E l’assassinio razzista di Tyre Nichols
Tyre Nichols è stato assassinato da 5 poliziotti a seguito di un controllo di polizia nel traffico. I poliziotti erano tutti neri e qualcuno dirà cosa ci azzecca il razzismo?
Per mettere a fuoco la questione
dovremmo riferirci ad alcune osservazioni di Malcom X.
Malcom X scriveva:
<<Per capire bisogna tornare alle definizioni…
sui due tipi di negro che c’erano durante la schiavitù: il negro da cortile
(house Negro) e il negro dei campi (field Negro). Il negro da cortile viveva
insieme al padrone, lo vestivano bene e gli davano da mangiare cibo buono,
quello che restava nel piatto del padrone. Dormiva in soffitta o in cantina, ma
era sempre vicino al padrone e lo amava molto di più di quanto il padrone
amasse se stesso. Si identificava col padrone più di quanto questi non
s’identificasse con se stesso… abbiamo ancora fra i piedi parecchi di questi
nigger da cortile. La versione moderna di questo servo ama il suo padrone e
vuole vivere vicino a lui. Pur di fare ciò è disposto a pagare affitti tre
volte superiori per poi andare in giro a vantarsi: “Sono l’unico negro qui!”,
“Sono l’unico negro in questa scuola!…
Cosa ci daranno nel 1965? Ho letto poco fa che hanno
deciso di far entrare un negro nel governo. Tutti gli anni adoperano un nuovo
trucco: prenderanno uno dei loro servitori negri, lo faranno membro del governo
in modo che possa passeggiare per Washington fumando il suo bravo sigaro, che
avrà da una parte il fuoco e da quell’altra un fesso. Siccome i problemi
personali di questo tale saranno stati risolti in modo molto soddisfacente,
dirà ai nostri fratelli: “Guardate un po’ che progressi stiamo facendo! Io sono
qui a Washington, vado a prendere il tè alla Casa Bianca. Sono il vostro
portavoce, il vostro leader”.>>
Anche Obama è nero, figlio di un
immigrato Kenyota che, dopo la laurea conseguita negli Stati Uniti (grazie alle
borse di studio concesse dal presidente Kennedy ai giovani talentuosi delle
borghesie africane che si liberarono dal giogo del colonialismo britannico),
tornó in Kenia dove scrisse poi il libro “Il socialismo africano e la sua
applicabilità alla pianificazione in Kenya”. Poi Obama figlio da Presidente
degli Stati Uniti ha bombardato Somalia e Libia. Così il primo presidente nero
degli Stati Uniti passa alla storia come il primo presidente nero americano a
bombardare l’Africa!
E lo fa perchè Obama rappresentava e
rifletteva le necessità impersonali del vecchio colonialismo che ancora, nella
modernità, continua a saccheggiare l’Africa, per tentare di continuare ad
imporre ai suoi popoli il ruolo subalterno e sottomesso alla produzione del
valore capitalista imperialista.
Allora, torniamo alla questione: che i
poliziotti sono neri cambia la sostanza del pestaggio razzista che ha causato
la morte del giovane Tyre Nichols?
Certamente no!
D’altronde con assoluta ragione, Malcolm
X ne dá una spiegazione partendo dal regime schiavista che applicava
capitalisticamente una appropriata divisione del lavoro per le necessità della
impresa operante nella piantagione capitalista che possedeva: il negro da cortile
e il negro del campo. Con questa affermazione egli darebbe spunto al comunista
di oggi per una ripresa di analisi seria, ma ahimè egli (Malcolm) rimane
inascoltato da orecchie eurocentriche che non possono sentire.
Vogliamo approfondire? Malcolm X dà uno
sguardo al suo oggi (che è più di 60 anni fa, un epoca), dove il negro da
cortile si è integrato con la capacità dello sviluppo storico della
accumulazione, dunque attraverso il sogno americano, capace di piegare e
sussumere alle sue necessità non solo i negri da cortile, bensì anche gli
esclusi neri sfruttati.
Il “nigger” generico, dice Malcolm X
vuole rivendicare la sua appartenenza al mercato come produttore, secondo le
bianche regole del capitalismo razziale. Dice “è pure disposto a pagare affitti
più alti” per vivere nella suburb della middle e working class bianca. Questa è
storia che vive nel presente, con la sua ricaduta antropologica profonda nei
rapporti economici e sociali.
Quello che riesce ad “integrarsi” si
eleva a “rappresentante”.
Malcolm X scriveva “il negro da cortile
vuole bene al padrone più di quanto il padrone amasse se stesso”.
Detto e fatto i neri in quanto tali,
bravi ed operosi, indipendentemente se sono sfruttati o hanno avuto accesso
all’ascensore sociale reso possibile da un lungo ciclo dello sviluppo della
accumulazione passato, “guardano alla produzione del valore”, ne più, nè meno
di quanto l’operaio guarda alle necessità del valore sottomesso e sussunto dal
processo di produzione immediato e sociale che lo determina e che con il suo
movimento riproduce le condizioni proletarie dell’esistenza.
Tant’è che a questa stregua abbiamo
avuto il primo presidente nero, votato dai neri che poi ha bombardato l’Africa.
Questo cambia la sostanza generale
capitalista del razzismo – sistemicamente intrecciati reciprocamente, cambia
questa sostanza delle sue istituzioni determinate quando i poliziotti ad
ammazzare sono anche essi degli afroamericani?
