Si trattiene il respiro mentre i bianchi dementi del Ku Klux Klan globale
si scatenano nella loro ultima danza, tagliando e depredando risorse
indispensabili per miliardi di persone. Preparano il genocidio su larga scala,
e intanto si preparano ad azzuffarsi tra loro, mentre gli incendi e le
alluvioni ingoiano la terra, e si sgretola quel che è rimasto della civiltà.
La tracotanza dei vincitori
immaginari
In Vuelta
de Siglo Bolivar Echeverria spiegava qualche anno fa che il passaggio
al secolo ventuno consiste essenzialmente nell’instaurazione della cosmovisione
barocca al posto dell’architettura gotica della società industriale.
Jean
Baudrillard lo sapeva già quando, nel 1977, scrisse il libro più importante di
quel decennio, Lo scambio simbolico e la morte. Mario Perniola lo
disse in maniera chiarissima ne La società dei simulacri: nel mondo
che viene il simulacro prenderà il posto della realtà.
Il mondo che doveva venire adesso è venuto.
Un programma informatico ha generato il video che
mette le cose a posto nella desolata landa di Gaza.
A Documenta
Kassel nel 2017 io mi permisi un giorno di proporre una performance che si
chiamava Auschwitz on the beach, ma i media tedeschi mi accusarono
di antisemitismo, e un Ministro mi accusò di essere un provocatore di cattivo
gusto.
Il tracotante Donald Trump ha copiato la mia idea e ha
prodotto un video che mostra Auschwitz on the beach trasferito a Gaza.
Laddove ieri
c’erano campi di concentramento, bambine che muoiono di fame di sete e di
freddo, carri armati che schiacciano corpi sanguinanti, colonne di famiglie
ridotte allo stremo e inseguite da droni assassini, finalmente sono sorti
grattacieli, dollari scendono da una statua d’oro di Trump, i bambini risorti
dalle fosse comuni corrono allegri per raccogliere la manna che scende
biblicamente dal cielo, e infine il buon Netanyahu prende il sole in spiaggia
sullo sdraio accanto al buon babbo Natale Donald Trump.
Nel
frattempo il funambolico Musk licenzia migliaia di persone dai ministeri,
intima ai funzionari dell’FBI di rivelare quel che hanno fatto nell’ultima
settimana, e lancia progetti faraonici di colonizzazione dello spazio esterno.
Era ora, li stavo aspettando da quando un giornaletto
che si chiamava A/traverso dichiarò baldanzoso: Informazioni false producono
eventi veri. Era l’anno 1976.
Attenzione,
ragazzi. Non è il caso di scandalizzarsi. Non è il caso di difendere i diritti
umani, la costituzione, i buoni sentimenti, la democrazia, tutta vecchia roba
fuori moda. La generazione che è venuta al mondo con un joystick in una mano e
un cellulare negli occhi non starebbe ad ascoltare: si infileranno come tanti
topolini nel tritacarne algoritmico che li trasformerà in schiavi depressi ma
contenti fino a quando non si sveglieranno, e allora sarà troppo tardi.
Il cinismo
fa parte del gioco barocco. La gotica realtà è cancellata dalla forza di
enunciazione algoritmica, cumuli di cadaveri si accumulano tutt’intorno,
bulldozer giganteschi li seppelliscono insieme al ventesimo secolo, e
finalmente potremo volare sulle ali della fantasia assistita dal calcolo,
dell’intelligenza artificiale e dell’immersione virtuale nel Mediaverso
introiettato con un dispositivo di Neuralink.
Trattenete
il respiro, ragazzi, e aspettate solamente un po’.
Non è detto
che i geni informatici abbiano capito tutto di come funziona la realtà dei
corpi che gemono, che soffrono, e talvolta muoiono.
Io non so
come va a finire (non lo sa nessuno), ma faccio la mia profezia, e come al
solito rischio di azzeccarla.
L’avventurismo media-demiurgico sta già producendo uno
sgretolamento della realtà geopolitica globale, e presto produrrà degli effetti
di sgretolamento della stessa società americana.
