martedì 21 marzo 2023

I crimini di guerra sono sempre quegli degli altri

articoli e video di Manlio Dinucci, Agata Iacono, Alessandro Barbero, Michele Marsonet, Marco Travaglio, Alessandro Di Battista, Manolo Monereo, Fabio Mini, Lucio Caracciolo, Vittorio Rangeloni, Emmanuel Todd, Pepe Escobar, Sergey Glazyev, Sergei Lavrov,Nicolai Lilin, Ascanio Celestini, Antonio Mazzeo, disarmisti esigenti, Stefano Orsi, Europe for Peace, fratelli Kononovich, Giuliano Marrucci



Italia paese pacifista in ostaggio di politici No Pax.

Il complesso militare-industriale ha il controllo sul governo degli Stati Uniti che ha votato per dare al Pentagono circa mille miliardi di dollari dei soldi dei contribuenti, tagliando i programmi sociali che avrebbero aiutato le famiglie povere e lavoratrici. Analogo è il meccanismo per Russia e Italia ecc. In Usa c’è Joe Biden (ancora per poco). Probabilmente l’imprenditore Donald Trump non avrebbe speso 73 miliardi di dollari in Ucraina, destinati inevitabilmente ad aumentare, per una guerra ideologica (tipo Serbia, Afghanistan, Libia), senza vincitori, che non è proporzionata ai vantaggi economici, se non di quelli della lobby delle armi. Nel mentre, la Cina è quella che più si avvantaggia nella guerra russo-americana conquistando mezzo mondo con le armi dell’economia e non della guerra, ma a rischio di conflitto essa stessa (Taiwan).

La politica è disposta a pagare qualsiasi prezzo umano e a produrre centinaia di migliaia di morti, proprio come accadeva durante la prima guerra mondiale, quando si sono distrutte intere generazioni nel nome della “Patria”. Mentre giurano sulla chimera della vittoria dell’Ucraina, mentre negano la terza guerra mondiale e il rischio nucleare, la corsa sfrenata agli armamenti è oramai dichiarata esplicitamente da tutti i governi sulla spinta degli Stati Uniti, dal Giappone alla Cina, dall’Australia dalla Corea del Sud, dall’India all’Italia… che direttamente o indirettamente, volenti o nolenti, sono coinvolti nella guerra per procura sulla pelle degli ucraini (a tacere gli altri conflitti mondiali).

Nell’ Europa a servizio degli USA, si prevede che i Ventisette trasferiscano a Kiev parte dei loro depositi di munizioni e, per trovare più soldi per più armi all’Ucraina, affinchè la guerra continui fino all’ultimo ucraino, la proposta è quella “di usare un miliardo proveniente dal Fondo europeo per la pace (EFP – European Peace Facility) per rimborsare fino al 50-60% del materiale inviato all’Ucraina dai paesi membri.” Insomma, “La nostra industria della difesa deve passare rapidamente alla modalità di una economia di guerra”. Questo sempre più acceso accanimento per la guerra, che significa anche il prosciugamento del “Fondo per la pace”, significa, è ovvio, l’aumento del Fondo per la guerra con i conseguenti tagli alle spese sociali.

Essendo in guerra, è conseguente anche la propaganda di guerra, da che mondo è mondo. Come la interpreta l’Italia? Secondo il libro di Marco Travaglio: da scemi di guerra, avremmo cioè trasformato una tragedia in una farsa con un dibattito politico-giornalistico da bar sport, umiliante, primitivo, cavernicolo, ridicolo: tutto slogan, grugniti e clave. La tesi del libro “La tragedia dell’Ucraina, la farsa dell’Italia. Un Paese pacifista preso in ostaggio dai NoPax” (clicca qui l’introduzione) è che siamo un Paese in gran parte pacifista tenuto in ostaggio da politici e opinionisti… No Pax. Scemi di guerra sono perciò questa maggioranza che non si ribella alla propaganda. La quale ha abolito: la Costituzione (art. 11, art. 52); i valori della pace, del disarmo e dell’antifascismo; la geografia e la storia; l’economia e la medicina; il comune senso del pudore e il vocabolario; la libertà di pensiero e di espressione; la diplomazia e le sue regole-base; il rispetto per le altre culture. E perfino il senso del ridicolo: pacifisti e papisti uguale a putiniani. Ma noi insistiamo: “L’unica soluzione realistica rimane il negoziato”.

da qui

 

  

Corte penale internazionale (CPI), crimini di guerra Usa e Assange – Agata Iacono

Due pesi e due misure.

La Corte Penale Internazionale che ha condannato Putin non è riconosciuta solo dalla Russia.

La Corte dell’Aia è stata bocciata in primis dagli USA. Gli Stati Uniti sono stati infatti uno dei soli sette Stati che hanno votato contro l’istituzione della CPI (la Russia ne aveva sottoscritto la creazione ma poi non ha ratificato il trattato di Roma), nel 1998.

Gli USA si considerano esenti da una qualsiasi valutazione che osi entrare nella propria giurisdizione, anche quando un cittadino statunitense commette un reato in un altro Stato.. Hanno minacciato la CPI per qualsiasi indagine possa essere condotta su crimini di guerra condotta commessi dagli USA.

Così twitta il premio Pulitzer Glenn Greenwald appena appresa la notizia del “mandato di cattura contro Putin” annunciato dalla CNN…

continua qui

 

Sul baratro dell’atomica – Ascanio Celestini

Quando l’esercito della Federazione russa ha invaso l’Ucraina, il conflitto è passato da una dimensione regionale a una mondiale. A quella guerra oggi partecipa tutto l’Occidente, con le sue armi, i suoi addestramenti, la sua propaganda. Quando è cominciata questa nuova fase, un anno fa, sono andato in pellegrinaggio, lo dico ironicamente, da Alex Zanotelli, che vive nel quartiere Sanità, a Napoli: sono andato cioè per capire con lui qualcosa in più su cosa stava succedendo, come ci dovevamo organizzare, quale era la “cassetta degli attrezzi” che ci dovevamo portare dietro per tentare di “riparare il danno”. Insomma, la domanda era: come possiamo difenderci da un futuro sempre più disastroso nel quale rischiamo di vedere i nostri figli partire per la guerra?

“L’unica cosa sulla quale in questi giorni sto riflettendo molto – ha detto Zanotelli – è che oggi c’è giù un unico grande vincitore: il complesso militare industriale… I fabbricanti d’armi, son loro che hanno vinto. È questa la cosa paradossale della nostra storia: stiamo ballando letteralmente sul baratro di una esplosione atomica… È l’inverno del nucleare in un pianeta che non ci sopporta più. È questa la follia umana che non abbiamo compreso…”.

Resta un’altra domanda importante: che fare, qui e ora? Dobbiamo lasciare l’Ucraina nelle mani dei militari russi?

Secondo Alex Zanotelli il pensiero e le pratiche della nonviolenza sono fondamentali soprattutto prima che scoppi una guerra. La nonviolenza non si improvvisa. Oggi possiamo chiedere un cessate il fuoco. Non la “pace”, ma un cessate il fuoco a qualsiasi costo: si tratta di fare di tutto per limitare i danni, arginare il disastro, senza eroismi e senza retorica. L’importante, insomma, è fermare il numero dei morti. Subito dopo occorre ricominciare in tanti modi diversi l’opera di coscientizzazione o ricoscientizzazione nonviolenta.

da qui

 

continua qui

Nessun commento:

Posta un commento