dice Michele Boato, presidente Ecoistituto del Veneto “Alex Langer”
Faccio
mia la proposta della Rete Kurdistan Italia: collaboriamo a fermare lo
sterminio turco contro i curdi col boicottaggio economico: i dollari dei
turisti e dei partner commerciali finanziano la guerra contro il popolo curdo.
La Turchia è al 15° posto mondiale per le spese militari e l’Italia è il
suo terzo fornitore di armi dopo Usa e Spagna.
Grazie
ai 6 miliardi di euro dell’accordo Ue-Turchia sui profughi, la Ue finanzia il
riarmo e le pretese egemoniche turche in Medio Oriente. La Turchia, pur nella Nato,
è tra i principali sostenitori dei taglia-gole dell’ISIS, con i quali traffica
in petrolio e armi.
Mentre
immagini idilliache di sole, mare e spiagge delle regioni costiere turche
vendono l’idea di un paradiso del villeggiante, le entrate dei turisti
stranieri sono investite in cecchini, missili F16 e gas lacrimogeni
nelle regioni curde.
Per
questi motivi, è giusto boicottare la Turchia, paese militarizzato che occupa
l’Anatolia curda, per distruggerne identità, cultura, istituzioni, procurando
migliaia di morti e prigionieri.
Non
scegliamo la Turchia come meta turistica perché ogni soldo speso dai
turisti stranieri fornisce al governo i mezzi per continuare la sua
massiccia campagna di distruzione militare che devasta villaggi, siti
architettonici storici, e, naturalmente, la vita delle persone che vi abitano.
Questo può contribuire a fermare la guerra e sostenere la nascita di paese
democratico, rispettoso dei diritti umani e delle minoranze.
Si
possono inoltre boicottiamo le aziende italiane che operano in Turchia e le
aziende turche che vendono i loro prodotti (soprattutto alimentari) in Italia.
E se usassimo il boicottaggio?
I dollari dei turisti e dei partner commerciali finanziano la guerra contro
il popolo curdo. La Turchia è classificata al 15° posto nella graduatoria mondiale delle
spese militari e gestisce il secondo più grande esercito Natp: l’Italia contribuisce
a questa graduatoria come terzo fornitore di armi dopo Usa e
Spagna. Inoltre, grazie ai 6 miliardi di Euro stanziati per l’infame accordo
Ue-Turchia sui profughi, la Ue non fa che finanziare il riarmo e le pretese
egemoniche della Turchia in Medio Oriente. La Turchia, parte integrante della
Nato, è tra i principali sostenitori dei taglia-gole dell’ISIS, con i quali
traffica in petrolio e armi. Mentre immagini idilliache di sole, mare e
spiagge delle regioni costiere occidentali del paese vendono l’idea di un
paradiso del villeggiante, nelle regioni curde le entrate generate da turisti
stranieri vengono investite in cecchini, missili di F16 e gas
lacrimogeni.
Per questi motivi, vi invitiamo a boicottare la Turchia, paese
militarizzato che non garantisce l’incolumità dei turisti, che occupa
l’Anatolia curda per distruggerne identità, cultura, istituzioni, procurando
migliaia di morti e prigionieri, tra cui il leader Ocalan sequestrato in totale
isolamento nell’isola-carcere di Imrali da diciassette anni. Vi invitiamo a
boicottare la Turchia per i crimini di guerra commessi ai danni del popolo
curdo e degli oppositori. Vi invitiamo a boicottare la Turchia per prendere
posizione contro lo sfruttamento del lavoro minorile (secondo i dati TÜİK del
2012, infatti, ci sono circa 900 mila bambini lavoratori tra i 6 e i 17 anni) e
contro la negazione della libertà di associazione sindacale (la Turchia, pur
aderendo alle convenzioni ILO, di fatto non riconosce la libertà di associazione
sindacale).
Vi invitiamo a boicottare la Turchia anche come meta turistica perché ogni soldo
speso dai turisti stranieri fornisce al governo i mezzi per continuare la
sua massiccia campagna di distruzione militare che devasta villaggi, siti
architettonici storici, e, naturalmente, la vita delle persone che vi abitano.
Vi invitiamo a boicottare la Turchia per contribuire a fermare la guerra e
sostenere la nascita di paese democratico, rispettoso dei diritti umani e delle
minoranze.
Boicottiamo: Alitalia, Ariston, Assicurazioni Generali, Barilla Alimentare (Barilla
Gida A.S.), Electrolux Dayanikli TuketimMallari San, Enel Spa, Eni Spa, Giolitti
Roma, Gruppo Coin Oriental Buying Services Ltd, Indesit, IvecoSpa, Luxottica
Gozluk tic.as, Pirelli SpA (Celikord – Turk Pirelli Lastikleri a.s.), Piaggio
v.e. SpA (Ferco MotorLtd.), Sapori, Valtur SpA (Valtur Tatil Isl. A.s.),
Mimarlik Ins, Bialetti Industries SpA (Cem Bialetti a.s.), Gilma (Iceberg),
Burani Fashion Group, Valentino fashion Group, Tuo-dì (discount) che
distribuisce i prodotti FATINA (frutta secca), Zara, Hugo Boss, Mayerline,
Otto, Benetton, LC Waikiki, Julieta, De Facto, Dolce & Gabbana e Armani.
Le principali aziende turche che commercializzano prodotti in Italia nel
settore agro-alimentare sono: SAWA; GÜLSEN; TALAT ELMAS; AGROBAYS;
PEYBA; KERVITAS. Etnatost di Biancavilla commercializza fichi secchi, LIFE in
Turchia produce albicocche secche che vengono confezionate da Live Italia,
Sommariva Perno (CN), USTA Brand di provenienza turca. La famiglia Averna ha
venduto al gruppo SANSET della famiglia turca TOKSOZ lo storico marchio di
cioccolatini PERNIGOTTI, IBEKO (elettro-domestici); KARSAN (autoveicoli);
ANADOLU, KALE (ceramiche); ZORLU (energia). Inoltre KOC, YILDIZ e DOGUS sono
corporation di livello internazionale che operano in diversi settori e che
controllano anche aziende italiane.
Non comprate prodotti con il codice a barre 869…
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