Qualcosa è cambiato nel discorso di Israele dopo le
uccisioni di venerdì a Gaza di 17 manifestanti palestinesi, molti dei quali
chiaramente disarmati, per mano di cecchini israeliani appostati lungo la
barriera di sicurezza: l’hasbara – propaganda israeliana – non funziona.
Il paese ha chiaramente fatto qualcosa di indifendibile. I
difensori di sempre restano silenziosi e le critiche da sinistra/centro sono
più forti che mai. Le aspre critiche del senatore Bernie Sanders dominano la
discussione americana sul quanto accaduto.
Ori Nir di Americans for Peace Now coglie l’attimo, tweettando
in ebraico (tradotto approssimativamente):
“National Public Radio” Morning Edition, la più grande
rete radiofonica degli Stati Uniti, ha aperto così il suo notiziario: Israele
dice che non indagherà sulle circostanze dei 15 residenti di Gaza uccisi negli
scontri di venerdì. Un altro risultato della propaganda del governo con
l’esercito più morale del mondo.
“Una narrativa filo-palestinese” sta dominando i media
internazionali, riferisce The Times of Israel; e si è puntato l’indice in tutto
il governo israeliano su chi abbia permesso che si attirasse Israele in questa
“trappola” di Pubbliche Relazioni dei palestinesi. Michael Oren, che può
rigirare qualsiasi cosa, non può rigirare questo.
Michael Oren, per esempio, il vice ministro responsabile
della diplomazia nel Gabinetto del Primo Ministro, ha detto che Israele era
palesemente impreparato alla crisi sul campo della battaglia diplomatica e
mediatica, e che le informazioni che stava ricevendo dall’estero erano che la
narrativa israeliana stava perdendo “il suo momento” in favore della narrativa
palestinese.
Davvero una crisi. I soliti impetuosi difensori
israeliani negli Stati Uniti tacciono. Sicuramente sperano che tutto quanto
prima o poi si sgonfierà. Bill Kristol non ha nulla da dire sulle uccisioni.
Neanche il loquace Bret Stephens. Jennifer Rubin è rimasta in silenzio su
Twitter.
Il gruppo sionista liberale Ameinu ha inviato oggi un
augurio pasquale con i discorsi sui profughi africani, ma non una parola sulle
uccisioni. Per quanto riguarda J Street – il vuoto assoluto su Twitter. Nulla
neppure sul blog.
Jacob Magid di Times of Israel respinge i tentativi del
governo israeliano di giustificare le uccisioni col dire che l’esercito ha
identificato 10 dei 15 uccisi come “attivisti di Hamas”. Come se “questa di per
sé fosse una ragione sufficiente per ucciderli,” ha affermato.
Se l’IDF vuole rilasciare una dichiarazione in cui dice
che gli uomini erano in procinto di sferrare un attacco quando i soldati sono
stati impegnati, è una cosa, ma dire che erano “attivisti di Hamas” significa
poco.
Anche la Republican Jewish Coalition si riduce a
propinare patetiche e palesemente false storie. Tweetta:
La Marcia di Gaza ha usato civili come scudi umani
(compresi i bambini) per tendere una trappola a Israele.
Mentre AIPAC tweetta un articolo di David Horovitz sul
Times of Israel che trabocca di paranoia israeliana:
I governanti terroristi di Gaza non fanno mistero della
loro agenda. Sono qui fuori per distruggere Israele. Attentatori suicidi,
missili e tunnel hanno fallito. Quindi ecco adesso le marce di massa al
confine.
È un segno del cambiamento del discorso il fatto che ora
la Republican Jewish Coalition si è fissata su Bernie Sanders.
“Dimostranti” violenti e militarizzati stavano tentando
di attraversare la barriera di confine di Gaza, ma @SenSanders avrebbe fatto in
modo che gli israeliani si arrendessero dandogliela vinta. Quella non è
leadership, è vigliaccheria.
