una storia di ragazzi negli anni settanta in un luogo che è la Provincia italiana,
ragazzi che crescono in una piccola cittadina, bastardo posto, con quello che succede ai giovani dappertutto, gelosie, invidia, innamoramenti, vendette, corse, sport, sfide, e uno di loro è la vittima prescelta, oggi si direbbe bullizzato.
ma poi...
buona (come eravamo) lettura.
Vita
di Nullo è il romanzo della provincia italiana, una
ballata intensa cantata da eroi troppo grandi per le piazze in cui abitano. Il
palcoscenico è un bar che ha la sacralità di una chiesa e un sacerdote
indiscusso, Nullo, che regna su un popolo di rivoluzionari, come Belaghega
l’inventore di parole, Patecia il collezionista di tristezze e Scandul,
barrelliere per mestiere e pescatore per vocazione. Da quando Nullo è sparito
nessuno più sorride al bar, perché lui era l’anima dell’intero paese.
Sovrappeso e sognatore fin da bambino, vittima sacrificale dei coetanei eppure
insostituibile animatore di ogni serata, Nullo è uno di quei lucidi folli che
fioriscono nella provincia italiana. Ha idee strampalate, geniali, è lo
zimbello del gruppo ma riempie la vita di tutti. È vittima e carnefice dei
larghi vuoti della pianura padana. Ora Nullo ha finalmente l’occasione della
vita per uscire dalla provincia e conquistare la platea del mondo.
Il palcoscenico è un bar che ha la sacralità di una chiesa e
un sacerdote indiscusso, Nullo, che regna su un popolo di rivoluzionari, come
Belaghega l’inventore di parole, Patecia il collezionista di tristezze e
Scandul, barrelliere per mestiere e pescatore per vocazione. Da quando Nullo è
sparito nessuno più sorride al bar, perché lui era l’anima dell’intero paese.
Sovrappeso e sognatore fin da bambino, vittima sacrificale dei coetanei eppure
insostituibile animatore di ogni serata, Nullo è uno di quei lucidi folli che
fioriscono nella provincia italiana. Ha idee strampalate, geniali, è lo
zimbello del gruppo ma riempie la vita di tutti. È vittima e carnefice dei
larghi vuoti della pianura padana. Ora Nullo ha finalmente l’occasione della
vita per uscire dalla provincia e conquistare la platea del mondo. Lascerà la
sua opera incompiuta?
Nel pieno della provincia padana, quella buia e rorida di
umidità, un gruppo di amici ‒ o solo sopravvissuti del niente che regna intorno
a loro, e dentro ‒ si ritrova al bar. Sono stati bambini insieme e ora, anche
se la vita ha provato a dare ad ognuno una direzione personale, resistono uniti
in un moto religioso che li concentra intorno al bar e alla piazza paesana,
nucleo sacro del culto. Patecia il dissipatore, Belaghega che inventa parole
durante gli stranianti turni di controllo dei tubi in uno sperduto pozzo di
gas, Tamplon studente di medicina che potrebbe permettersi le migliori cerchie
cittadine e invece appena ha un momento libero sgattaiaola al bancone con i
suoi amici disoccupati figli ed eredi del proletariato provinciale. E a
raccordare tutte le tristezze, a dare motivo d’esistere al gruppo, c’è Nullo. Il panzòn, che raccoglie e canalizza le energie di tutti ingurgitando
insulti e scherni e trasformandoli in equilibrio generale, in carburante per
nuova vita, nuovi aneddoti, nuove cattiverie gratuite. Ma l’equilibrio si rompe
irrimediabilmente quando Nullo decide improvvisamente di non mettere più piede
al bar, privando il gruppo delle sue provocazioni, dei suoi spunti di
conversazione strampalati con i quali scopre il fianco a vantaggio dell’ilarità
degli amici. La sparizione getta tutti in uno stato stordito, al limite tollerabile
di resistenza alla mera quotidianità, dividendo inesorabilmente una tristezza
sociale in frantumi di solitudini…
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