assalto” a una piccola casa non fortificata nel centro del complesso, la casa
di Osama bin Laden, i cui occupanti sono bin Laden, le sue tre mogli, alcuni
bambini e forse (non confermato) un altro uomo, nessuno dei quali armato.
Secondo la Casa Bianca, i Marines si erano poi dovuti impegnare in un “intenso
scontro a fuoco durato 40 minuti” nel tentativo di raggiungere e uccidere bin
Laden. I coraggiosi Marines statunitensi alla fine riescono nel loro intento,
poi, come se nulla fosse, rimangono sul posto altri 30 minuti per ripulire un
po’ tutto il casino e per raccogliere “un tesoro” di computer e dati, mentre
escono scusandosi con le donne e i bambini per aver ucciso il loro marito e
padre. Afferrano il cadavere di Bin Laden per le caviglie, lo trascinano e lo
fanno rotolare per tre rampe di scale e lo gettano in un elicottero. Poi fanno
esplodere uno dei loro velivoli (apparentemente danneggiato), salgono a bordo
degli altri e ripercorrono la rotta di ritorno per diverse centinaia di
chilometri fino ad uscire dal Paese.
Dopo questo raid in un Paese straniero durato più di sette ore e proprio
nel mezzo di sette basi dell’esercito, i militari locali non sapevano ancora
che fosse successo qualcosa. Nessuno aveva sentito tutti quegli elicotteri
andare e venire, nessuno aveva sentito le decine di migliaia di colpi di arma
da fuoco che si erano susseguiti per 40 minuti, e nessuno aveva sentito
l’enorme esplosione che aveva distrutto l’elicottero. Questa sarebbe la vera
“furtività”, secondo ogni definizione possibile. Nessuno si era reso conto che
sei elicotteri e quasi un centinaio di soldati avevano condotto un feroce
assalto durato quasi un’ora nei pressi della più grande base militare della
città. Nessuno aveva visto nulla, nessuno aveva udito nulla, nessuno aveva
saputo nulla, fino a molto tempo dopo, quando gli americani erano già al sicuro
fuori dal Pakistan. Come direbbe la BBC: “È semplicemente incredibile“(*).
Mentre i coraggiosi Marines portavano a termine questo eroico e pericoloso
assalto con omicidio finale (in 77 contro 1), lo staff della Casa Bianca
guardava con attenzione la “diretta satellitare” dell’intera operazione. Obama
era molto ansioso, Hillary Clinton si mordeva le unghie e respirava
affannosamente, e Joe Biden se la faceva addosso.
Quando gli elicotteri erano ormai al sicuro a bordo della portaerei, gli
ufficiali militari statunitensi, noti in tutto il mondo per il loro profondo
rispetto per la vita umana, anche dopo la morte, avevano mostrato il loro
rispetto per bin Laden con un funerale consistente nell'”esecuzione di riti
religiosi tradizionali per la sepoltura islamica” sul ponte della portaerei
americana, dove “un ufficiale dell’esercito aveva letto alcuni commenti
religiosi che erano stati poi tradotti in arabo da un madrelingua“. Il
corpo di Bin Laden era stato stato lavato (i suoi capelli con uno shampoo Head
& Shoulders), poi il suo corpo era stato avvolto in un lenzuolo bianco,
messo in un sacco zavorrato, appoggiato su una tavola e ribaltato “nel Mar
Arabico”. Questa si che è una bella storia.
Quali sono le prove che bin Laden era davvero lì e che era stato
effettivamente ucciso come descritto? Innanzitutto, e soprattutto, abbiamo il
riscontro del DNA. Ci viene detto che “ore dopo l’uccisione di Bin Laden, il
suo cadavere era stato trasportato in Afghanistan per essere identificato
attraverso l’analisi del DNA”. Forse i lettori non sanno che ogni squadra ben
equipaggiata di commando statunitensi porta con sé un laboratorio per analisi
genetiche in quasi tutte le missioni ed è perfettamente addestrata a fare
confronti del DNA su un falò improvvisato al momento. I lettori potrebbero
anche non sapere che l’analisi del DNA richiede normalmente almeno due
settimane e che una moltitudine di autorità scientifiche aveva immediatamente
respinto l’affermazione del test del DNA definendola “pura spazzatura”, ma
lasciamo che siano gli americani a raccontare la loro storia.
