Notificati nuovi fogli di via da Torino agli attivisti di Extinction Rebellion. “Si tratta di misure totalmente illegittime, emanate dal Questore di Torino sapendo benissimo di non poterlo fare” dicono gli attivisti. “Molti di noi hanno perso il lavoro. Chi ci ripagherà per tutti i danni subiti quando avremo vinto tutti i ricorsi?”
Non si ferma la macchina repressiva nei confronti degli attivisti torinesi
di Extinction Rebellion. Negli ultimi giorni, infatti, il Questore di Torino ha
emesso nuovi fogli di via dalla città, per un periodo di un anno, nei confronti
di altri attivisti del movimento. Le nuove misure si vanno a sommare ai 5
fogli di via già notificati e alle 22 denunce penali che hanno colpito le
persone presenti in Piazza Castello il 25 luglio [1].
Quel giorno, due attiviste del nodo torinese di Extinction Rebellion erano
salite con una scala sul balcone del palazzo della Regione Piemonte, per
appendere uno striscione con scritto “Benvenuti nella crisi climatica.
Siccità: è solo l’inizio”. Un’azione plateale ma radicalmente pacifica,
volta a denunciare, ancora una volta, il gravissimo stato di crisi idrica che
l’Italia intera sta affrontando ormai da mesi. Tuttavia, quella mattina, tutte
le persone presenti in piazza – anche chi stava semplicemente dando dei
volantini o facendo delle foto – hanno ricevuto una denuncia penale per Art.
633 e Art. 639 bis (Invasione di edifici o terreni) e Art. 18 TULPS
(Manifestazione non preavvisata). “Io quel giorno sono stato tutta la
mattina in Piazza Castello a fare foto. Non ho fatto altro” racconta
Roberto, una delle persone denunciate. “Nonostante questo, mi hanno
notificato una denuncia penale per Invasione della Regione Piemonte”. Come
Roberto, altre 21 persone si trovano attualmente nella stessa identica
situazione.
A peggiorare il quadro legale, quel giorno, erano state però le notifiche
dei cinque fogli di via obbligatori, ovvero misure di restrizione della libertà
personale previste per “i soggetti che […] mettono in pericolo […]
la sanità, la sicurezza o la tranquillità pubblica” secondo il D. Lgs.
159/2011, che il Questore di Torino ha deciso di utilizzare nei confronti degli
attivisti. “Queste misure sono totalmente illegittime, perché la
maggior parte di noi vive, studia e lavora a Torino” ribadisce
Alessio, costretto a rientrare forzatamente a Roma, città in cui vive la sua
famiglia. “Io ho perso il lavoro a causa di un foglio di via che il
Questore sapeva benissimo di non poter notificare. Chi mi ripagherà per tutti i
danni subiti?”. Il pomeriggio del 25 luglio, infatti, dopo aver
ribadito più volte l’illegittimità dei fogli di via a tutte le forze
dell’ordine presenti in piazza, gli attivisti avevano immediatamente trasmesso
istanza di riesame al Questore, per chiederne la revoca. Ma la Questura di
Torino non sembra voler dar tregua a Extinction Rebellion. Dalla prima
settimana di agosto, infatti, nuovi fogli di via stanno arrivando ad altre
persone che erano in piazza quel giorno. “Il 5 agosto ho ricevuto una
chiamata dalla Questura di Bologna, città in cui vive la mia famiglia, per
dirmi che sarei dovuta rientrare entro 24 ore a Bologna, in modo da ricevere la
notifica del foglio di via da Torino”, racconta Noemi. “Ho dovuto
lasciare tutto da un giorno all’altro. Oggi non so se potrò tornare a vivere
nella città in cui ho un affitto, in cui studio e in cui avrei dovuto iniziare
un nuovo lavoro a partire da Settembre”. Tra gli attivisti denunciati il 25
luglio, ne rimangono altri non sono residenti a Torino ed esiste la legittima
preoccupazione che anche loro saranno colpiti da un provvedimento che dovrebbe
essere eccezionale e indirizzato a persone che rappresentano un pericolo per
l’ordine pubblico e la sicurezza.
Nei giorni immediatamente successivi, la gravità di questi episodi aveva
spinto alcuni Consiglieri Regionali a richiedere un’informativa durante il
Consiglio Regionale del 26 luglio [2]. In quell’occasione, il consigliere
Preioni (Lega con Salvini) ha utilizzato parole pesantissime nei confronti
degli attivisti, invitandoli ad andare a studiare e ripetendo, ancora una
volta, frasi in pieno contrasto con ciò che la comunità scientifica afferma
ormai da anni. Negli stessi giorni, tuttavia, è arrivata invece la grande
solidarietà da parte dei consiglieri regionali Grimaldi (Liberi, Uguali e
Verdi), Sarno e Rossi (Partito Democratico), Freiani (Movimento 4 ottobre) e Di
Sabato (Movimento 5 Stelle), ma anche di parlamentari come Fratoianni (Sinistra
Italiana) e l’eurodeputata Elenora Evi (Europa Verde) [3].
Nelle prossime settimane, quindi, in attesa di avere aggiornamenti sulle
indagini preliminari per le 22 denunce, 15 cittadini procederanno con un
ricorso di massa al TAR di Torino, la cui procedura costerà 500 € a persona.
Nelle parole del Segretario Generale dell’ONU, Antonio Guterres: “Gli
attivisti per il clima sono talvolta dipinti come pericolosi radicali. Ma i
veri radicali pericolosi sono i Paesi che stanno aumentando la produzione di
combustibili fossili” [4]. Esattamente la direzione politica assunta dal Consiglio Regionale del
Piemonte [5] e dal governo italiano [6].
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