giovedì 22 marzo 2018

La materia oscura - Michelle Paver


 inizi a leggere senza capire come andrà a finire, sembra la solita storia di esploratori avventurosi, come tante.
andando avanti scopri che c'è un misteri, soli, nella neve e nel ghiaccio, quel pugno di esploratori non va tanto d'accordo, e poi ci sono i cani.
un po' Zanna Bianca, un po' Gordon Pym, quelle atmosfere, quei latrati, quei silenzi, quel freddo impossibile, Michelle Paver tira fuori un gran libro.
buona lettura.







Ci sono almeno tre motivi per segnalare questo romanzo: il primo riguarda l’editore, Giano, che assistito da Guanda sa scegliere buoni prodotti d’intrattenimento. Il secondo motivo è l’ambiente, il nord artico dei ghiacci eterni – dove la notte, un buio ossessivo, dura troppi mesi – che dà una illusione di frescura nel mezzo di una eccessiva calura. Il terzo motivo, infine, è l’autrice, che viene dalla letteratura per ragazzi e sa costruire l’avventura come pochi altri sanno fare.
Quattro giovani britannici vanno in spedizione nell’artico con pretesti di ricerca scientifica e per varie disgrazie uno solo, il meno aristocratico e il più risentito, con un fondo omosessuale (il libro è il suo diario) rimane con i cani a presidiare nell’infinita notte la postazione e deve confrontarsi con l’inquietante, prima, e terrorizzante, poi, presenza del fantasma di un morto male, di un morto malvagio. “A queste latitudini, gli uomini percepiscono cose di cui, più a sud, non avvertono nemmeno l’esistenza”.
Deaver ha scritto che in queste pagine Jack London si incontra con Stephen King. Ha dimenticato Verne, ma è vero, la formula è questa. Si deve però all’abilità dell’autrice e alla sua sapienza d’intrattenitrice di lettori adolescenti se qui la formula funziona egregiamente, e se nella nostra torrida estate il suo romanzo si è rivelato di buona compagnia.

La narrazione della Paver, appassionata di viaggi nell’estremo Nord, riesce a rendere in modo preciso i cambiamenti atmosferici e stagionali: la luce del giorno che svanisce per lasciare posto ad un’oscurità opprimente e terrificante, che avanza di pari passo con l’angoscia ed il tormento del protagonista.
Particolarmente interessante risulta anche l’evolversi del suo rapporto con i cani, dapprima tenuti a distanza, guardati con sospetto e diffidenza, e poi, col mutare delle sue percezioni e con l’intensificarsi delle “apparizioni”, considerati alleati in questa lotta che Jack intraprende per superare dubbi e paure, ma anche per affrontare i propri limiti.

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