I dati sullo stato sociale emanati
dall’Istat ci dicono che la povertà assoluta in Italia negli ultimi due
anni è triplicata con quasi 6 milioni di persone senza cibo a sufficienza
(quasi il 10% della popolazione) e la povertà relativa a oltre
9 milioni di persone. Con l’inflazione al 9 per cento, con i prezzi
di alimentari e le tariffe (gas, luce, telefono, acqua) che raddoppiano, i
poveri sono destinati ad aumentare. Solo per generi alimentari una famiglia di
tre persone dovrà spendere 2.600 euro in più all’anno.
Se esaminiamo più
approfonditamente questa realtà, a quelli della mia generazione, viene un
senso di angoscia e smarrimento perché ci rendiamo conto che dopo anni di
lotte – anche con conquiste entusiasmanti, realizzate soprattutto nel periodo chiamato
“68” ma durato almeno 15 anni nel secolo scorso – oggi la realtà sociale,
economica, ambientale, civile, di costume, culturale e istituzionale è
entrata in una fase di regressione, sia individuale che collettiva
come mai era avvenuto in precedenza: senza più avere certezze di cambiamenti
per un futuro socialmente sopportabile ma che al contrario mette a rischio
la vita stessa sul nostro pianeta.
Credo che chi, come il
sottoscritto, ha lottato una vita nella CGIL e militato nel
PCI, in altri partiti di sinistra, in associazioni e movimenti
sia stanco di tutto quello che è avvenuto in Italia negli ultimi 30 anni (e
continua ad avvenire) senza più nessuna voglia di
ripercorrere vecchie strade perdenti.
Sì, sono :
§ stanco di vedere la
forbice delle disuguaglianze tra poveri e ricchi che si sta ampliando a
dismisura, con la speculazione finanziaria che succhia “i ventri dei poveri”
mentre i politici e i manager italiani sono fra i più pagati del mondo…
§ stanco di vedere in
Italia i manager pubblici e privati ricevere mensilmente anche
500 volte quello che percepisce un operaio , e con una casta di
privilegiati formata da un 10% della popolazione, che possiede
circa il 55% di tutta la ricchezza presente in Italia mentre il 20% della
popolazione ha solo lo 0,50%
§ stanco di vedere il
banchiere Draghi che non blocca tariffe, bollette e prezzi (in pochi mesi tutto
è raddoppiato) e contemporaneamente sostiene di avere aiutato i pensionati
anticipando di tre mesi a partire dal prossimo ottobre 30 euro lordi mensili
(20 euro netti) dando ai lavoratori dipendenti con meno di 35.000 euro l’anno
(con decontribuzione dell’1,8%) una elemosina
§ stanco di chi dice di
voler fermare la catastrofe del cambiamento climatico in corso attraverso
l’energia atomica e i rigassificatori, sapendo che così non verrà mai cambiata
la realtà;
§ stanco di chi dice di
voler cambiare tutto, sostenendo di essere ambientalista e di sinistra ma dopo
si allea con il PD… per non cambiare niente;
§ stanco di avere leggi
elettorali che non ti permettono di scegliere i candidati, sempre più lontani
dal proporzionale puro che garantirebbe la possibilità di avere una
rappresentanza in cui riconoscerti, con un sistema uninominale che regala
un terzo di elettorato a chi si mette assieme indipendentemente dalle scelte
politiche programmatiche anche se è in minoranza… ma nessuno ha fatto qualcosa
per cambiare il “rosatellum”;
§ stanco (proprio non lo
sopporto) di Letta quando dice di volere una coalizione elettorale per impedire
alla destra fascista di andare al governo ma ha detto di no a un patto con M5S
e così vincerà la destra;
§ stanco di un PD che fa
propria “l’agenda Draghi” e la guerra per procura degli USA-Nato in Ucraina;
scelte che nella sostanza vanno bene anche alla destra di Meloni, Salvini,
Berlusconi: tutti con le stesse politiche economiche, sociali e
internazionali ;
§ stufo di fare attività
all’interno di partiti che hanno perso identità, storia e senso
della realtà, con gruppi dirigenti che volevano cambiare il sistema
capitalista, ma sono stati cambiati dal sistema capitalista;
§ stufo “di lavorare
all’interno di Associazioni” che quando va bene creano movimenti con punti di
vista limitati alla soluzione del problema del proprio territorio e poi muoiono
se hanno risolto il loro problema.
