Una gonna tzotzil, due tzeltal, una cho’ol. Tre paia di jeans, però uno
infilato in lunghi stivali col tacco alto. Dentro a questi abiti – visiere anticovid
e mascherine al posto del passamontagna – el Escuadrón da
sbarco 4-2-1, testa di ponte del prossimo contingente aviotrasportato, poggia
finalmente i piedi sul vecchio continente. Non conoscono nessuno, ma
tutt@ conoscono loro e fanno ala al passaggio dei sette: Marijose,
Lupita, Carolina, Ximena, Yuli, Bernal, Felipe.
Cembali, cornamuse e tamburi della fanfara popolare galiziana aprono loro
la strada verso la spiaggia dei saluti, poi verso il prato delle
celebrazioni. Le delegazioni del vecchio continente abbracciano,
con inni e battimani, i volti maya partiti sette settimane fa dalle
coste di Abya Yala.
Il capitano della Montagna dice che “è finito un viaggio, ma da qui ne
inizia un altro”. Inizia, infatti, col battesimo di questa vecchia terra,
affinché possa destarsi e rinnovarsi. Così come i popoli indigeni riscoprono il
nome ancestrale della loro geografia, simmetricamente ci portano
dall’oltremare un nuovo nome che non recrimina le disgrazie disseminate
dalla sua storia, ma si appella a quella sua parte che ancora guarda,
cammina, sogna.
E Marijose, che non è né uomo né donna, dichiara: “A nome delle
donne, dei bambini, degli uomini, degli anziani e, naturalmente, degli otroas zapatisti,
che il nome di questa terra che i suoi nativi ora chiamano ‘Europa’, d’ora in
poi si chiamerà: Slumil K’ajxemk’op, che significa ‘Terra Indomita’, o ‘Terra
che non si rassegna, che non cede’. E così sarà conosciuta dalla gente del
posto e dagli estranei finché qui ci sarà qualcuno che non si arrende, non si
vende e non cede”.
Parole tzotzil degli Altos, tojolabal della Selva di confine, tzeltal della
selva Lacandona e cho’ol del nord venute “per aprire i cuori e condividere
lotte per la vita, esperienze, modi… e per dimostrare al mondo capitalista
patriarcale che un altro mondo è possibile”, che in qualche posto di Abya Yala
è già realtà. Un cesto di erbe di San Juan, poesie e canti in dono agli ospiti.
E poi cumbia fino all’alba.
Per guardare la diretta completa dello
sbarco della delegazione zapatista, trasmessa da Desinformémonos,
e per tutte le notizie sulla gira zapatista per la vita in
Europa e in Italia: Lapaz, la pagina facebook dell’Assemblea
nazionale italiana di coordinamento per il viaggio europeo di Zapatisti e
Zapatiste.
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