Il rappresentante permanente siriano presso l'Ufficio delle Nazioni Unite e di altre organizzazioni internazionali a Vienna, Hassan Khaddour, ieri, ha rivelato le cifre e le conseguenze economiche dei danni per i saccheggi, i furti continui di idrocarburi degli Stati Uniti d’America con la complicità delle milizie filocurde.
Si parte dai danni provocati dalla guerra per procura ai danni della Siria
imposta dall’occidente e dalle potenze regionali usando i gruppi terroristici.
Con il 70 per cento del parco industriale distrutto, le perdite sono
stimate in circa 60 miliardi di dollari.
Secondo Khaddour, “il numero degli impianti industriali privati
danneggiati, registrato solo nelle province di Damasco, Aleppo, Hama e Homs,
ammonta a circa 4.200, mentre 49 fabbriche del settore statale hanno cessato la
produzione.”
Il diplomatico siriano ha ricordato che “la Siria ha bisogno di almeno 210
miliardi di dollari per ripristinare il corso della produzione industriale
com'era prima della guerra.”
Le perdite nel settore degli idrocarburi
Il rappresentante di Damasco ha sottolineato che il settore petrolifero che
“prima della guerra costituiva la principale fonte di reddito per lo Stato
siriano, mostrano che i danni derivanti da saccheggi e sabotaggi da parte degli
Stati Uniti ammontano a 115,2 miliardi di dollari.”
Inoltre, si stima che le forze statunitensi e le loro milizie
‘terroristiche e separatiste’ hanno rubato tra i 100 e i 130mila barili al
giorno e recentemente questa cifra ha raggiunto i 150mila, a cui si aggiungono
60 milioni di metri cubi di gas naturale all’anno.”
Riguardo i danni indiretti “il valore supera gli 87,7 miliardi di dollari,
una cifra che rappresenta i mancati benefici di petrolio greggio, naturale e
gas domestico derivanti dalla diminuzione della produzione.”
Dal Ministero degli esteri siriano hanno, dunque, ribadito che “queste non
sono semplici cifre, ma prove che dimostrano la responsabilità degli Stati
Uniti e dei loro alleati per la sofferenza e il deterioramento della situazione
economica e umanitaria dei siriani.”
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