Carnevale
globale per Assange, in diretta l'11 febbraio
Si terrà l'11 febbraio l'evento in diretta per 24 ore "Carnevale globale per Assange" promosso da Pressenza. Un modo per sostenere anche in Italia l'iniziativa Night Carnival for Assange lanciata da Don’t Extradite Assange Campaign a Londra.
Si terrà l'11 febbraio l'evento in diretta per 24 ore
"Carnevale globale per Assange" promosso da Pressenza. Un modo per
sostenere anche in Italia l'iniziativa Night Carnival for Assange lanciata da Don’t
Extradite Assange Campaign a Londra.
«Vogliamo tornare al significato antico del
Carnevale, quando si sbeffeggiavano i potenti e i loro soprusi con maschere,
canti, balli, musica, carri allegorici e cartelli satirici - spiegano da
Pressenza - Tutto questo si può applicare benissimo alla persecuzione attuale
di Assange, per esempio indossando maschere che riproducono il suo
volto».
I promotori accolgono le segnalazioni di «qualsiasi tipo
di iniziativa, dai flash mob, ai dibattiti, alla proiezione di film sul tema,
ma oltre al tono “carnevalesco” vi trasmettiamo anche una richiesta di John
Rees: far sentire la pressione internazionale al governo britannico e a quello
americano sottoscrivendo la petizione che chiede di fermare l'estradizione di Assange
negli Stati Uniti e la lettera al Presidente Biden perché lasci cadere le
accuse contro Assange. In questo modo migliaia di firme potranno aggiungersi a
quelle già raccolte» spiegano da Pressenza.
«L’11 febbraio le iniziative potrebbero tenersi, dove
possibile, nei pressi delle ambasciate e dei consolati del Regno Unito e degli
Stati Uniti, con la simbolica consegna delle due lettere, l’invito a firmarle
durante l’evento e l’annuncio delle firme totali raccolte fino a quel momento.
Nelle altre città saprete senz’altro trovare un luogo centrale e significativo
dove far sentire la vicinanza e la solidarietà a Julian e la pressante
richiesta di liberarlo» concludono i promotori.
Verranno organizzati collegamenti in diretta con i
diversi eventi che vanno segnalati entro il 31 gennaio alla mail 24hAssange@proton.me
Sarà possibile seguire la diretta anche sulla pagina
Facebook di Terra Nuova Edizioni
Global
Carnival: una nuova mobilitazione mondiale per Assange
Si stanno definendo i dettagli della nuova iniziativa
mondiale per la libertà di Julian Assange: in appoggio alla manifestazione di Londra organizzata da Dont Extradite Assange per l’11
febbraio si sono mobilitati da Buenos Aires fino all’Australia
tutti i gruppi, comitati, formazioni politiche e sociali che chiedono la
liberazione del giornalista australiano imprigionato in Gran Bretagna in attesa
di una estradizione che sarebbe uguale a una condanna a morte.
Si possono vedere crescere ogni giorno le adesioni e le
iniziative del “Global Carnival for Assange” sulla mappa che trovate sul sito www.24hassange.org ; l’11 Febbraio, dalle 11 a mezzanotte GMT ci
sarà di nuovo una diretta trasmessa sul canale
YouTube di Pressenza Italia e su quello di Terra
Nuova Edizioni.
Per informazioni ed adesioni scrivere a 24hAssange@proton.me
Assange: il momento decisivo. Intervista al padre John Shipton
Il
Premier australiano sta solo fingendo di lavorare per liberare Julian Assange?
- Patrick Boylan
Comincia a serpeggiare il sospetto che Anthony Albanese non
si stia affatto interessando presso le autorità statunitensi, come invece egli
ha preteso più volte, per il ritiro delle accuse contro il co-fondatore di
WikiLeaks.
