Noi
insegnanti ed educatori italiani e tutti i sottoscrittori di questo appello
riconosciamo come il collasso climatico e del mondo naturale di origine
antropica costituisca con tutta evidenza una EMERGENZA MONDIALE non più
procrastinabile.
La
comunità scientifica è unanime nel riconoscere che la rete della vita si sta
spezzando. A confermarlo sono anche le Nazioni Unite: il nuovo tragico rapporto
dell’IPBES (Intergovernmental Science-Policy Platform on Biodiversity and
Ecosystem Services) annuncia la minaccia dell’estinzione per un milione di
specie viventi. Parimenti, l’ultimo rapporto dell’IPCC (Intergovernmental Panel
on Climate Change) concede all’umanità una ridottissima finestra di tempo, di
qui al 2030 e poi al 2050, per procedere a tappe forzate verso il
raggiungimento delle zero emissioni complessive di gas climalteranti. Sono
numeri che parlano di un’immediata riconversione del sistema economico e
produttivo mondiale e di una riorganizzazione completa della nostra società.
Serve una mobilitazione di massa da parte della società civile, della cultura e
della politica; serve il ricorso a ogni strumento giuridico, intellettuale e
morale a nostra disposizione. Ricordiamo che proprio in questi giorni, su
pressione dei cittadini britannici e della loro disobbedienza civile, la Gran
Bretagna è entrata in stato di emergenza climatico.
Tutto
questo ci coinvolge profondamente in quanto insegnanti ed educatori; al di là
del nostro ruolo professionale in quanto individui, genitori, cittadini di
questo paese, figli della Terra al pari di ogni essere vivente.
Le
studentesse e gli studenti italiani sono stati in tutto il mondo primi, per
numero di partecipanti, a contribuire alla mobilitazione globale del 15 marzo
2019 contro il cambiamento climatico, ponendosi in agitazione permanente
durante la giornata del venerdì. Soltanto a Milano sono scese in piazza, in
quella data, centomila persone. Dopo decenni di omissioni, silenzi e inazione,
finalmente da oggi soffia il vento della speranza. Perciò, da oggi, ci ripromettiamo
di INSEGNARE LA VERITÀ nelle scuole; di sostenere incondizionatamente i nostri
studenti nelle loro rivendicazioni e farle nostre; di mettere in comunione le
nostre intelligenze, le nostre mani e i nostri cuori con chiunque su questo
pianeta vorrà informare ed educare attorno alla realtà dell’emergenza
climatica; di condividere conoscenza, sapienza ed esperienza per costruire una
solida comprensione delle necessità attuali della nostra Terra per poter
rigenerare i suoi equilibri.
Ci
dichiariamo dunque in STATO DI EMERGENZA E DI ALLARME,
e con questo spirito chiediamo:
·
Ai colleghi
di convalidare le giustificazioni delle assenze per la partecipazione alla
mobilitazione del 24 maggio; chiediamo a colleghi, genitori e adulti di
ascoltare le richieste degli studenti, condividerle e agire di conseguenza.
·
Ai dirigenti
scolastici di dichiarare lo stato di emergenza climatico ed ecologico per il
proprio istituto, anticipando la politica. In calce a questo appello si trovano
le nostre proposte di linee guida per tale dichiarazione.
·
Alle
associazioni sindacali di categoria di sostenere le proteste e aggiornare le
loro rivendicazioni, riconoscendo il ruolo delle lotte sociali attorno
all’emergenza climatica ed ambientale, perché non si può ignorare lo stretto
legame tra giustizia ambientale e giustizia sociale e si deve evitare che le
conseguenze del degrado ambientale e del collasso climatico ed ecologico
ricadano, come succede da tempo, sugli ultimi.
·
Al mondo
dell’arte, della cultura e dello spettacolo di schierarsi pubblicamente a
fianco dei nostri coraggiosi ragazzi.
Lo
facciamo perché abbiamo nel cuore un mondo nuovo, che sta crescendo in ogni
istante.
da qui
Manifesto
Teachers for Future - Italia
GNOMO: “Ma come sono
andati a mancare quei monelli [degli uomini]?”
FOLLETTO: “Parte
guerreggiando tra loro, parte navigando, parte mangiandosi l'un l'altro, parte
ammazzandosi non pochi di propria mano, parte infracidando nell'ozio, parte
stillandosi il cervello sui libri, parte gozzovigliando, e disordinando in
mille cose; in fine studiando tutte le vie di far contro la propria natura e di
capitar male”.
Giacomo Leopardi,
“Operette Morali” (1824)
La comunità scientifica è unanimemente concorde nell’attribuire all’azione
umana la responsabilità degli attuali cambiamenti climatici e delle estinzioni
di massa del vivente sul pianeta. L’ultimo rapporto speciale dell’IPCC
(Intergovernmental Panel on Climate Change), edito nell’ottobre 2018, concede
una ridottissima finestra di tempo, di qui al 2030, per diminuire di circa il
45% l’immissione di gas climalteranti nell’atmosfera, raggiungendo lo zero
intorno al 2050, e consentire la preservazione del mondo naturale così come noi
lo conosciamo. Sono numeri che parlano di una immediata mobilitazione mondiale
di uomini e mezzi: di contro, tutto ci fa invece pensare che stiamo mancando
clamorosamente a questo appuntamento. Noam Chomsky ha affermato nel 2014: “we
are the asteroid”, siamo noi l’asteroide che sta contribuendo all’estinzione di
un numero di specie viventi a un tasso simile a quello che, 65 milioni di anni
fa, determinò la fine dell’era dei dinosauri. Il momento storico che stiamo
vivendo è inedito per la storia umana e la nostra azione e i nostri pensieri
sono gravidi di responsabilità di fronte al vivente, alla verità, alla
giustizia e alla bellezza.
