L'ultimo saluto. A Gigi. Gigi Riva. Sul Colle
di Bonaria. Dove sono nato. E dove spero di chiudere gli occhi per l'ultima
volta. Anche io. A pochi metri dalla ultima mia casa. Accanto a quella
imponente Basilica. Che tanto amo. E che ammiro dalla finestra. Tutti i giorni.
È l'ultimo saluto di una città. Di una Regione. A quel mito incredibile di
calciatore che è stato Gigi. Con un filo che ci accomuna. Perché io sono figlio
di un calciatore rossoblù. Mancino come lui. Ma terzino. Di altra epoca. Con lo stesso destino. Venuto da Livorno.
E rimasto per sempre, sino all'ultimo respiro, nella mia Cagliari. Come Gigi.
Dalla lombarda Leggiuno. E per questo eroe del pallone c'è appunto un posto particolare nel mio cuore. Perché la mia carriera professionale di radio e telecronista è stata illuminata anche dalla sua grandezza. E dalla nostra reciproca considerazione personale. Perché io ero il cantore sardo delle suegesta. Spero non dimenticato. Ho vissuto con la mia voce le sue glorie e i suoi dolori. Che sono parte indimenticabile della mia esistenza. Oggi Gigi avrà anche il mio saluto. L'ultimo. A quel bravo ragazzo del nord. Che ha voluto
vivere al sud. Nell'Isola di Sardegna. E trovare quaggiù il riposo eterno. Come Ilio. Il mio Papà. E come me. Quando sarà. Senza fretta. Perché la vita è bella.
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