Chi
governerà questo paese dopo le elezioni?
Letta, al
governo, vorrebbe se stesso o Draghi.
Renzi e
Calenda; Di Maio e Tabacci, Bonino e Dalla Vedova vorrebbero Draghi, sempre
Draghi, fortissimamente Draghi.
Berlusconi
vorrebbe se stesso, come sempre, o Draghi.
Salvini
vorrebbe se stesso, ma metà della Lega non lo vorrebbe e vorrebbe -immaginate
chi?: Draghi.
Meloni
vorrebbe se stessa ma, se anche stravincesse e potesse governare da sola,
sarebbe costretta a seguire l'agenda Draghi.
E siccome
non governerà da sola, dovrà seguirla a maggior ragione, viste le posizioni
degli alleati di cui sopra
Anche lei
farà la fine del Movimento 5 stelle nel 2018, col suo bel 34%: ed anche i suoi
ingenui elettori scopriranno che, dentro la scatoletta, il tonno non c'è più da
tempo.
E che,
aperta la prima scatoletta, quella del voto, si trova il vuoto: tutte le istituzioni,
e tanto più quelle politico-partitiche, sono soltanto scatolette vuote che
contengono altre scatolette vuote: se ne apri una ne trovi solo un'altra ed
un'altra ancora, senza fine e senza soluzione alcuna.
Ecco perché
non esiste il voto utile, e qualunque voto è e sarà inutile.
Di utile ci
sono solo gli utili idioti che continuano ad andare a votare, fingendo di
credere che quel voto possa cambiare, produrre o impedire qualcosa.
Nei miei
primi 30 anni sono stato ricattato a votare qualunque cesso d'uomo purchè non
andassero al potere i comunisti.
Nei secondi
trenta vengo ricattato a votare qualunque bordello di coalizione purchè non
vadano al potere i neofascisti.
Eppure la
storia ci ha già detto che i comunisti sono andati al governo solo quando hanno
rinunciato ad essere comunisti ed hanno rinunciato ad essere comunisti
soprattutto quando sono riusciti ad andare al governo.
Ed anche i
fascisti andranno al governo solo quando smetteranno di essere fascisti e
smetteranno di esserlo soprattutto quando ci andranno.
A meno che
l'establishment stesso non decida (come già accaduto col fascismo, 100 anni fa)
che è giunto il tempo di avere un governo non più solo in scatoletta fashista,
come l'attuale, ma in inscatolamento neo-fascista post-litteram.
Ma non
saranno le elezioni, né -tanto meno- queste, a deciderlo.
Un ultimo
pensiero -commosso e partecipe- va infine rivolto a coloro che non riescono a
smetterla, non solo di votare, ma anche di fare liste e candidarsi 'per
un'alternativa': le varie liste anti-sistema di Paragone, De Magistris, Potere
al Popolo (che credo si farà chiamare questa volta Unione popolare), gli ex5S
di Alternativa e Manifesta, e non so chi altri ancora.
Il loro
senso politico per me è pari a quello di farsi uno yogurt biologico per
combattere il cambiamento climatico, fare un corteo per fermare una guerra o
spegnere i led del televisore per realizzare la decrescita.
Testimonianze
importanti e scelte apprezzabili, ma che non c'entrano niente con la politica.
Sono azioni
che stanno ad un livello diverso, e non è giusto illudere del contrario le
(peraltro poche) persone che andranno a votarli.
Servono solo
a chi le fa, sono buoni generi di conforto e di socializzazione: rappresentano
un'alternativa sì, ma a pagarsi una psicoterapia (e -visti i prezzi- non è
poco).
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