La Libertà Non Sta Nello Scegliere Tra Bianco E Nero, Ma Nel Sottrarsi A Questa Scelta Prescritta. (Theodor W.Adorno)
lunedì 14 giugno 2021
Piccolo vademecum per il 2021 del gruppo Giubbe Rosse
1.
LIBERTÀ DI ESPRESSIONE E RETI SOCIALI
L’epoca
della libertà di pensiero e di espressione è finita. Niente che i più
perspicaci tra voi non sospettassero da tempo, ma il 2020 ha spazzato via ogni
residua illusione di una qualsiasi dialettica basata sull’etica
del discorso, utilizzando come spazi di discussione mainstream, network
televisivi, reti sociali ad ampia diffusione, canali di informazione
tradizionali. Ormai è ammesso uno e un solo pensiero: quello ufficiale. Abituatevi
alla censura, perché d’ora in poi sarà la norma. Non solo chi controlla i mezzi
di informazione non è più disposto a concedervi il diritto al dissenso. Quella
parte di società che si riconosce nel pensiero ufficiale è la prima a chiedere
la censura e la marginalizzazione del pensiero non allineato. Detto in parole
più brutali: non vogliono ascoltarvi, anzi, saranno i primi a invocare la
censura contro di voi. Non importa se avete ragione o torto o se semplicemente
avete il diritto di manifestare il vostro pensiero: sono disposti ad accettare
unicamente ciò che conferma la propria visione del mondo. Il prossimo passo
sarà negarvi il diritto alla frequentazione degli spazi pubblici, poi quello
alle prestazioni sanitarie, infine quello al voto. Siamo entrati in una nuova
fase, quella dello scontro totale, dove presto o tardi anche chi finora ha
esitato a schierarsi sarà costretto a farlo. Quanto prima ve ne farete una
ragione, tanto meglio sarà per voi.
2.
LA LIBERTÀ NON ESISTE IN NATURA. SI COSTRUISCE
La
libertà non esiste in natura, è una conquista. E, una volta conquistata, va
difesa. Nemmeno il diritto esiste in natura: è la forza a creare il diritto.
Non rivendicate spazi di discussione ed equità di trattamento da chi non è più
disposto a concederveli. Createveli da soli. Non pretendete informazione
equilibrata, corretta, imparziale da chi è pagato per non fornirvela. Createvi
un blog, un canale di informazione, un qualsiasi veicolo di comunicazione e
cercate di attirare verso di esso quante più persone possibile. Siate disposti
a pagare, se necessario. Ricordatevi che niente è gratis e, se una cosa è
gratis, allora il prodotto siete voi. Il nostro consiglio è abbandonare il
prima possibile reti sociali come Facebook, Twitter, YouTube, ormai sempre più
simili a mostri orwelliani, e spostarsi su nuove piattaforme, sfruttando le
opportunità di comunicazione e gli spazi di libertà di espressione che ad oggi
ancora offrono. C’è sempre un’alternativa, ma quasi mai è semplice e quasi mai
è gratis. Ogni cambiamento richiede uno sforzo umano, intellettuale e, non
ultimo, economico.
3.
LA NUOVA NORIMBERGA
Non
ci sarà nessuna Norimberga 2.0. Non fatevi illusioni: nessuno verrà a
liberarvi. E, se mai lo farà, non sarà certo gratis. L’utopia di una nuova
Norimberga, per quanto risponda al naturale desiderio di giustizia di ogni
individuo, nasconde un vecchio retaggio: quello dell’attesa messianica del
salvatore, del Deus ex machina che
arriva dal nulla per fare il lavoro sporco al posto nostro. La nuova Norimberga
non è solo un’utopia: è anche un’utopia pericolosa, nella misura in cui demanda
a terzi l’azione personale, l’impegno diretto e attivo, l’assunzione di
responsabilità. Stavolta non ci saranno potenze straniere che verranno in
vostro soccorso a liberarvi dal nemico per metterlo alla sbarra. Anche perché
stavolta il nemico è globale. Non viene solo da fuori, ma viene da fuori e
anche da dentro. Se mai ci sarà una nuova Norimberga, sarete voi stessi a
farla. O non la farà nessun altro.
4.
L'ERA DEL BIOPOTERE
Siamo
entrati nell’epoca del biopotere.
