è una storia d'amore, quella fra Fiorello e Carlo Coccioli.
Fiorello segue Carlo in giro per il mondo, c'è sempre.
appare anche Paloma, in poche e straordinarie pagine.
se anche non hai avuto un animale leggi questo libro, capirai quanto amore non hai mai avuto.
se un animale l'hai avuto riconoscerai alcune situazioni, con le parole che non sei mai riuscito a dire.
buona lettura, allora, non sarà una perdita di tempo, promesso.
Fiorello segue Carlo in giro per il mondo, c'è sempre.
appare anche Paloma, in poche e straordinarie pagine.
se anche non hai avuto un animale leggi questo libro, capirai quanto amore non hai mai avuto.
se un animale l'hai avuto riconoscerai alcune situazioni, con le parole che non sei mai riuscito a dire.
buona lettura, allora, non sarà una perdita di tempo, promesso.
…Requiem per un cane è un libro strano.
Non è un vero romanzo, ma potrebbe esserlo, se inteso come la storia di una vita a due, un uomo e il suo cane. Una vita di viaggi, una storia d’amore.
Non è una raccolta di racconti, ma potrebbe esserlo, in quanto tutto il libro non è altro che l’esposizione di episodi, a volte in appena due paginette, perfino in una, come se fossero, appunto, brevi racconti.
Non è un vero e proprio diario: si viaggia avanti e indietro nel tempo, senza un preciso ordine temporale, raccontando aneddoti, a volte a voci alternate, ma si entra anche, senza bussare, in una serie di riflessioni personali assai intime e al contempo dalla portata universale, come in ogni diario che si rispetti.
Non è un vero romanzo, ma potrebbe esserlo, se inteso come la storia di una vita a due, un uomo e il suo cane. Una vita di viaggi, una storia d’amore.
Non è una raccolta di racconti, ma potrebbe esserlo, in quanto tutto il libro non è altro che l’esposizione di episodi, a volte in appena due paginette, perfino in una, come se fossero, appunto, brevi racconti.
Non è un vero e proprio diario: si viaggia avanti e indietro nel tempo, senza un preciso ordine temporale, raccontando aneddoti, a volte a voci alternate, ma si entra anche, senza bussare, in una serie di riflessioni personali assai intime e al contempo dalla portata universale, come in ogni diario che si rispetti.
Non importa cosa sia questo libro: forse, come pare sia stato all’origine,
niente altro che un mezzo terapeutico per superare il dolore di una perdita.
Ciò che conta è che il tutto è raccontato in modo molto, molto bello…
Ciò che conta è che il tutto è raccontato in modo molto, molto bello…
Questo di Coccioli è
l'ennesimo esempio che la Letteratura è qualcosa di inspiegabile e misterioso,
un mare talmente grande che al solo pensiero si potrebbe impazzire, un universo
così vasto dove si mescolano pochissime perle preziose e tanta paccottiglia da
rigattieri. Questa è una perla lucente, un Oriente straziante e divertente, e
il cane è il dolcissimo movente per parlare d'amore, usando una lingua arcaica
e funambolica, una tisana per l'anima preparata con filtri rubati un po’ al
Cantico dei Cantici e un po’ a Gadda. Per chi ha o ha avuto un cane le lacrime,
poi, calde e salate, sono piacevolmente assicurate.
…Trasfigurare
la morte d'un compagno di vita fedele, leale e allegro come un cane è
difficile: perché per troppo tempo si rimane schiacciati da una sofferenza
metallica, e sconsolati ci si angoscia a domandarsi come possa l'Eterno
tollerare lo scandalo del dolore d'un innocente. Questo insegna Coccioli. E il
miracolo (miracolo o “evento”, meglio) è che sembra tutto vero, che non si
sente l'artificio della retorica. E poi Coccioli ricorda (capisce) che l'unica
consolazione è ripetersi che, “se qualcosa rimane di quel che visse, e qualcosa
rimane, qualcosa rimane!, Fiorello non s'è diviso da me. In una dimensione meno
incomprensibile di questa, un giorno ci rivedremo” (p. 20).
E l'artista toscano che sapeva scrivere
letteratura in tre lingue diverse somiglia al più semplice dei figli del
popolo, tutto a un tratto. Piange e non sa come reagire, piange e non si sa
fermare. Questo è il segreto della grandezza di questo piccolo libro: della sua
inequivocabile universalità. È disperato, e dopo tanta disperazione si tinge di
amarcord, di fantasia e di pietà…
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