Avresti pensato che Sanders sarebbe andato oltre il
debole: Ma no?
Il leader morale della sinistra negli Stati Uniti è al
centro della scena. Sanders ha impiegato un po’ di tempo prima di condannare le
uccisioni, ma è stato estremamente forte. Ecco il resoconto di Ynet:
Sanders sabato ha attaccato Israele con un tweet,
dicendo: “L’uccisione di manifestanti palestinesi da parte delle forze
israeliane a Gaza è tragica. È diritto di tutte le persone protestare per un
futuro migliore senza una risposta violenta”.
In un’intervista con Jake Tapper della CNN, a Sanders è
stato chiesto se accettasse la versione di Israele secondo cui la maggior parte
dei morti palestinesi erano terroristi che dirigevano attacchi contro Israele
sotto la copertura di manifestanti.
“No, non l’accetto”, ha risposto Sanders. “Quello che
comprendo io è che hai decine di migliaia di persone impegnate in una protesta
non violenta. Penso che 15 o 20 persone, palestinesi, siano state uccise e
molte altre siano state ferite. Quindi penso che sia una situazione difficile,
e la mia valutazione è che Israele ha reagito in modo eccessivo a questo.”
L’ennesima prova del fatto che Israele è stato stracciato
dalla risposta internazionale è che la pagina degli opinionisti del New York
Times non si è espressa su queste atrocità, mentre un redattore degli affari
esteri del Washington Post, Ishaan Tharoor, le condanna apertamente: “Per
Israele c’è poco costo politico a uccidere i palestinesi”.
L’articolo di Tharoor è chiaro sulla condanna morale, e
sull’argomento, dell’impunità di Israele.
“Questi sono i prevedibili risultati di un ordine
manifestamente illegale: i soldati israeliani sparano proiettili veri contro i
manifestanti palestinesi disarmati”, ha detto Amit Gilutz, portavoce di
B’Tselem, un’organizzazione di sinistra con sede a Gerusalemme che monitora le
violazioni dei diritti umani nei territori occupati. “Ciò che è ancor più
prevedibile è che nessuno – dai cecchini sul campo ai funzionari di vertice, le
cui politiche hanno trasformato Gaza in una gigantesca prigione – sarà
probabilmente ritenuto responsabile”.
La leadership israeliana aveva ragione a sentirsi a
proprio agio nella sua provocazione. Le critiche più esplicite a livello
internazionale provenivano dall’Iran e dalla Turchia; la censura da parte di
entrambi i paesi per Netanyahu è probabilmente più fonte di soddisfazione che
un disagio. E alle Nazioni Unite l’amministrazione Trump ha bloccato il
Consiglio di sicurezza dall’emettere una dichiarazione che chiedeva
“un’indagine indipendente e trasparente” e affermava il diritto dei palestinesi
alla protesta pacifica.
Tharoor si collega a Eric Umansky, vice caporedattore di
Pro Publica, che ha prodotto una tagliente ed eloquente serie di tweet
sull’ottica degli omicidi:
1 / So che la nostra capacità di indignazione si è
indebolita, ma le immagini provenienti da Gaza sono veramente scioccanti.
2 / Ecco un video – condiviso dal Washington Post – di un
giovane colpito e ucciso mentre faceva *rotolare una gomma dal confine *
3 / Ecco un video di un uomo colpito da un proiettile
mentre pregava con gli altri
4 / Israele dice che i video sono contraffatti. Peccato
che più video mostrino la stessa cosa.
5 / Ecco un altro giovane che è stato colpito alla testa
mentre osservava le proteste fumando una sigaretta.
6 / Sedici palestinesi sono stati colpiti a morte, altre
centinaia feriti. Avete sentito parlare del Bloody Sunday, giusto? Fu quando le
truppe britanniche uccisero 14 manifestanti nell’Irlanda del Nord. Mi domando
come la storia e noi ricorderemo Gaza, ammesso che ciò avvenga.
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