Michelangelo Severgnini è un regista e scrittore da anni è impegnato, con il
progetto "Exodus", nel dare voce a chi non ha diritto di parola: le
migliaia di migranti-schiavi che si ammassano in Libia (ora sempre più dalla
Tunisia).
Libia, il "Piano Mattei" e i famigerati 8 miliardi dell'Eni con il
governo di Tripoli al centro dell'intervista rilasciata a l'AntiDiplomatico.
Con il Parlamento legittimo che si trova a Bengasi e con l'esercito nazionale
che controlla pozzi petroliferi Severgnini è sicuro che "questi 8
miliardi di euro sono un investimento bellico a favore delle milizie criminali
che controllano Tripoli e gestiscono il traffico di esseri umani in combutta
con le mafie africane come dimostro con il mio lavoro: "l'Urlo: schiavi in cambio di petrolio".
E le conseguenze sull'immigrazione sono chiare. "Sono le milizie
che finanzia la Meloni che fanno arrivare i disperati in Europa: all'atto
pratico fa esattamente il contrario di quello che dice. E c'è una sola
spiegazione: ed è militare", prosegue Severgnini.
"La missione Irini partita nel 2020 con a capo l'Italia per monitorare
l'embargo di armi alla Libia è stata rinnovata. Ogni volta che la Meloni parla
di immigrazione parla in realtà di guerra. Siamo un paese in guerra che
addestra i soldati ucraini e il fronte Sud è sempre più caldo. Con i pozzi
petroliferi in mano all'esercito nazionale libico, gli inglesi stanno facendo
pressioni. La militarizzazione del fronte sud del Mediterraneo è in mano
all'Italia: lo spauracchio dell'immigrazione serve a militarizzare il
Mediterraneo", prosegue Severgnini.
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