In un articolo pubblicato
il 24 gennaio 2023 sul sito di MichaelWest Media, l’ex senatore australiano Rex
Patrick, ora giornalista investigativo, descrive le indagini che egli ha
intrapreso, grazie al FOIA, per scoprire tracce documentali delle
“pressioni” che il Primo Ministro Anthony Albanesi avrebbe fatto sugli Stati
Uniti per la liberazione di Julian Assange. Non ha trovato alcun
riscontro.
Il FOIA (Freedom Of Information Act) è un provvedimento che
garantisce il diritto di accesso agli atti amministrativi da parte di cittadini
comuni.
Di seguito la traduzione di Patrick Boyan dell’articolo
scritto da Rex Patrick.
Quando nel Parlamento australiano, a fine novembre, la
deputata indipendente Monique Ryan ha chiesto al Primo Ministro Albanese se il
suo governo fosse intervenuto per riportare a casa il giornalista australiano
Julian Assange, noi cittadini che lottiamo per la libertà di stampa abbiamo
visto un barlume di speranza.
Infatti, il premier ha risposto con queste parole
incoraggianti: “Come ho già fatto presente qualche tempo fa, quando è troppo è
troppo. È giunto il momento di concludere questa vicenda. Confesso che
non ho nessuna simpatia personale per alcune delle azioni del signor Assange.
Dico però che il problema va avanti da molti anni e [non si capisce perché],
soprattutto se confrontiamo la questione di Assange con quella della persona
responsabile della fuga di informazioni, Bradley Manning, ora Chelsea
Manning. Oggi Manning è libera di vivere la sua vita nella società
statunitense”.
Albanesi ha poi aggiunto: “Il governo continuerà
ad agire in modo diplomatico, ma posso assicurare la deputata di Kooyong che ho
sollevato personalmente la questione con i rappresentanti del governo degli
Stati Uniti. La mia posizione è chiara ed è stata chiarita all’amministrazione
statunitense: è giunto il momento di chiudere la questione.”
Poi, il 19 di questo mese, noi sostenitori di Assange
abbiamo visto un secondo barlume di speranza quando il procuratore generale e
deputato Mark Dreyfus ha annunciato un incontro con i media per discutere di
una migliore protezione della libertà di stampa. Nelle parole di Dreyfus:
“il governo Albanese ritiene che l’esistenza di mezzi di comunicazione forti e
indipendenti sia fondamentale per la democrazia e per tenere sott’occhio chi ci
governa. Un giornalista non dovrebbe mai temere di essere messo sotto accusa o
addirittura incarcerato solo per aver fatto il loro lavoro.”
Tuttavia esiste un’enorme differenza tra il dire e il
fare. Di recente io ho formulato una serie di richieste FOIA per ottenere
copie di eventuali documenti riguardanti il caso Assange e le risposte hanno
fatto crollare totalmente la bella facciata che il governo si era costruita.
In risposta ad una mia richiesta FOIA rivolta all’ufficio
del Primo Ministro, chiedendo una copia di qualsiasi corrispondenza o di altri
documenti riguardanti Assange inviati al Presidente degli Stati Uniti Joe Biden
da o per conto del Primo Ministro, nel periodo che va dal 23 maggio 2022 fino a
oggi, l’ufficio del Primo Ministro ha ammesso di non averne trovato alcuna
traccia.
Risposta di Simona Gory, Consulente legale senior del Primo
Ministro: “Ho domandato informazioni al personale competente che è a
conoscenza delle questioni relative alla Sua richiesta e che ha accesso agli
archivi pertinenti e ho chiesto di cercare tutti i documenti che rispondono
alla Sua richiesta. Non è stato trovato nulla, cioè, non sono stati individuati
documenti pertinenti che corrispondessero a quanto da Lei richiesto. Sono
convinta che siano state prese tutte le misure del caso per trovarli e che,
pertanto, tali documenti non esistono.”
In risposta ad una mia richiesta FOIA rivolta al
Procuratore Generale per ottenere copie della corrispondenza o perlomeno delle
registrazioni delle comunicazioni tra lui e il suo omologo statunitense Merrick
Garland relative ad Assange, anche in questo caso non si è trovato nulla…
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