Casa vostra, una tranquilla serata di
briscola con i pochi amici di sempre, compagni fedeli che non vi abbandonano
mai neppure quando la vita somiglia a una nave in burrasca. Vostra moglie porta
bibite e stuzzichini poi si unisce a voi per la partita. Vostra figlia gioca
nell’altra stanza con il sottofondo della televisione. A un tratto, come se si
fosse strappata una corda, tutto si fa silenzio e fuori dalle finestre nevica
in modo sostenuto. In strada non c’è anima viva. All’apparenza tutto normale,
ma vedete una persona aprire le finestre e affacciarsi, per poi stramazzare di
colpo. La neve è letale – o così sembra – e ha già ricoperto i corpi di coloro
che si trovavano all’aperto.
Ecco lo scenario che si presenta a ti si
presenta… se tu sei Juan Galvez, con moglie, figlia e intorno gli amici: un
evento inspiegabile che ha reso la città di Buenos Aires – in Argentina – un
vero e proprio cimitero a cielo aperto. Le sorprese non erano finite. Juan
Galvez, uscito in esplorazione con una rudimentale tuta protettiva costruita
con materiali di fortuna, intende la gravità della situazione solo in seguito,
fino all’epilogo della vicenda che lo avrebbe reso uno dei più famosi
viaggiatori del tempo forse della storia e di certo del fumetto, con la fantascienza al suo massimo grado.
Scritto da Hector German Oesterheld con
i disegni ruvidi e sanguigni di Francisco Solano Lopez, “L’ Eternauta” uscì a partire dal
1957 e sembra precorrere tragicamente il colpo di stato in Argentina del 1976
ad opera di Jorge Videla dove anche Oesterheld morirà fra quei “desaparecidos”
invisi al regime e fatti scomparire in silenzio, spesso buttati da un aereo
nell’oceano. Prima ancora la stessa sorte era toccata alle figlie di
Oesterheld, come a migliaia di altre persone.
Ridisegnata da Alberto Breccia nel 1969,
fu la versione che arrivò per prima in Italia, pubblicata da “Lanciostory”,
anche se l’originale di Lopez è tuttora considerato il vero Eternauta.
Esiste in Argentina una forte scuola di
illustratori e di sceneggiatori e il fumetto è considerato un’opera d’arte
sullo stesso piano della letteratura e del cinema: all’epoca non c’era un
quotidiano argentino che non avesse la sua brava striscia di fumetti o il
supplemento domenicale dedicato alla “letteratura disegnata” (come la definiva
Hugo Pratt, grande amico di Oesterheld e per molti anni emigrato in Argentina)
.
Con questo sostrato culturale, ad
Oesterheld venne naturale creare una storia che arrivasse a scuotere con
potenza la coscienza del grande pubblico. Ai dittatori, ai militari, ai
fascisti e alle loro squadre della morte “L’Eternauta” – cosi
vibrante, intelligente, ricca di democrazia e libertà – risultò indigeribile.
Quest’opera di Oesterheld può essere
letta a più livelli: azione e avventura, ma anche analisi sociale, politica e
di costume. L’autore descrive con maestria gli alieni schiavizzati con un
marchingegno impiantato direttamente nel cranio, chiaro riferimento ai suoi
connazionali colpevoli di essersi resi burattini del potere. I misteriosi Loro
come metafora dei poteri occulti che manovrano dietro le quinte i generali:
erano – e sono – le multinazionali, i servizi segreti, i governi (quasi tutti)
degli Stati Uniti.
La fantascienza sembra essere il veicolo
migliore per rendere queste accuse una grande metafora dei nostri tempi, con le
guerre guidate dalle democrazie “buone” e i loro cittadini tranquilli e ciechi,
per godersi l’orticello, plagiati dao media e talora da un certo benessere.
Benessere solo fittizio rammenta Oesterheld: i poteri occulti possono renderci
schiavi e distruggerci a loro comodo.
Insieme a “L’Eternauta”
l’America Latina ci ha donato altri fumetti fantascientifici di grande
spessore. Da ricordare “La città” di Antonio
Barreiro (disegnata sapientemente da Juan Gimenez) nato in seguito
all’emigrazione forzata dei due autori nella sicura Parigi dopo il golpe di
Videla. Entrambi fortemente segnati da tale esperienza, ne tradurranno
l’angoscia e la disperazione in questa serie a fumetti. La storia segue la vita
di un giovane che viene catapultato brutalmente dalla vita di tutti i giorni in
un incubo a occhi aperti: una città sconosciuta e ostile, dove altri disperati
come lui sono gli uni contro gli altri, nel quotidiano tentativo di
sopravvivere. E’ una città da cui non esiste via d’uscita, fuori dal tempo e
dallo spazio: il giovane dovrà imparare presto a difendersi per racimolare un
pasto, arrivando poi a scoprire una sconvolgente verità. Per leggerla, dovrete
recuperare i numeri di “Lanciostory” a partire dal 1982, oppure cercare
“Euracomix n° 16” della Eura Editoriale, che raccoglie tutta la prima parte, ma
le tavole sono state colorate e rimontate per compattare la storia in un volume
di 126 pagine. Sarebbe dunque meglio recuperare “Fantacomix-Day n. 1”, sempre
Eura Editoriale: preferibile perché in bianco e nero con tutta la prima parte,
più la continuazione disegnata da Luis Garcia Duran e la serie “Robin delle
Stelle” di Carlos Trillo e Enrique Breccia.