L’ordine del discorso economicista, che ci ha accompagnato in questi ultimi
quaranta anni, è stato rottamato e sostituito da un ordine incentrato sulla
medicina e sulla scienza. Questo ordine è infinitamente più autoritario di
quello precedente utilizzato dalle élites dominanti e ha la caratteristica di
disciplinare le nostre esistenze in maniera opprimente ed autoritaria. Il
fulcro di questo nuovo ordine totalitario e autoritario, che noi chiamiamo biopotere, ha alla propria base un assunto
fondamentale: la nostra libertà in cambio della tutela (vera o pretestuosa)
della nostra nuda vita. Se ci riflettete, questo assunto rovescia totalmente il
paradigma fondamentale sul quale si basano da millenni l’antropologia e la
cultura umana o, quanto meno, quella occidentale: “Meglio perdere la vita che
perdere la libertà”.
5.
IL GRANDE RESETNon
avete ragione di temere il grande reset,
per il semplice motivo che esso è già in atto. Da tempo. Quello che il World
Economic Forum chiama oggi Il grande
reset altro non è che l’ufficializzazione di processi iniziati circa
trenta anni fa e ormai giunti a maturazione: graduale trasferimento della
ricchezza dalla base verso la cima della piramide, compressione di salari e
diritti sociali tramite la deflazione permanente, erosione di sovranità e
capacità decisionale dagli stati nazionali a favore di organismi sempre più
sovranazionali, progressiva emarginazione di una crescente fascia della
popolazione dai processi decisionali e dalla ricchezza. La pandemia ha impresso
un’accelerazione finale a questi processi. Adesso manca solo l’ultimo tassello:
vincere le proteste e le resistenze residue. Anche qui: non c’è più spazio per
il dissenso, per il pensiero critico, per la libertà personale, anche laddove
essa è sancita dalle costituzioni. Perseguiranno il loro obiettivo con ferocia
e con ogni mezzo: non solo con l’abituale bombardamento mediatico e il
massiccio ricorso al terrorismo psicologico, ma anche con la forza, con i
brogli elettorali, con leggi speciali, se necessario. Pensare che i famosi
“anticorpi della democrazia” (e ci riferiamo in particolare alla magistratura)
bastino a fermare questo progetto eversivo è una pia illusione. Alla forza si
può solo opporre una resistenza di eguale intensità.
6.
DIFENDERE LO STATO NAZIONALE È DIFENDERE LA PROPRIA LIBERTÀIstituzioni
statali che siano ridotte a mera cinghia di trasmissione di ordini
sovranazionali provenienti da consessi controllati da grandi poteri globali,
per lo più privati, sono gusci vuoti, depauperati dei principi basilari di
democrazia e, pertanto, incapaci di tutelare i vostri diritti e di proteggervi
come cittadini. Occorre prendere atto che siamo già alle battute finali di
questo processo. La difesa di quel che resta dello stato nazionale non è una
fissazione anacronistica, un vagheggiamento nostalgico di un passato che, in
ogni caso, non tornerà più. È, piuttosto, la difesa dell’ultimo baluardo di
autodeterminazione dei popoli contro lo strapotere della finanza globale e di
organi decisionali sovranazionali dotati di poteri sempre più ampi, estesi e
cogenti. Chi oggi sostiene allegramente la necessità di cedere ulteriore
sovranità a tali organi in nome di presunti ideali universali deve essere
consapevole che, di fatto, sta delegando il proprio futuro a un ristretto
gruppo di persone, nelle quali evidentemente ripone un’illimitata fiducia circa
la capacità di portare l’umanità verso il Bene. La storia dovrebbe suggerire
quanto meno una maggiore prudenza a riguardo.
7.
AGGREGARE È RIVOLUZIONARIONon
esiste atto più rivoluzionario che aggregare. L’aggregazione fa paura, per
questo cercheranno di ostacolarla con ogni mezzo. Una qualsiasi forma di nuova aggregazione
che si proponga di cambiare l’esistente, ma non venga ferocemente ostacolata o
è troppo piccola per essere presa sul serio o non è abbastanza seria da essere
combattuta. Se non avete nemici, significa che nessuno vi teme perché siete
innocui. Mettete in conto fin d’ora resistenze e perdite. Come dice un vecchio
proverbio, sai che ti stai avvicinando alla casa quando senti i cani abbaiare.