Non ho
più voglia di rincorrere schieramenti con soggetti politici riciclati e leader
che pensano di essere guru: tutti con una propria verità e che dialogano
tra loro solo per cercare di ottenere il consenso dell’altro.
Non ho
più voglia di ascoltare chi parla senza ascoltare: senza avere dubbi,
senza sentire anche altre “verità”. Sono stanco di chi vende certezze e slogan,
di chi trova capri espiatori, di chi libera aggressività e violenza, di chi
racconta che pratica onestà e ricerca giustizia ma invece agisce e pratica la
corruzione e la fregatura del prossimo.
Sono
stanco di un sistema politico italiano, ridotto a un teatro di
contrattazioni frenetiche, “Di Prime Donne e Uomini” che non vogliono mai
uscire di scena e come barattoli si spostano di qui e di là.
§ Stanco anche di
cartelli elettorali con partitini, associazioni e liste civiche “alla sinistra”
del PD, che continuano a presentarsi divisi (ben 3 liste elettorali) ma in
realtà non riescono a coinvolgere i ceti subordinati nella lotta per costruire
l’alternativa.
Allora a poco più di un mese dalle
prossime elezioni politiche mi guardo attorno per cercare nuove strade ma vedo
sempre i soliti marpioni, quelli che hanno dominato la scena politica da circa
30 anni.
VEDO ANCORA :
§ Il pregiudicato
Berlusconi e i suoi servi che con le sue televisioni ha urlato e urla di
“impedire l’avvento del comunismo” in Italia, di sconfiggere
la corruzione, di cambiare la giustizia, di cambiare la politica economica e
sociale… di volere la società liberale… per risultare il più corrotto e
corruttore di tutti coloro che lo avevano preceduto: è riuscito a farsi le
leggi per non andare in galera e arricchire ulteriormente lui ed i suoi
“accoliti” a danno dei poveri, a sviluppare la subcultura da “grande fratello”
modificando la società in peggio;
§ L’urlo di Meloni
all’adunata VOX della destra dpagnola, l’urlo di Salvini con “prima gli
italiani” ma per salvare l’Italia vogliono l’«Autonomia Differenziata delle
Regioni» affossando il Sud, vogliono ridurre le tasse ai ricchi con la
Flat Tax, penalizzare i poveri creando ulteriori disuguaglianze, chiudere
i porti e rendere clandestini migliaia di migranti, adoperare le ruspe non
contro le ville abusive in riva ai mari (che anzi verranno condonate e cresceranno
con la cementificazione) ma contro i migranti e gli zingari, cambiare la
Costituzione e fare la Repubblica Presidenziale;
§ Renzi sembrava voler
cambiare tutto (l’Italia e l’Europa) finendo invece a fare le stesse scelte
liberiste dei governi berlusconiani, abolendo pure l’articolo 18 dello
Statuto dei Lavoratori, cosa che non era riuscita a Berlusconi. E oggi Renzi è
in buona compagnia con Calenda.
§ Letta parla come un
timoniere a cui è sfuggito il timone di mano. Poteva proporre un accordo
tecnico nei collegi uninominali fra tutte le forze che si riconoscono nella
difesa della Costituzione, creando un’alleanza elettorale finalizzata a
impedire la presa del potere alla destra ma allora perché aprioristicamente ha
detto di no a un’alleanza con M5S, rinunciando a circa il 12% dei suoi voti?
In questa realtà mi verrebbe da urlare un
grande “Vaffa… ” o dire «una grande risata vi seppellirà tutti».
Rifletto e mi dico: no, anche se sei
stanco sai che comunque non ti puoi fermare perché la coscienza ti dice
che devi affrontare comunque la realtà, con una prospettiva politica e
sociale difficilissima. Cerca di reagire.
