inizi a leggere senza capire come andrà a finire, sembra la solita storia di esploratori avventurosi, come tante.
andando avanti scopri che c'è un misteri, soli, nella neve e nel ghiaccio, quel pugno di esploratori non va tanto d'accordo, e poi ci sono i cani.
un po' Zanna Bianca, un po' Gordon Pym, quelle atmosfere, quei latrati, quei silenzi, quel freddo impossibile, Michelle Paver tira fuori un gran libro.
buona lettura.
Ci sono almeno tre motivi per segnalare
questo romanzo: il primo riguarda l’editore, Giano, che assistito da Guanda sa
scegliere buoni prodotti d’intrattenimento. Il secondo motivo è l’ambiente, il
nord artico dei ghiacci eterni – dove la notte, un buio ossessivo, dura troppi
mesi – che dà una illusione di frescura nel mezzo di una eccessiva calura. Il
terzo motivo, infine, è l’autrice, che viene dalla letteratura per ragazzi e sa
costruire l’avventura come pochi altri sanno fare.
Quattro giovani britannici vanno in
spedizione nell’artico con pretesti di ricerca scientifica e per varie
disgrazie uno solo, il meno aristocratico e il più risentito, con un fondo
omosessuale (il libro è il suo diario) rimane con i cani a presidiare
nell’infinita notte la postazione e deve confrontarsi con l’inquietante, prima,
e terrorizzante, poi, presenza del fantasma di un morto male, di un morto
malvagio. “A queste latitudini, gli uomini percepiscono cose di cui, più a sud,
non avvertono nemmeno l’esistenza”.
Deaver ha scritto che in queste pagine
Jack London si incontra con Stephen King. Ha dimenticato Verne, ma è vero, la
formula è questa. Si deve però all’abilità dell’autrice e alla sua sapienza
d’intrattenitrice di lettori adolescenti se qui la formula funziona
egregiamente, e se nella nostra torrida estate il suo romanzo si è rivelato di
buona compagnia.
…La narrazione della Paver, appassionata di viaggi
nell’estremo Nord, riesce a rendere in modo preciso i cambiamenti atmosferici e
stagionali: la luce del giorno che svanisce per lasciare posto ad un’oscurità
opprimente e terrificante, che avanza di pari passo con l’angoscia ed il
tormento del protagonista.
Particolarmente interessante risulta anche l’evolversi del
suo rapporto con i cani, dapprima tenuti a distanza, guardati con sospetto e
diffidenza, e poi, col mutare delle sue percezioni e con l’intensificarsi delle
“apparizioni”, considerati alleati in questa lotta che Jack intraprende per
superare dubbi e paure, ma anche per affrontare i propri limiti.
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