Quei milioni
di lavoratori americani che Musk sta allegramente minacciando, hanno tutti un
fucile in cantina. Decine di migliaia di funzionari dell’FBI umiliati e
trattati come scolaretti da una banda di allegri stupratori gestiscono banche
dati e possono mandare in tilt l’ordine della vita americana. Lo stato profondo
esiste davvero, non è un’invenzione di Steve Bannon, e prima o poi è destinato
a vendicarsi per difendere i suoi luridi interessi che Elon crede di potere
ignorare.
(E forse le
milizie di Steve Bannon staranno con i nemici di Musk.)
«Qua nessuno
ha un minimo di spina dorsale – ha detto un dipendente dell’Environmental
Protection Agency alla Cnn – Musk vuole far fuori l’Epa perché non gli importa
niente dell’ambiente.I dirigenti dell’Epa cercano di essere accondiscendenti
nella speranza di evitare tagli più profondi. Ma quando cerchi di placare un
bullo con l’accondiscendenza, gli dai solo il permesso di perseguitarti di
più».
I trumpisti
hanno vinto le elezioni contro un partito democratico di rimbambiti e di
ipocriti corrotti, ma l’ubris dei vincitori sta suscitando una nemesis
sotterranea che presto esploderà, con l’aiuto degli incendi nelle metropoli, e
delle prossime imminenti epidemie cui Kennedy ha srotolato il tappetino rosso.
Tratteniamo
il respiro e vediamo come va a finire, si dicono milioni di lavoratori
americani. Intanto non collaboriamo.
Disertano,
si capisce. Che altro possono fare?
La disfatta europea la
tragedia ucraina
“un popolo
schiacciato e deriso per la viltà dei governi americano ed europei dopo due
anni di eroismo e sangue, coverà per generazioni il risentimento e affiderà la
sacrosanta volontà di riscatto al nazionalismo più bieco, fino a nuovi
fascismi, pur di sperare di rovesciare i verdetti. Un’altra democrazia che tracolla
fornendo alimento alle forze antidemocratiche che in Europa vanno dilagando.”
(Flores d’Arcais: L’invasore premiato e la disfatta della
democrazia Micromega 21 febbraio 2025).
Flores ha
ragione nel denunciare il tradimento, ma dovrebbe anche fare un mea culpa,
perché lui, come altri intellettuali europei ha creduto e, quel che è peggio,
ha fatto credere che Biden fosse una persona affidabile, che gli americani
davvero fossero impegnati in una disinteressata difesa della democrazia ucraina
(che non è mai esistita). Nel gennaio del 2022 la signora Clinton aveva detto
senza mezzi termini: intendiamo procurare un nuovo Afghanistan alla Russia. E
Biden aveva detto: o la Germania si decide a rinunciare al North Stream 2,
oppure siamo in grado di occuparcene noi.
Se ne sono occupati loro, e la Germania si è piegata,
e adesso sprofonda mentre il partito nazista supera il 20% dei voti con
l’appoggio entusiasta di un ricco razzista sudafricano.
Non posso
pensare che Flores sia così ingenuo da avere creduto che gli USA fossero in
missione per conto del dio della democrazia. Né posso credere che Flores sia
così ingenuo da credere che fosse possibile imporre alla Russia di accettare la
NATO al suo confine senza una risposta atomica da parte del regime fascista che
governa a Mosca.
La guerra ucraina è stata fin dal principio una guerra
americana contro l’Unione Europea, una guerra che puntava a distruggere il
popolo ucraino e a rubare le sue risorse. USA e Russia sono strategicamente
alleate in questo progetto, anche se nel 22 erano tatticamente nemiche.
Biden ha
preparato il terreno provocando la Russia fino a spingerla all’invasione.
Adesso, dopo centinaia di migliaia di morti, Trump incontra Putin e si
spartiscono le spoglie dell’Ucraina, vittima sacrificale della ferocia
occidentale non meno che della ferocia russa. Dopo avere spinto l’Ucraina in
una guerra suicida, gli americani la consegnano agli invasori, e in cambio di
questo tradimento vogliono impadronirsi delle sue risorse minerarie con l’aiuto
dei russi. “Venite pure nel Donbass, che è nostro” dice Putin a Trump. “Insieme
spolperemo l’Ucraina dopo averla distrutta e umiliata.”
In un libro
del 2016 dal titolo Black Earth The Holocaust as History and as warning Timothy
Snyder ricorda che nella seconda guerra mondiale Hitler voleva impadronirsi (e
si impadronì) delle terre nere ucraine, e avverte che il Nazismo non è morto
con Hitler, e che il genocidio può tornare.
