ci sono libri scritti per comunicare il dolore, e sono scritti così bene che il dolore fa più male.
al tempo degli schiavi, proprio l'altro ieri, la vita era cosi crudele che i sacrifici da fare per evitare il dolore a sé o ai propri familiari e amici erano oltre l'immaginabile.
Sethe è l'ombra di se stessa, vede un fantasma, i figli maschi vanno via, resta solo Denver, che cerca di accudirla.
poi arriva Paul e dopo Beloved (Amatissima).
Sethe, per un po', ricomincia a vivere.
alcune pagine sono bellissime, le altre di più.
non privatevene.
Forse per comprendere appieno Amatissima di
Toni Morrison non basta una lettura, ce ne vorrebbero due, forse anche tre.
Forse si dovrebbe leggere in lingua originale. Resta il fatto che anche alla
prima lettura, si capisce di essere immersi in una lettura immensa, una storia
che “non è una storia da tramandare” ma che durerà per sempre, che non dovrà
mai essere dimenticata, non dovrà mai essere dimenticato come vivevano – anche
se vivere non è il verbo esatto – le persone di colore negli Stati Uniti
segregazionisti.
È sempre difficile trovare le parole per un libro che profuma di
capolavoro e di classico intramontabile, posso solo raccontarvi le mie
sensazioni; vi posso dire che ho tremato di rabbia per le sopraffazioni che ho letto,
ho sospeso più volte la lettura per metabolizzare le parole di alcuni passaggi.
Ho visto l’odio dei bianchi e la compassione dei neri, ma ho visto anche la
compassione dei bianchi e la freddezza dei neri. E ho pensato al Taijitu con
lo yin e lo yang, che è fatto proprio di quei due colori e li separa
unendoli: nel bene c’è un po’ di male e nel male c’è un po’ di bene…
Si tratta di una lettura molto forte e dura, che deriva dal
capillare lavoro di documentazione dell’autrice. Le parti in cui vengono
descritti le condizioni degli schiavi e i loro pensieri sono di una bellezza
straziante e lacerante.
Non esiste la sfortuna – dice Baby Suggs – ma
esistono i bianchi.
I bianchi possono impadronirsi così a fondo
dei loro schiavi da impedire loro di amare persino le stelle troppo luminose: «
se uno glielo permetteva, potevano non farti più sentire le colombe, né amare
il chiaro di luna. Così uno si proteggeva e amava delle cose piccole. Dovendo
scegliere tra le stelle in cielo, si prendevano le più minute e, prima di
addormentarsi, ci si sdraiava con la testa storta per riuscire a vedere la
stella amata, oltre il bordo del fossato. Le si dava furtivamente una timida
occhiata durante l’incatenamento. Le foglie d’erba, le salamandre, i ragni, i
picchi, gli scarafaggi, un reame di formiche. Qualcosa di più grande non
avrebbe funzionato. Una donna, un bambino, un fratello – un amore grande così,
ad Alfred, in Georgia, poteva schiantare una persona. Sapeva esattamente quel
che Sethe voleva dire: arrivare in un posto dove uno poteva amare tutto quello
che voleva – senza dover chiedere il permesso di desiderarla – be’, ecco,
quella sì che era libertà.»
A volte le situazioni descritte da Morrison
sono di rara crudezza, altre volte vengono lasciate all’intuizione del lettore,
con poche, vaghe parole: « Sopracciglia folte, spesse ciglia da bambina e
l’inconfondibile richiesta di amore che luccicava attorno ai bambini, finché
non imparano la lezione.»…
… Trama estremamente delicata e intricata,
quella di Amatissima, il romanzo datato 1987 grazie al quale
Toni Morrison ha vinto il Premio Pulitzer l’anno successivo. È la cronaca a
servire da spunto narrativo alla scrittrice americana: mentre sta raccogliendo
documenti in qualità di curatrice dell’antologia The Black Book, che avrebbe dovuto contenere trecento
anni di storia afro americana, trova un articolo del 1855 in cui si
racconta che una schiava fuggita dal Kentucky, tale Margaret Garner, si rende
conto che presto sarà nuovamente catturata e allora uccide la propria figlia,
piccolissima, affinché essa non riviva il dramma della schiavitù. Inevitabile,
quindi, la dedica agli schiavi morti durante il Middle Passage, la traversata
dell’Atlantico compiuta dalle navi negriere: oltre sessanta milioni. Ma anche
la mancanza di oblio, l’impossibilità a dimenticare è uno dei temi centrali di
questo romanzo sublime: l’autrice, Premio Nobel per la Letteratura nel 1993, ce
lo ricorda commentando lei stessa la sua opera: “Tornare a quella parte della
propria storia che troppi hanno rimosso, dimenticato, lasciato inspiegata,
ignorato” è l’invito che rivolge ai membri della sua stessa comunità, ma anche
ai bianchi. Peccato che la versione cinematografica del romanzo, per la regia
di Jonathan Demme e con una memorabile Oprah Winfrey, uscita nel 2001, non
abbia avuto altrettanto successo e risonanza negli anni.
parole del nuovo governatore della Virginia:
RispondiEliminaYoungkin...ha cavalcato le preoccupazioni dei genitori rispetto alle questioni di genere e alla Critical race theory, arrivando a sostenere la messa al bando dalle scuole superiori del romanzo Beloved (trad. it. Amatissima) di Toni Morrison, premio Nobel per la letteratura nel 1993.
(https://www.treccani.it/magazine/atlante/geopolitica/Vittoria_repubblicana_Virginia.html)