"Espellerei i genitori dalle
scuole, a loro non interessa quasi mai della formazione dei loro figli, il loro
scopo è la promozione del ragazzo a costo di fare un ricorso al Tar, altro
istituto che andrebbe eliminato per legge. E alle superiori i ragazzi vanno
lasciati andare a suola senza protezioni, lo scenario è diverso, devono
imparare a vedere che cosa sanno fare senza protezione. Se la protezione è
prolungata negli anni, come vedo, essa porta a quell’indolenza che vediamo in
età adulta. E la si finisca con l’alternanza scuola lavoro, a scuola si deve
diventare uomini, a scuola si deve riportare la letteratura, non portare il
lavoro. La letteratura è il luogo in cui impari cose come l’amore, la
disperazione, la tragedia, l’ironia, il suicidio. E noi riempiamo le scuole di
tecnologia digitale invece che di letteratura? È folle. Guardiamo sui treni:
mentre in altri Paesi i giovani leggono libri, noi giochiamo con il cellulare.
Oggi i ragazzi conoscono duecento parole, ma come si può formulare un pensiero se
ti mancano le parole? Non si pensa o si pensa poco se non si hanno le parole”
Umberto Galimberti
«Quanti di voi hanno avuto un
insegnante, in qualunque grado di istruzione, che vi ha resi più entusiasti di
essere al mondo, più fieri di essere al mondo, di quanto credevate possibile
fino a quel momento?
Alzate le mani, per favore.
Adesso riabbassatele e dite il nome di
quell’insegnante a un vostro vicino, e spiegategli che cosa ha fatto per voi.
Ci siamo?
Cosa c’è di più bello di questo?»
Kurt Vonnegut
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