In Italia siamo in presenza di una
realtà socialmente potenzialmente esplosiva ma allora perché non esplode?
perché si vive una situazione quasi di letargia totale? Credo la
causa stia nel martellamento ideologico avvenuto in tutti questi anni e che
prosegue imperterrito. Quasi tutti i mass media continuano nella vecchia
litania, già ascoltata per oltre 30 anni.
Dicono:
§ Bisogna tagliare le
tasse alle imprese e ai ricchi: le hanno già ridotte di molto portando le
aliquote da 32 a solo 4, ma a lor signori non va ancora bene e vogliono
una flat tax al 15 o 23% con la speranza (sic) che i ricchi dopo facciano
investimenti creando occupazione;
§ i sindacati, pur
indeboliti, hanno ancora troppo potere;
§ i lavoratori con
contratti a tempo indeterminato sono privilegiati;
§ i migranti rubano il
lavoro agli italiani;
§ il reddito di
cittadinanza va rimodulato o cancellato contro i vagabondi che non vogliono
lavorare (con paghe di fame e da precari);
§ la riforma Fornero è
giusta perché c’è il “buco” nelle finanze dello Stato e i pensionati rubano il
futuro ai giovani andando in pensione troppo presto;
§ la sanità pubblica è
insostenibile;
§ gli ammortizzatori
sociali (compreso il RDC) alimentano il parassitismo dei disoccupati;
§ lo Stato non deve
gestire le imprese; aziende pubbliche e beni comuni vanno privatizzati.
§ …eccetera
Questo continuo martellamento ideologico,
effettuato da Confindustria, economisti ben pagati, mass-media è
sostanzialmente condiviso dalle forze politiche di centro-destra e di
centro-sinistra: è servito per “controriforme” che hanno tolto la centralità
del lavoro e messo al centro “libero mercato” (e speculazione) nella globalizzazione
mondiale, spostando immense ricchezze dai ceti medio bassi ai più ricchi, con
il 10% di popolazione che detiene il 55% di tutta la ricchezza presente nel
nostro Paese mentre il proletariato e i ceti medi si sono fortemente
impoveriti.
Così in Italia abbiamo l’assoluta libertà
dei mercati, i quali condizionano le scelte dello Stato, sempre più
in balia della speculazione, con aziende energetiche che triplicano i profitti,
senza nessun limite ai prezzi, nemmeno da parte del “governo dei migliori”.
Inoltre siamo in presenza di una
regressione culturale, con parte dei ceti subordinati che scelgono di votare i
partiti di Destra attratti dagli slogan contro i migranti, senza più speranza
di risolvere i problemi con la lotta, creando rassegnazione e sfiducia; e con
l’unica forma di protesta dei ceti subordinati:quella di non votare !
Ma come è possibile uscire da questa
realtà che oggi porta smarrimento e disperazione?
Penso ad Antonio Gramsci quando dal
carcere sosteneva: «anche quando tutto appare perduto, bisogna rimettersi
tranquillamente all’opera, ricominciando dall’inizio… Sono pessimista
nell’intelligenza ma ottimista nella volontà».
Ed allora quando rivedo il vecchio Caimano
invadere le TV e riproporsi come “il salvatore della Patria”, la mia stanchezza
sparisce e si tramuta in rabbia…
Quando Berlusconi, Meloni e Salvini
promettono la flat tax (a favore dei ricchi e contro i ceti medio-bassi, che
non risparmiano niente e dovranno pagarsi anche sanità e stato sociale)
inorridisco….
Quando la destra dice di volere
l’autonomia differenziata delle Regioni, la prospettiva di una modifica
costituzionale per permettere la Repubblica Presidenziale, il peggioramento
della riforma della giustizia Cartabia (con i poveri cristi in galera e i
criminali ricchi liberi e al comando del Paese), i porti chiusi ai migranti, i
diritti dei più deboli lesi mi convinco che non si può stare fermi… .
Sicuramente è il momento di contrastare
con forza la prospettiva di una deriva fascista in Italia ma l’alternativa è «il
meno peggio»? ovvero l’agenda Draghi sposata dal PD che di fatto
propone le stesse cose volute dalla Confindustria di Bonomi ?
