Se qualcuno all’epoca mi avesse detto che avrei rimpianto Andreotti e Craxi l’avrei mandato a quel Paese, scrive desolatamente il giurista Fabio Marcelli, ma l’infimo livello della politica estera e interna di questi giorni è frutto precisamente della totale assenza di ogni pur vago sentimento di dignità e autonomia. Dalle complicità nel genocidio dei Palestinesi e nella guerra infinita in Ucraina al traffico legale di armi verso chiunque spari allo sterminio dei migranti nel Mediterraneo e all’islamofobia di Monfalcone, lo spettacolo che mette in scena la politica italiana, sul territorio nazionale e in politica estera, mostra una triste decadenza da ogni punto di vista e segnala una crisi verticale sul piano economico, politico, culturale e soprattutto morale.
Di questi tempi c’è davvero da vergognarsi di essere italiani.
Ho partecipato qualche giorno fa a una riunione sulla politica estera italiana
degli Anni Ottanta organizzata da Risorgimento Socialista alla presenza di
vecchie glorie dell’epoca, e qualcuno ha ricordato che in quel periodo il
passaporto italiano era spesso motivo di benvenuto e
apprezzamento ovunque uno andasse. Oggi grazie a Meloni. Salvini e Tajani
(senza dimenticare Di Maio e Letta junior) ci sputerebbero tutti in un occhio e
i bambini palestinesi cantano “l’Italia ci ha abbandonato”.
Se qualcuno all’epoca mi avesse detto che avrei rimpianto Andreotti e Craxi
l’avrei mandato a quel Paese, ma l’infimo livello della politica estera e
interna di questi giorni è frutto precisamente della totale assenza di
ogni pur vago sentimento di dignità e autonomia nazionale ed europea. Altro
che sovranismo. Avvinta come l’edera all’avvizzito e tremulo Biden,
la tremendamente insulsa Meloni è il ritratto fedele di un Paese, il nostro, in
assoluta decadenza da tutti i punti di vista e in crisi verticale sul piano
economico, politico, culturale e soprattutto morale.
Quest’ultimo è a ben vedere il settore più devastato e inquietante. Il
nostro governo è complice attivo del genocidio del popolo
palestinese che è in corso, come della continuazione dell’immane macello
ucraino. In entrambi i casi la complicità italiana si esplica nell’invio e/o
transito di armamenti e nella totale assenza di iniziative
volte nel primo caso ad attenuare le indicibili sofferenze di
milioni di persone bombardate, affamate, assetate, private della possibilità di
trovare un rifugio, di essere medicate e di partorire.
La negazione del diritto alla vita dei palestinesi si è spinta, con Giorgia
Meloni e i suoi accoliti, fino al codardo voto di astensione sulla
risoluzione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite che chiedeva il cessate
il fuoco. Ogni sentimento sia pur vago e generico di umanità è stato
sacrificato sull’altare degli interessi militari immediati del genocida Netanyahu,
impegnato in una guerra che non può vincere, perché è una guerra contro un
intero popolo, e di quelli strategici del caporione imperialista Biden,
anche lui alle prese coll’impossibile compito di contenere l’irrefrenabile
declino dell’Occidente nel momento storico della sua fine come egemone del
pianeta.
Da entrambi i punti di vista Meloni e i suoi alleati di governo, come pure
i finti oppositori annidati soprattutto nelle file del Pd, non solo si
collocano sul lato sbagliato della storia, ma annientano senza alcuna pietà
ogni sentimento di solidarietà umana. Specialmente di questo non potremo mai
perdonarli.
Queste sono le radici ideologiche ed etiche del vero e proprio fascismo
2.0 che si va delineando, mentre procede sul piano normativo e
istituzionale l’eliminazione di ogni possibile controllo e contrappeso, a
cominciare da quello fondamentale dell’informazione libera e democratica; e la
miseria dei molti si accompagna alla ricchezza e allo strapotere dei pochi
intenti a saccheggiare senza vergogna la cosa pubblica a proprio esclusivo beneficio
e a consegnare il Paese alle lobby degli armamenti e del fossile,
guidate rispettivamente da Leonardo ed Eni.
Più che mai “serva Italia di dolore ostello”, per citare un grande poeta
che un politico di destra dai riferimenti culturali alquanto incerti e proprio
per questo – si suppone – nominato ministro della Cultura ha frettolosamente e
immeritatamente ascritto al proprio campo ideologico, rendendolo in modo del
tutto caricaturale addirittura “il fondatore del pensiero di destra” nel nostro
Paese.
Serva Italia di dolore ostello che sparge la desolazione non solo
all’interno dei suoi confini ma anche all’esterno, riducendo a ingranaggio di
morte il proprio complesso militare-industriale saldamente controllato da
un’alleanza bipartisan che vede la presenza determinante di soggetti
riconducibili al Pd, e finanche le Forze Armate che dovrebbero
ispirarsi all’art. 11 della Costituzione repubblicana e che sono oggi invece
trascinate in avventure militari dal futuro incerto e imprevedibile nel
Mar Rosso, nel Golfo Persico, nel Mediterraneo e ai confini coll’Ucraina.
Forte coi deboli e debole coi forti, quest’Italia che non ci appartiene
tollera il transito sul nostro territorio di armamenti destinati ad alimentare
guerre e genocidi e si astiene scrupolosamente da ogni
iniziativa a favore dell’umanità e della pace. Al tempo stesso continua a
favorire l’annegamento dei migranti in prossimità delle nostre
coste e a negare ogni diritto a quelli che vivono in Italia, supportando ormai
buona parte dell’economia, come avviene a Monfalcone dove la popolazione
operaia di origine bangladese, che costituisce oltre un terzo degli abitanti
complessivi, è ridotta dall’amministrazione leghista a una condizione di apartheid senza
neppure la possibilità di professare il proprio credo religioso.
Questa l’Italia disumana dei nostri giorni, questo il regalo che il governo
Meloni e i suoi adepti palesi ed occulti fanno al popolo italiano in questo
Natale privo di calore e di dignità.
Questo articolo è uscito anche sul blog di Fabio Marcelli ne Il Fatto quotidiano
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