sabato 20 agosto 2022

Casca il mondo, casca la terra, tutti giù per terra! - Domenico Gallo

 

«Giro girotondo,/casca il mondo,/casca la terra/tutti giù per terra!». È la filastrocca che tutti i bambini hanno imparato all’asilo. Se guardiamo il mondo con gli occhi dei bambini vediamo che non è più un gioco, il mondo sta implodendo, le crisi si aggravano e si accendono nuovi focolai di violenza e noi siamo destinati a cascare tutti in terra.

Erano in pieno svolgimento le manovre militari della Cina a fuoco vivo intorno all’isola di Taiwan, punta emergente di una nuova ed esplosiva tensione militare in Estremo Oriente, quando nel Medio Oriente si sono accesi i motori dei jet israeliani che hanno iniziato le incursioni su Gaza. I bombardamenti sono durati per tre giorni di seguito fino a quando è stata siglata una nuova fragile tregua. Nei giorni precedenti nessun missile è stato lanciato da Gaza contro Israele. Per questo le autorità israeliane hanno giustificato i raid come “attacchi preventivi”. Peccato che la “difesa preventiva” non esista nel diritto internazionale, ed anzi si chiami “aggressione”. È curioso che tutti coloro (a livello dei media e a livello politico) che in Occidente si sono sbracciati a ripudiare l’azione militare preventiva avviata dalla Russia contro l’Ucraina, definendola – correttamente – come aggressione, non abbiano avuto nulla da obiettare agli attacchi preventivi di Israele che hanno causato la morte di 45 persone fra cui 16 bambini e adolescenti. Si chiamava Alaa Qaddum e aveva cinque anni la prima bimba uccisa nell’attacco aereo del 5 agosto che ha aperto l’offensiva aerea israeliana contro Gaza; l’ultima vittima si chiamava Hanin Abu Qaida, 10 anni, ed è spirata in ospedale. Non lo scopriamo oggi che per la politica e il sistema dei media ci sono morti di serie A e morti di serie B, ma noi ci ostiniamo a pensare che il dolore delle madri di serie B, sia uguale a quello di tutte le altre e ci produce turbamento malgrado l’indifferenza generale.

Quest’ennesima esplosione di violenza in Medio Oriente certamente non ha fatto da velo all’ulteriore esacerbazione del conflitto in Ucraina. Dopo i timori di un disastro nucleare per gli scambi di artiglieria intorno alla centrale nucleare di Zaporizhzhia, controllata dai russi, è stato posto un altro tassello nell’escalation infinita di questa guerra. Una settimana fa si sono verificate numerose esplosioni all’interno della base dell’aviazione di Saki, sulla costa occidentale della Crimea, che hanno distrutto una decina di aerei e fatto saltare un deposito di munizioni. È la prima volta che le forze armate ucraine colpiscono così in profondità all’interno di un territorio considerato da Mosca a tutti gli effetti una parte della Russia. Per questo dovrebbe essere motivo di grande preoccupazione l’atteggiamento del presidente Zelensky che ha dichiarato: «La guerra è iniziata nel 2014 con l’occupazione della Crimea da parte dei russi e dovrà finire con la sua liberazione». Ciò significa che la guerra non si deve fermare. L’Ucraina, forte dei rifornimenti della NATO, non solo vuole recuperare i territori occupati dalla Russia, ma intende andare oltre. Fino a quando? Fino a quando proseguirà questo massacro organizzato, per raggiungere quali obiettivi? Come usciremo da questa guerra?

Questo problema non interessa il 90% delle forze politiche italiane che, ormai in campagna elettorale, competono fra loro in manifestazioni di irremovibile fede atlantica. L’unica voce di dissenso tra le forze parlamentari è stata, nella scorsa settimana, quella di Conte che, pur non ripudiando l’Alleanza atlantica, ha dichiarato: «Noi non prendiamo ordini di Washington». Che scandalo!

da qui

Nessun commento:

Posta un commento