venerdì 11 ottobre 2019

Contro l’invasione turca, usiamo il boicottaggio



dice Michele Boato, presidente Ecoistituto del Veneto “Alex Langer”

Faccio mia la proposta della Rete Kurdistan Italia: collaboriamo a fermare lo sterminio turco contro i curdi col boicottaggio economico: i dollari dei turisti e dei partner commerciali finanziano la guerra contro il popolo curdo. La Turchia è al 15° posto mondiale per le spese militari e l’Italia è il suo terzo fornitore di armi dopo Usa e Spagna.
Grazie ai 6 miliardi di euro dell’accordo Ue-Turchia sui profughi, la Ue finanzia il riarmo e le pretese egemoniche turche in Medio Oriente. La Turchia, pur nella Nato, è tra i principali sostenitori dei taglia-gole dell’ISIS, con i quali traffica in petrolio e armi. 
Mentre immagini idilliache di sole, mare e spiagge delle regioni costiere turche vendono l’idea di un paradiso del villeggiante, le entrate dei turisti stranieri sono investite in cecchini, missili F16 e gas lacrimogeni nelle regioni curde.
Per questi motivi, è giusto boicottare la Turchia, paese militarizzato che occupa l’Anatolia curda, per distruggerne identità, cultura, istituzioni, procurando migliaia di morti e prigionieri.
Non scegliamo la Turchia come meta turistica perché ogni soldo speso dai turisti stranieri fornisce al governo i mezzi per continuare la sua massiccia campagna di distruzione militare che devasta villaggi, siti architettonici storici, e, naturalmente, la vita delle persone che vi abitano. Questo può contribuire a fermare la guerra e sostenere la nascita di paese democratico, rispettoso dei diritti umani e delle minoranze.
Si possono inoltre boicottiamo le aziende italiane che operano in Turchia e le aziende turche che vendono i loro prodotti (soprattutto alimentari) in Italia.




E se usassimo il boicottaggio?

I dollari dei turisti e dei partner commerciali finanziano la guerra contro il popolo curdo. La Turchia è classificata al 15° posto nella graduatoria mondiale delle spese militari e gestisce il secondo più grande esercito Natp: l’Italia contribuisce a questa graduatoria come terzo fornitore di armi dopo Usa e Spagna. Inoltre, grazie ai 6 miliardi di Euro stanziati per l’infame accordo Ue-Turchia sui profughi, la Ue non fa che finanziare il riarmo e le pretese egemoniche della Turchia in Medio Oriente. La Turchia, parte integrante della Nato, è tra i principali sostenitori dei taglia-gole dell’ISIS, con i quali traffica in petrolio e armi. Mentre immagini idilliache di sole, mare e spiagge delle regioni costiere occidentali del paese vendono l’idea di un paradiso del villeggiante, nelle regioni curde le entrate generate da turisti stranieri vengono investite in cecchini, missili di F16 e gas lacrimogeni.
Per questi motivi, vi invitiamo a boicottare la Turchia, paese militarizzato che non garantisce l’incolumità dei turisti, che occupa l’Anatolia curda per distruggerne identità, cultura, istituzioni, procurando migliaia di morti e prigionieri, tra cui il leader Ocalan sequestrato in totale isolamento nell’isola-carcere di Imrali da diciassette anni. Vi invitiamo a boicottare la Turchia per i crimini di guerra commessi ai danni del popolo curdo e degli oppositori. Vi invitiamo a boicottare la Turchia per prendere posizione contro lo sfruttamento del lavoro minorile (secondo i dati TÜİK del 2012, infatti, ci sono circa 900 mila bambini lavoratori tra i 6 e i 17 anni) e contro la negazione della libertà di associazione sindacale (la Turchia, pur aderendo alle convenzioni ILO, di fatto non riconosce la libertà di associazione sindacale).
Vi invitiamo a boicottare la Turchia anche come meta turistica perché ogni soldo speso dai turisti stranieri fornisce al governo i mezzi per continuare la sua massiccia campagna di distruzione militare che devasta villaggi, siti architettonici storici, e, naturalmente, la vita delle persone che vi abitano. Vi invitiamo a boicottare la Turchia per contribuire a fermare la guerra e sostenere la nascita di paese democratico, rispettoso dei diritti umani e delle minoranze.
Boicottiamo: Alitalia, Ariston, Assicurazioni Generali, Barilla Alimentare (Barilla Gida A.S.), Electrolux Dayanikli TuketimMallari San, Enel Spa, Eni Spa, Giolitti Roma, Gruppo Coin Oriental Buying Services Ltd, Indesit, IvecoSpa, Luxottica Gozluk tic.as, Pirelli SpA (Celikord – Turk Pirelli Lastikleri a.s.), Piaggio v.e. SpA (Ferco MotorLtd.), Sapori, Valtur SpA (Valtur Tatil Isl. A.s.), Mimarlik Ins, Bialetti Industries SpA (Cem Bialetti a.s.), Gilma (Iceberg), Burani Fashion Group, Valentino fashion Group, Tuo-dì (discount) che distribuisce i prodotti FATINA (frutta secca), Zara, Hugo Boss, Mayerline, Otto, Benetton, LC Waikiki, Julieta, De Facto, Dolce & Gabbana e Armani.
Le principali aziende turche che commercializzano prodotti in Italia nel settore agro-alimentare sono: SAWA; GÜLSEN; TALAT ELMAS; AGROBAYS; PEYBA; KERVITAS. Etnatost di Biancavilla commercializza fichi secchi, LIFE in Turchia produce albicocche secche che vengono confezionate da Live Italia, Sommariva Perno (CN), USTA Brand di provenienza turca. La famiglia Averna ha venduto al gruppo SANSET della famiglia turca TOKSOZ lo storico marchio di cioccolatini PERNIGOTTI, IBEKO (elettro-domestici); KARSAN (autoveicoli); ANADOLU, KALE (ceramiche); ZORLU (energia). Inoltre KOC, YILDIZ e DOGUS sono corporation di livello internazionale che operano in diversi settori e che controllano anche aziende italiane.
Non comprate prodotti con il codice a barre 869…
____________________
Scarica il materiale informativo:
Le Prime iniziative:


Nessun commento:

Posta un commento