Bisogna ricordare anche “Peter Kampf lo
sapeva” di Carlos Trillo e Domingo Mandrafina, singolare storia di
fantapolitica, ambientata in una realtà alternativa degli USA negli anni ‘50.
Gli autori immaginano un Adolf Hitler emigrato in USA prima degli avvenimenti
che lo avrebbero portato nel partito nazista. E nel Nuovo Mondo quel tale
Adolfo sarebbe diventato un bravo autore di fumetti, evitando quindi lo scoppio
della Seconda Guerra Mondiale. Purtroppo anche in quel caso il destino ci mette
la mano: infatti i fumetti di Hitler andranno a ispirare i fanatici razzisti.
Ciliegina sulla torta, si scopre che il candidato presidente per i Repubblicani
è John Wayne e il direttore dell’agenzia di stampa che cura la sua campagna
elettorale è Joseph Goebbels. Un fumetto coinvolgente e dal ritmo
serrato, con un finale tanto amaro da essere un violento pugno nello stomaco.
Purtroppo questo albo è difficilissimo da ritrovare, consiglio una ricerca
approfondita nel mercato collezionistico: uscì per la prima volta sulla rivista
“Skorpio” e fu ristampato una sola volta in un albetto a parte spillato e
allegato alla rivista “Skorpio Più” nel 1992.
E arriviamo a “Perramus” di Juan
Sasturain e Alberto Breccia, uscito per la prima volta nel 1985, una potente
denuncia contro i dittatori argentini e il colpo di stato. E’ la storia di un
uomo che si ritrova a vivere senza memoria nel proprio Paese, sottomesso alla
dittatura militare. Non ricorda niente, neppure il suo nome. Si fa chiamare
“Perramus”, leggendo l’etichetta dell’impermeabile che indossa. Ha l’ncarico di
far sparire i corpi dei desaparecidos, Perramus fugge rocambolescamente con
l’aiuto dell’amico Canelones, finendo sull’isola del Guano. Situazione assurde
si parano ai loro occhi: un bombardiere abbandonato insieme al suo pilota,
politici statunitensi che si godono il fascino del Paese tropicale, cineasti
che vendono solo trailer cinematografici di film mai realizzati. Incontrano
casualmente lo scrittore argentino Jorge Luis Borges, di ritorno da Stoccolma
in seguito alla consegna del Premio Nobel per la Letteratura. Lo scrittore
argentino scampa per miracolo a un attentato orchestrato dai “Marescialli di
Santa Maria”, in seguito alle pesanti dichiarazioni rilasciate al momento della
consegna del premio. Lo strano trio composto da Perramus, Canelones e Borges
s’infila in una avventura dietro l’altra, arrivando a ritrovarsi sull’isola di
Mr. Whitesnow, dove faranno altre scoperte inquietanti. Tale isola è una metafora
della dittatura, in cui l’economia è basata letteralmente sul guano: con molta
ironia e irriverenza, si fa presente come gli abitanti, per vedere risollevate
le proprie sorti economiche, debbano attendere con speranza che piovano
escrementi. Mai come in questo caso “il problema non è la merda, al contrario è
la soluzione” (così affermano gli scagnozzi di Mr. Whitesnow). Questo fumetto
lo trovate raccolto in volume nella recente ristampa da parte di 0001 Edizioni.
Per concludere segnalo “Mort Cinder”,
sempre del buon Oesterheld e disegnato da Alberto Breccia, uscito per la prima
volta nel 1962. Un antiquario compra oggetti antichissimi e il suo amico li
riconosce per averli posseduti nel suo passato, in quanto egli è immortale. Non
è propriamente fantascienza, dato che non si fornisce una spiegazione
all’immortalità del protagonista, ma è una storia estremamente struggente, dove
Mort Cinder, l’uomo eterno, ripercorre con la memoria la Storia umana, dalla
Torre di Babele, alle Termopili, alla tratta degli schiavi in Africa, alla
Prima Guerra Mondiale. Il racconto diventa un affresco appassionato ed
emozionante dell’umanità e dei suoi drammi corali, resi dalla vivida memoria
dell’ Immortale.
Sempre dobbiamo raccontare, come
l’autore di fumetti a cui Juan Galvez narrerà la Storia Futura (che è destinata
tragicamente a ripetersi) nella speranza che le coscienze si risvegliano e la
catena dell’Eterno Ritorno Temporale sia finalmente spezzata.
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