8.
CHI HA I MIEI STESSI BISOGNI È MIO AMICOLe
categorie politiche novecentesche – in primis destra e sinistra – hanno perso
il loro senso da almeno un trentennio. Oggi servono a irregimentare pezzi di
consenso. A fabbricare mediaticamente mostri e nemici da dare in pasto a
un’opinione pubblica disorientata. A dividere per imperare. A militarizzare
ideologicamente fasce di società che, dialogando, si scoprirebbero invece
tutt’altro che nemiche. Ricostruiamo le nostre identità non sulla base di
opposizioni e di etichette artificiose. Ricostruiamoci a partire dai nostri
bisogni e da chi oggi li condivide. Chiunque sia rimasto schiacciato dai
perversi effetti del neoliberismo e cerchi di riscattarsi dalle catene
economiche e culturali della globalizzazione finanziaria è un compagno di
strada, un alleato. Quanti aspirano a una vita dignitosa, a un trattamento
lavorativo giusto, alla difesa dei diritti costituzionali e delle proprie
radici, già ora parlano una lingua comune. Basta che si ascoltino a vicenda, a
prescindere da colori politici o pregiudizi culturali. Chiunque si trovi fuori
dal campo della voracità finanziaria e dei profitti multinazionali a
prescindere, oggi, lotta per la difesa della propria dignità, cerca una
comunità ricostruita su vincoli solidali, aspira a una normalità
democraticamente definita sulle istanze del cittadino. Questo è l’unico fronte che,
compatto, può fronteggiare le lotte poste oggi dal capitale globale e dai suoi
scherani. Il resto è un inganno pericoloso.
9.
CHE LA SCUOLA CAMMINI SULLE NOSTRE GAMBEIl
grande Thomas Mann scriveva: “La pace indivisibile, il lavoro costruttivo, il giusto guadagno;
un consumo comune dei beni della terra; più felicità; meno sofferenza causata
solo dall’uomo ed evitabile; un’elevazione spirituale del popolo attraverso
educazione, conoscenza, formazione: tutte queste sono mete diametralmente
opposte alla misantropia fascista, al nichilismo fascista, al piacere fascista
di umiliazione e alla pedagogia fascista d’istupidimento“. A ben
riflettere su questo illuminante passo, lo sciagurato e criminale attacco alla
scuola e all’università portato avanti con la scusa pretestuosa della
pandemia-infodemia attesta inoppugnabilmente che la tirannide in formazione ha
dentro di sé il germe di una pericolosissima forma di fascismo (peraltro spesso
mascherato da “antifascismo” manierista). Bisogna combatterlo: studiate e fate
studiare! Studiate filosofia, a partire dall’opera di Michel Foucault così
attuale in questi tempi oscuri. Imparate un linguaggio di programmazione, sia
esso Python, Java, Rust, non importa quale: è più facile di quanto possa
apparire, il web è pieno di lezioni gratuite e di manuali di facile
comprensione. Impossessatevi quindi dei nuovi saperi sull’analisi dei
cosiddetti Big Data e
sulla cosiddetta intelligenza artificiale. Conoscere le armi predilette
della tirannide del capitalismo del controllo è la strada migliore
per combatterlo. Conosci il tuo nemico e migliora te stesso! Imparate a
coniugare i vostri vecchi saperi, qualunque essi siano, con i nuovi saperi. Se
ci hanno chiuso le scuole, che queste camminino sulle nostre gambe. Questo è
ciò che i nuovi demoni temono.
10.
"UN PASSO ALLA VOLTA MI BASTA" (M. Gandhi)Ogni
lungo viaggio inizia con un primo passo. L’idea di cambiare la realtà in modo
rapido, indolore, preferibilmente rimanendo seduti sul divano non è solo
illusoria: è controproducente. Sognare la grande rivoluzione, la palingenesi
totale che “cambierà tutto in una sola volta” è il modo migliore per rinunciare
alle tante piccole battaglie parziali, alle tante piccole rivoluzioni che
ognuno di noi può compiere per proprio conto e insieme ad altri ogni giorno. Speranza viene dalla radice indoeuropea *speh-, che significa “tirare, tendere”
verso qualcosa. Non un’attesa, ma un cammino verso un obiettivo.
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