sabato 6 gennaio 2024

Vergogne made in Italy - Fabio Marcelli

Se qualcuno all’epoca mi avesse detto che avrei rimpianto Andreotti e Craxi l’avrei mandato a quel Paese, scrive desolatamente il giurista Fabio Marcelli, ma l’infimo livello della politica estera e interna di questi giorni è frutto precisamente della totale assenza di ogni pur vago sentimento di dignità e autonomia. Dalle complicità nel genocidio dei Palestinesi e nella guerra infinita in Ucraina al traffico legale di armi verso chiunque spari allo sterminio dei migranti nel Mediterraneo e all’islamofobia di Monfalcone, lo spettacolo che mette in scena la politica italiana, sul territorio nazionale e in politica estera, mostra una triste decadenza da ogni punto di vista e segnala una crisi verticale sul piano economico, politico, culturale e soprattutto morale.

Di questi tempi c’è davvero da vergognarsi di essere italiani. Ho partecipato qualche giorno fa a una riunione sulla politica estera italiana degli Anni Ottanta organizzata da Risorgimento Socialista alla presenza di vecchie glorie dell’epoca, e qualcuno ha ricordato che in quel periodo il passaporto italiano era spesso motivo di benvenuto e apprezzamento ovunque uno andasse. Oggi grazie a Meloni. Salvini e Tajani (senza dimenticare Di Maio e Letta junior) ci sputerebbero tutti in un occhio e i bambini palestinesi cantano “l’Italia ci ha abbandonato”.

Se qualcuno all’epoca mi avesse detto che avrei rimpianto Andreotti e Craxi l’avrei mandato a quel Paese, ma l’infimo livello della politica estera e interna di questi giorni è frutto precisamente della totale assenza di ogni pur vago sentimento di dignità e autonomia nazionale ed europea. Altro che sovranismo. Avvinta come l’edera all’avvizzito e tremulo Biden, la tremendamente insulsa Meloni è il ritratto fedele di un Paese, il nostro, in assoluta decadenza da tutti i punti di vista e in crisi verticale sul piano economico, politico, culturale e soprattutto morale.

Quest’ultimo è a ben vedere il settore più devastato e inquietante. Il nostro governo è complice attivo del genocidio del popolo palestinese che è in corso, come della continuazione dell’immane macello ucraino. In entrambi i casi la complicità italiana si esplica nell’invio e/o transito di armamenti e nella totale assenza di iniziative volte nel primo caso ad attenuare le indicibili sofferenze di milioni di persone bombardate, affamate, assetate, private della possibilità di trovare un rifugio, di essere medicate e di partorire.

La negazione del diritto alla vita dei palestinesi si è spinta, con Giorgia Meloni e i suoi accoliti, fino al codardo voto di astensione sulla risoluzione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite che chiedeva il cessate il fuoco. Ogni sentimento sia pur vago e generico di umanità è stato sacrificato sull’altare degli interessi militari immediati del genocida Netanyahu, impegnato in una guerra che non può vincere, perché è una guerra contro un intero popolo, e di quelli strategici del caporione imperialista Biden, anche lui alle prese coll’impossibile compito di contenere l’irrefrenabile declino dell’Occidente nel momento storico della sua fine come egemone del pianeta.

Da entrambi i punti di vista Meloni e i suoi alleati di governo, come pure i finti oppositori annidati soprattutto nelle file del Pd, non solo si collocano sul lato sbagliato della storia, ma annientano senza alcuna pietà ogni sentimento di solidarietà umana. Specialmente di questo non potremo mai perdonarli.

Queste sono le radici ideologiche ed etiche del vero e proprio fascismo 2.0 che si va delineando, mentre procede sul piano normativo e istituzionale l’eliminazione di ogni possibile controllo e contrappeso, a cominciare da quello fondamentale dell’informazione libera e democratica; e la miseria dei molti si accompagna alla ricchezza e allo strapotere dei pochi intenti a saccheggiare senza vergogna la cosa pubblica a proprio esclusivo beneficio e a consegnare il Paese alle lobby degli armamenti e del fossile, guidate rispettivamente da Leonardo ed Eni.

Più che mai “serva Italia di dolore ostello”, per citare un grande poeta che un politico di destra dai riferimenti culturali alquanto incerti e proprio per questo – si suppone – nominato ministro della Cultura ha frettolosamente e immeritatamente ascritto al proprio campo ideologico, rendendolo in modo del tutto caricaturale addirittura “il fondatore del pensiero di destra” nel nostro Paese.

Serva Italia di dolore ostello che sparge la desolazione non solo all’interno dei suoi confini ma anche all’esterno, riducendo a ingranaggio di morte il proprio complesso militare-industriale saldamente controllato da un’alleanza bipartisan che vede la presenza determinante di soggetti riconducibili al Pd, e finanche le Forze Armate che dovrebbero ispirarsi all’art. 11 della Costituzione repubblicana e che sono oggi invece trascinate in avventure militari dal futuro incerto e imprevedibile nel Mar Rosso, nel Golfo Persico, nel Mediterraneo e ai confini coll’Ucraina.

Forte coi deboli e debole coi forti, quest’Italia che non ci appartiene tollera il transito sul nostro territorio di armamenti destinati ad alimentare guerre e genocidi e si astiene scrupolosamente da ogni iniziativa a favore dell’umanità e della pace. Al tempo stesso continua a favorire l’annegamento dei migranti in prossimità delle nostre coste e a negare ogni diritto a quelli che vivono in Italia, supportando ormai buona parte dell’economia, come avviene a Monfalcone dove la popolazione operaia di origine bangladese, che costituisce oltre un terzo degli abitanti complessivi, è ridotta dall’amministrazione leghista a una condizione di apartheid senza neppure la possibilità di professare il proprio credo religioso.

Questa l’Italia disumana dei nostri giorni, questo il regalo che il governo Meloni e i suoi adepti palesi ed occulti fanno al popolo italiano in questo Natale privo di calore e di dignità.


Questo articolo è uscito anche sul blog di Fabio Marcelli ne Il Fatto quotidiano

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