La figlia undicenne di Bin Laden aveva confermato di aver visto uccidere il
padre, anche se non ci è stato detto a chi avrebbe fatto questa apparente
conferma e, purtroppo, era stata immediatamente “presa in custodia” – non si sa
perché – dalle autorità locali e sembra essere scomparsa. C’era anche la moglie
di Bin Laden, che era sul posto e aveva visto uccidere il marito, ma anche lei
era stata subito presa in custodia ed era scomparsa. Avevamo anche la
testimonianza di un’altra moglie di bin Laden, quella coraggiosa che, da sola,
aveva attaccato i 77 Marines che cercavano di ucciderle il marito, ma le
avevano sparato e non era disponibile per un’intervista. Purtroppo, non ci sono
testimoni.
Naturalmente avevamo il corpo, ma, secondo Hillary, le foto [del cadavere]
erano “troppo raccapriccianti” per essere mostrate in pubblico – molto più
raccapriccianti di tutte le foto di torture che avevamo già visto. Inoltre, le
foto non potevano essere mostrate perché avrebbero potuto infiammare il “sentimento
antiamericano“, e il cielo sa che questa è una cosa che non vogliamo.
Avevamo anche il filmato della cerimonia religiosa e della sepoltura del corpo
in mare, ma, sfortunatamente, neanche questo video era stato diffuso. Ma questo
solleva delle domande. Gli Stati Uniti avevano mostrato al pubblico i cadaveri
dei due figli di Saddam Hussein, uccisi durante l’invasione dell’Iraq. Quelle
foto non erano troppo raccapriccianti per essere viste dal pubblico? Saddam
Hussein era stato preso vivo, deriso e ridicolizzato, sottoposto a un processo
pubblico e a un’impiccagione pubblica. Gli Stati Uniti erano stati felici di
mostrare il video di Moammar Gheddafi che veniva catturato, sodomizzato con una
baionetta e poi colpito alla testa. Se questo non è raccapricciante, non so
cosa possa esserlo. Ma il corpo di Osama bin Laden, con un solo foro di
proiettile, sarebbe stato troppo inquietante da vedere.
Così gli Stati Uniti, che notoriamente hanno le forze armate più umane,
rispettose e religiose del mondo e che trattano sempre con la massima riverenza
tutti gli Arabi morti (e vivi) che si lasciano dietro, “prendono in custodia”
il cadavere di bin Laden. Lo lavano amorevolmente, conducono con reverenza un
rito funebre musulmano e poi, lentamente, fanno scivolare il suo corpo in un
mare di punti interrogativi. Sono le stesse persone che avevano gestito
Guantanamo Bay e Abu Ghraib? Delle centinaia di Arabi di cui è stata
documentata la morte nelle prigioni di tortura statunitensi (e solo Dio sa
quante non sono state documentate), quanti erano stati inumati secondo “le
procedure tradizionali di sepoltura islamica”? E perché avrebbero gettato il
corpo di Bin Laden in mare, se non per distruggere l’unica prova esistente? I funzionari
statunitensi avevano dichiarato che nessun Paese “avrebbe accettato i suoi
resti” per una degna sepoltura ma, nella foga del momento, si erano
probabilmente dimenticati di chiederlo ai genitori, in Arabia Saudita.
Quali prove abbiamo che ci sia stato davvero uno scontro a fuoco? Beh, un
“cittadino pakistano” che twitta comodamente dal quartier generale della CIA a
Langley, in Virginia, aveva scritto di aver sentito degli spari. Ma tutti gli
altri abitanti della città devono essere stati impegnati a pregare o a guardare
le capre, ignari degli spari e delle esplosioni a pochi metri dalle loro case.
Non esiste alcuna traccia documentata e credibile di tutte queste attività da
parte dei residenti locali, compresi i militari pakistani delle sette basi militari
vicine. Vale la pena chiedere ai lettori: “Avete idea di quanto rumore possano
fare sei elicotteri, soprattutto se in formazione stretta?”.
Anche, come detto da Hillary, “l’intenso scontro a fuoco di 40 minuti”
avrebbe probabilmente creato un bel po’ di rumore. Voglio dire, abbiamo 77
Marines che sparano con armi automatiche per più di mezz’ora. “Intenso”, nel
dizionario, è definito come “eccessivo, estremo e prolungato”, e questo non
vuol dire che un Marine spara un colpo al minuto, ma forse 30 colpi al minuto.
Per 40 minuti. Per 77 Marines. Sono più di 100.000 colpi, più che sufficienti
per svegliare il mio cane, ma, apparentemente, insufficienti per essere uditi
dai 50.000 soldati pakistani che si trovavano a pochi minuti di distanza. Sono
d’accordo con la BBC. È semplicemente incredibile…
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