Ora infatti
è tornato: Trump vuole le terre ucraine come risarcimento per i soldi che Biden
ha sperperato. Putin si è già preso la Crimea e il Donbass. I due Fuhrer della
razza bianca trionfano insieme. Il popolo ucraino è cascato nella trappola più
crudele: hanno creduto che gli americani fossero gente affidabile, come non se
non conoscessero la sorte toccata alle donne afghane.
Il popolo
ucraino esce distrutto da questa guerra: sei milioni (soprattutto ucraine) sono
all’estero e non so se torneranno a casa. Le risorse del paese sono state
devastate in gran parte da Putin, e adesso Trump promette di portargli via
quello che rimane. Un paese traumatizzato, super-armato, e tradito da tutti.
Zelenskyy
resiste al diktat dei suoi ex-alleati: «Non esiste alcun debito di 500 miliardi
con gli Usa, su questo voglio essere chiaro. Tale cifra è frutto di non so
quali congetture. Ma ammettiamo che gli Stati uniti volessero da noi anche solo
100 miliardi, io non firmerei lo stesso. Nessuno è mai venuto a dirci: ‘eccovi
le armi, questa è la cambiale’. Non posso accettare che ciò che ci è stato
fornito come sovvenzione ora sia trasformato in un debito perché semplicemente
non-è-così».
E l’Europa?
L’Europa deve fare i conti con la sua disfatta.
Disfatta militare, disfatta politica, ma soprattutto disfatta morale.
Compito
dell’Unione europea, se esistesse, se fosse mai esistita, sarebbe stato quello
di imporre una mediazione pacifica, rifiutando il ricatto di Biden. Invece ora
eccola in ginocchio di fronte a Putin e soprattutto di fronte al suo compare
della Casa Bianca.
Eccoci alla
nuova puntata della tragedia.
L’Unione
europea si chiede come salvare l’onore e la democrazia liberale. La democrazia
liberale è fottuta. Una dopo l’altra le capitali europee si convertono al
Nazional-liberismo di Musk e di Bannon.
Quanto
all’onore mi scappa da ridere.
Più che
salvare l’onore d’Europa, il gruppo dirigente francese inglese e tedesco deve
salvarsi la pelle, e l’Unione europea è un morto che cammina.
Ricordate il
primo marzo del 2022 quando l’ingenuo Zelenskyy al Parlamento europeo disse:
“l’Ucraina è pronta a morire per l’Europa, ora vedremo se l’Europa è pronta a
morire per l’Ucraina?”
Adesso
vediamo se moriremo per Zelenskyy, ma questa volta non si tratta di una
metafora poetica. Questa volta moriremmo per davvero.
Ragioniamo:
Trump ha mandato Vance a Monaco per dire che l’America non ci vuole più bene, e
che Putin è il loro nuovo alleato.
Pete
Hegseth, stupratore e Segretario alla Difesa, ha dichiarato che l’Europa non
deve più contare sullo scudo americano, e che deve difendersi da sé.
Per
difendersi da sé l’Europa deve moltiplicare le spese militari, ma non è cosa
che si fa in un mese o due. La signora Von den Leyen strombazza che adesso ci
armeremo fino ai denti. Ma perché Putin dovrebbe aspettare che l’Europa si sia
armata, ora che non c’è più l’America a difendere l’Europa?
La mia
impressione è che i russi si preparino a stroncare il riarmo europeo prima che
diventi un pericolo per loro. Se io vivessi a Vilnius o a Riga sarei molto
preoccupato. E anche se vivessi a Varsavia.
Flores dice
che “questa tragedia per la democrazia sarà anche catastrofe per l’Europa. Il
regalo di Trump a Putin viene fatto a spese dell’Europa, al prezzo della sua
disintegrazione,” e su questo punto non si può che dargli ragione.
Da molto
tempo sappiamo che l’Unione Europea è molto lontana da quello che i suoi
fondatori avevano voluto che fosse, molto lontana dalle illusioni dei
sessantottini convertiti all’europeismo fuori tempo massimo. Da molto tempo
sappiamo che l’unione europea è solo un capitolo della controrivoluzione
liberista.
Ma ora
l’Unione sprofonda nella confusione mentale.