È di questo che si sta parlando. Ebbene
se si sta parlando di questo non vi è alcuna domanda che richiede una diversa
risposta da parte mia. Già Malcom X ha spiegato, ma non solo lui anche Frantz
Fanon, perchè anche parte dei razzializzati si adeguano al razzismo del modo di
produzione capitalistico contro se stessi. Così come parte delle donne sono misogene,
giustificano la violenza di genere e difendono i valori patriarcali del
capitalismo democratico liberale contro altre donne e contro se stesse.
Ora non possiamo girarci intorno, questo
è il punto determinante della questione. Tutte queste vicende vengono
commentate per smontare la critica teorica di fondo, che è: il capitalismo non
poteva fondarsi senza il colonialismo, la schiavitù e il razzismo, il suo
sviluppo non risolve queste contraddizioni semmai le amplifica. Tutto quanto
viene commentato al riguardo di fatti simili punta a mistificare questa realtà.
Non c’è elemento di sinistra (comunista,
marxista o anticapitalista) che non inciampa dolosamente su
questo punto.
Ci sono comunisti del socialismo
hegeliano che spiegano il razzismo come il risultato del razzismo di
stato, per negare che esista non solo quello dell’operaio bianco, ma anche
per negare che talvolta l’immigrato inserito nella produzione guarda agli altri
immigrati “irregolari” come concorrenti sul mercato del lavoro, cedendo al
“luogo comune sociale diffuso” razzista, che li porta poi a schernirli
definendoli <<crumiri>> della lotta di classe.
Ma il termine <<crumiro>> ha
un significato razzista fin dalla sua origine. Il colonialismo francese
nell’800 conió questo termine contro gli arabi tutti del Nord Africa
colonizzato, poi il movimento socialista europeo ed italiano lo fece proprio
sul finire dell’800 quando l’immigrazione intra europea metteva in concorrenza
sul mercato della forza lavoro gli operai autoctoni con quelli immigrati da
altre nazioni europee o dall’Irlanda in Inghilterra.
Un altro tipo di comunisti, durante la
George Floyd Rebellion, si sono sforzati di fornire statistiche che rilevano
che la maggior parte dei neri ammazzati lo sono per mano di altri neri e solo
una piccola parte per mano della polizia. Che si trattasse di guardare a quella
rivolta giovanile multirazziale contro il razzismo dal punto di vista di un
astratto programma e coscienza di classe, concludendo che tutto sommato si
fosse in presenza di una protesta cittadinista del ceto medio black dimenticato
a vivacchiare nel degrado e dalla criminalità (dei neri) dei loro quartieri,
che si fosse in presenza di una mera protesta dei settori intermedi delle
comunità black volta a richiedere sicurezza e polizia più umana.
Dunque, per tutti costoro e soprattutto
per chi rappresenta gli interessi e le necessità del mercato, se il poliziotto
ad ammazzare un nero è esso stesso nero, ció non costituirebbe razzismo.
Tutti quanti gli eurocentrici (tra chi
difende il capitalismo e chi lo vorrebbe combattere) forniscono i dati reali
dell’elettorato nero ed ispanico che mostrano che una buona fetta di questi
neri ed ispanici hanno votato o voterebbero per Trump. Il tutto per dire che
solo la divisione del lavoro e l’appartenenza ad una classe o all’altra conta,
in sostanza il razzismo non c’è o se esiste è solo per qualche residuo
culturale del lungo passato. Basterebbe, secondo costoro, una indistinta lotta
di classe, rispetto alla quale i razzializzati dovrebbero assumere questo
orizzonte come punto di vista, non curanti del razzismo che attraversa l’intera
società. È ovvio che questa è una conclusione idealistica del socialismo
hegeliano, ma il capitalismo reale è un’altra cosa che determina altro negando
il libero arbitrio delle coscienze.
È il razzismo sistemico del modo di
produzione capitalistico che ha scatenato la violenza omicida di quei vinque
poliziotti, e va ribadita la necessità teorica rivoluzionaria di affermarlo per
una critica comunista al modo di produzione capitalistico.
Non perchè questo blog pensa che un
movimento antirazzista farà crollare il capitalismo.
Perchè, viceversa, ogni lotta o critica
antagonista al modo di produzione capitalistico alla fine tende a rimuovere
– <<per forza storica e di inerzia antropologica>> –
il razzismo, nascondendolo sotto il tappeto il del “privilegio bianco” (se ne
capiamo il significato), ossia di quel salario sociale di vantaggio che i
poveri contadini e disoccupati Europei, con le loro valige di cartone, seppur
discriminati, ne hanno tratto storicamente vantaggio attraverso la segregazione
dei neri emigrando negli Stati Uniti e nell’oppressione imperialista dei popoli
colorati per tutto un ciclo storico, che ha consentito il procedere della
segregazione degli ex schiavi fin qui.
È importante ribadirlo criticamente e
con coraggio, al di fuori delle semplificazioni ideologiche, eurocentriche e da
socialismo hegeliano, perchè la difesa del privilegio della
<<bianchezza>>, ossia della appartenenza al sistema strutturale e
di valori del colonizzatore storico, è l’ultimo feticcio con cui l’uomo
capitalistico si aggrappa reazionariamente mentre il mondo intorno vacilla, si
crepa, ondeggia e inizia a dare segni di cedimento per suo moto proprio ed in
virtù dei meccanismi deterministici svelati dalla legge del valore di Marx. E
con questo scricchiolare anche la stessa torre d’avorio del <<privilegio
bianco>> è destinata a sbriciolarsi proprio per le stesse leggi del moto
della crisi della produzione del valore.
Allora, il giovane Tyre Nichols,
afroamericano di 29 anni, è stato ucciso o no dalla mano impersonale del
razzismo sistemico?
Tyre Nichols è stato ucciso dal razzismo
sistemico del capitalismo.
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