La sedicenne Greta Thunberg, eletta durante questo 8 marzo “donna
dell’anno” dai giornali svedesi, protesta a partire dallo scorso agosto di
fronte al parlamento di Stoccolma per denunciare l’inazione del suo governo di
fronte all’ingiustizia climatica globale. Dopo pochi mesi, decine di migliaia
di bambine e bambini, ragazze e ragazzi di tutto il mondo scendono in piazza
assieme a lei durante la mattinata del venerdì e nel corso delle giornate di
mobilitazione globale. È dovere morale degli adulti ascoltare le loro
rivendicazioni; compito degli insegnanti è invece quello di prenderle sul
serio. Essi si sono sobbarcati sulle spalle un peso che a noi adulti pareva
insostenibile; vogliamo ora condividere con loro il peso di questo fardello,
fin troppo pesante. Già in passato le nazioni occidentali sono state costrette
a riconvertire le loro economie ed industrie nel giro di pochi mesi al fine di
sostenere lo sforzo bellico e le campagne interventiste. Noi insegnanti
italiani abbiamo più volte incoraggiato, nel corso della storia, imponenti
mobilitazioni di questo genere, per cause sbagliate, ponendoci dalla parte del
torto. Oggi, per merito dei nostri studenti, abbiamo l’occasione di rimediare
ai nostri errori passati e rendere la scuola un luminoso esempio di impegno
etico e civile nonviolento, di trasformazione sociale, avanguardia di capacità
critica e conoscenza scientifica.
Affermiamo dunque ciò che segue:
Punto primo
Ci schieriamo incondizionatamente a fianco dei nostri studenti nella lotta
contro i cambiamenti climatici e concediamo loro tutto il nostro supporto.
Sosteniamo le manifestazioni studentesche e ci sforziamo affinché le azioni e i
messaggi dei nostri studenti possano incidere e influenzare profondamente la
società civile e le istituzioni. Invitiamo i colleghi ad ascoltare queste
proteste e riconoscere le loro ragioni, a sostenere le mobilitazioni, a
convalidare le giustificazioni delle assenze dalle lezioni.
Punto secondo
Invitiamo i dirigenti scolastici a dichiarare per il proprio istituto lo
stato di emergenza climatico. Chiediamo ai colleghi di informarsi e formarsi
sulla questione climatica, parlarne spesso con i ragazzi, renderla argomento di
lezione e di verace condivisione umana. Suggeriamo di predisporre per gli
alunni tutti gli strumenti del sostegno psicologico necessario.
Punto terzo
Interpelliamo tutte le organizzazioni sindacali di categoria che ci
rappresentano affinché aggiornino le priorità delle loro rivendicazioni,
riconoscano i cambiamenti climatici come una tra le principali minacce alla
sopravvivenza umana, supportino le giornate di mobilitazione globale contro di
essi. Suggeriamo loro, con l’auspicato procedere della mobilitazione permanente,
con azione coordinata, l’indizione dello sciopero del personale a cadenza
settimanale durante le giornate del venerdì o qualsivoglia altro sarà scelto
dai nostri studenti.
Punto quarto
Chiediamo al MIUR l’aggiornamento delle linee guida per la gestione
dell’emergenza climatica in modo tale da concedere spazio, sia presso le
discipline scientifiche che umanistiche, all’attuale emergenza ambientale ed
ecologica. La crisi climatica, la riconversione industriale ed economica e la
rigenerazione del pianeta occuperanno infatti, con ogni probabilità, la più
vasta parte dell’impegno e delle occupazioni delle generazioni attualmente in
età scolastica. Nell’attesa di una risposta da parte del Ministero, invitiamo
nel frattempo i docenti a introdurre i cambiamenti climatici nei Curricula di
Istituto.
Punto quinto
Ci consideriamo infine a fianco di bambine e bambini, ragazze e ragazzi
nella lotta contro i cambiamenti climatici, non solo in quanto educatori ed
insegnanti ma anche in quanto cittadini, genitori, individui, esseri umani.
Siamo dunque disposti, laddove necessario alla futura buona riuscita della
mobilitazione generale, a partecipare in prima persona alle manifestazioni
studentesche e alla sospensione delle lezioni, privilegiando nel nostro fare
scuola la piazza all’aula scolastica; siamo disposti in questo, coerentemente
alla pratica della disobbedienza civile, ad assumerci la responsabilità delle
nostre azioni ed eventualmente incorrere nelle sanzioni amministrative, civili
e penali previste dalla legge.
10 Marzo 2019
Teachers for Future – Italia
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