Ancora mi viene in aiuto Gramsci
quando scriveva: «Un male è sempre minore di un altro susseguente
possibile maggiore. Ogni male diventa minore di fronte ad un altro che si
presenta maggiore, e così all’infinito… Ma la forma del male minore, del
meno peggio, non è altro che la forma che assume il processo di adattamento
storicamente regressivo, decidendo di capitolare a piccoli passi alla volta».
In questa realtà decido che andrò a votare
e voterò per “Unione Popolare” !
Certo, ci vorrebbe un grande Partito
Comunista che, come dicevamo una volta, «viene da lontano per andare lontano»:
invece non esiste e la realtà anche alla sinistra del PD è penosa, con la
divisione molecolare che continua.
Eppure credo sia possibile “cambiare
registro” perchè c’è un pezzo di popolo che non va a votare o che non vota la
destra, che sente con angoscia la realtà del lavoro e dell’economia, che
non è d’accordo con l’invio delle armi nella guerra in Ucraina e con
il razzismo strisciante.
L’istituto Eures ci dice che in
Italia ogni giorno una persona si toglie la vita per problemi economici, con
molte persone che cadono nella disperazione perché precari o per un
lavoro (difficile da ritrovare soprattutto se hanno oltre i 50 anni).
Dobbiamo domandarci: ma oggi il
problema fondamentale è veramente la centralità delle urne alle prossime
elezioni?
Non è forse vero che il risultato è già
sostanzialmente scritto e al massimo la sinistra di alternativa potrebbe
continuare a fare testimonianza? Non è forse vero che senza le lotte è
impossibile incidere nel profondo della realtà economica e sociale?
Molti sostengono che bisogna avere paura
perché in Italia sta covando una grande protesta sociale che potrebbe esplodere
quando meno te lo aspetti. Io invece credo che non bisogna avere paura e la
protesta sociale dobbiamo alimentarla e farla scoppiare, governarla e guidarla.
La vera questione sociale in
Italia non sarà risolta nè modificata con le elezioni, chiunque le vinca.
In questo contesto sono soprattutto i
giovani nelle scuole che devono impegnarsi per cambiare la realtà. Il 22
febbraio ero a un convegno su «il sistema pensionistico e le bufale dette per
affossarlo» con gli studenti del liceo Montanari” di Verona: ho visto grande
interesse e partecipazione di docenti e studenti, che restano soggetti
nevralgici per il futuro .
Nella realtà odierna sono gli studenti con
chi si muove alla sinistra del PD che debbono cercare di costruire
e sviluppare movimenti di lotta: sulla redistribuzione dei redditi
incrementando fortemente salari e pensioni; sulla richiesta di forti
investimenti pubblici e privati a partire dal risanamento dei territori; sulla
riconquista della scala mobile e dei diritti del lavoro a partire dall’articolo
18; sulla contrattazione per definire modelli di conversione
economica e prevenzione ambientale, compatibile con la sicurezza di
chi lavora; sulla necessità di ridurre fortemente l’orario di lavoro a
parità di salario; su una tassa patrimoniale ai ricchi; su un vero reddito
di cittadinanza e la cancellazione sia della “riforma Fornero” che della “Buona
Scuola” con la formazione al lavoro che serve solo ai padroni…
Penso che anche un buon risultato della
lista “Unione Popolare” pur avendo importanza non sia sufficiente. Ribadisco
che le energie maggiori (la sinistra politica e sociale che resiste, gli
intellettuali impegnati per il cambiamento) devono spendersi per riprendere le
lotte a livello di fabbrica, scuole, territorio. Solo nella costruzione di un nuovo
fronte di lotte dal basso, con un nuovo movimento di classe è possibile sia
costruire il partito della sinistra alternativa sia – e soprattutto – mutare il
quadro sociale, economico, culturale, civile e politico.
Oggi solo “piccole tribù” lottano e danzano
intorno al fuoco della ragione. Su questo tema devono ragionare anche i gruppi
dirigenti della CGIL con il suo Congresso che inizia ad ottobre. Anche la CGIL
di Landini deve uscire dal solito tran tran e cimentarsi nelle lotte, dando
speranze a chi (tanti ancora) milita nel sindacato e nella sinistra.
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