L’indignazione
generale mi ha stupito e per un attimo ho pensato di vivere in un Paese
differente dove la politica estera è un pilastro del fare politica, non una
brutta parola da non pronunciare mai. Poi ho navigato brevemente sui principali
quotidiani e mi sono fortunatamente subito rasserenato: è il vostro stupore che
stona.
Perché, infatti,
indignarsi per la nomina dell’inutile e incapace di Maio quando gli Esteri in
Italia non contano nulla? Perché tutto ad un tratto questo risveglio e sussulto
di dignità? Chi, come me (e chi molto meglio di me) nel piccolissimo prova a
raccontare di Esteri in Italia soffre di una profonda solitudine: sembriamo un
circolo di poveri sfigati che ci raccontiamo cose che non interessano a
nessuno. Sembriamo un po’ quelli degli alcolisti anonimi, ma nessun regista o
scrittore ha mai costruito qualche trama o film di successo su di noi. Gente
bizzarra che parla di cose astruse, quasi come se il nostro soggetto fossero
uomini e donne provenienti da un altro pianeta lontano da noi anni luce.
Un senso di solitudine
confermato dai fatti: nei dibattiti politici delle elezioni del 4 marzo,
nessuna forza politica – ad esclusione un po’ di Potere al Popolo – è mai
uscito dai confini italiani. Non è stato un tema affrontato perché non
interessa a nessuno, in questo Paese non porta voti. Questo innanzitutto per
colpa dei media mainstream che parlano di questioni al di fuori dei confini
italiani (soprattutto extraeuropei) senza un minimo di conoscenze riempiendoli
spesso di stereotipi e orientalismi, non facendo alcuna analisi politica ma al
massimo limitandosi a raccontare “storie” decontestualizzate. E, soprattutto,
riportando pedissequamente le posizioni del governo americano (e israeliano):
pensiamo a come è trattata la questione palestinese e la guerra che tanto
vorrebbero Israele e gli Usa contro l’Iran; pensiamo a come ci è stato
descritto il golpe (fallito per ora) in Venezuela voluto da Washington che ha
spinto per settimane quasi l’intera stampa italiana a esaltare quel farabutto
di Guaidò. Per non parlare di come viene trattata la Corea del Nord e i
racconti ridicoli (o sono barzelette?) sulle malefatte del suo panzuto
presidente.
Gli Esteri in Italia
vengono costantemente violentanti: la battaglia dei curdi del Rojava contro
l’Isis è apparsa per la prima volta mainstream soltanto quando una combattente
assomigliava ad Angelina Jolie (ovviamente anche le altre combattenti sono
state descritte negli anni più per le loro “belle” forme fisiche che per le
loro idee, non sia mai!)
I media mainstram non
trattano con piacere di argomenti esteri. E, quando ne parlano, usano questi
termini perché il bacino di lettori, radioascoltatori e spettatori televisivi
vuole questo. Un giorno un mio amico sintetizzò la questione perfettamente:
“Parli di cose strane, lontane ma che ce ne fotte con i problemi che abbiamo?
Sii serio eddai”. Poco importa, tra l’altro, che lo stesso mio amico qualche
mese dopo sarebbe stato seduto come tante centinaia di migliaia d’italiani con
le chiappe nell’acqua nella vicinissima Djerba pensando di andare a Sharm e,
perché no?, farsi un salto prima o poi a Gerusalemme. “Sono paesi lontani, che
ce ne fotte? Sii serio”.
Di Maio è pericoloso,
ignorante e incapace, avete ragione. Ma alzi la mano chi di voi conosce la voce
e la faccia del suo predecessore. Quanti ricordano il suo nome? Forse il sig.
Milanesi aveva il curriculum che voi tanto cercate eppure di questa figura
anonima che ha riscaldato solo la sedia alla Farnesina (come ricordare la sua
inutilità sulla questione libica “a noi vicina” con Serraj e Haftar che lo
hanno perculato in più occasioni?) ricordo benissimo quando, arrestato lo
street artist napoletano Jorit, definì come “Israele” i Territori Occupati
palestinesi buttando nel cesso con una frase nozioni basilari del diritto
internazionale (che pure sembra possedere visto il suo bel curriculum).
Negli ultimi 20 anni,
vado a memoria, abbiamo avuto agli esteri Frattini, Gentiloni, Mogherini,
Terzi. Persino Angelino Alfano (Angelino, vi rendete conto?) eppure nessuno si
è indignato. Ed hanno fatto disastri in giro per il mondo sostenendo le
politiche imperiali di Usa e Israele (in più casi anche in prima linea).
Appoggiando finanche gruppi di “ribelli” siriani, salvo poi scoprire grazie
anche agli ammonimenti dell’Onu che erano barbuti qaedisti (cioè i nostri
acerrimi nemici). Ma forse usavano bene il present perfect, sapevano usare il
congiuntivo e sì, nella loro vita da giovinastri, non facevano lavoretti.
Di Maio si inserisce
in questa lista di pericolosi incapaci. E’ il vecchio che cammina e che
continuerà a fare danni per la popolazione mondiale (meno male che l’Italia
conta veramente poco). Non ci dovremmo indignare per la sua nomina, ma per il
poco spazio (e il cattivo servizio) che viene dato a tutto ciò che ci viene dal
di fuori. Ci dovremmo ribellare al fatto che nessun partito politico tratti nei
suoi programmi in modo chiaro e netto i temi mondiali di geopolitica. Il resto
è solo un corollario.
In questo livello
medio basso culturale, a fronte del bassissimo livello culturale del mondo
politico italiano, Di Maio è perciò l’uomo perfetto. Il miglior rappresentante
del peso (zero) che diamo agli Esteri.
Giggino, a te da oggi
l’onore di umiliare ancora di più questo bellissimo e nobile ramo della
politica.
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