articoli, video, musica, vignette di Ramin Mazaheri, Pepe Escobar, Francesco Santoianni, Verdiana Siddi, Giuseppe Masala, Stefano Orsi, Manlio Dinucci, Giacomo Gabellini, Pino Arlacchi, Enrico Tomaselli, Gianandrea Gaiani, Francesco Masala, Toni Capuozzo, Mirko Mussetti, Emiliano Brancaccio, Raffaele Giammetti, Stefano Lucarelli, Antonio Mazzeo, Maria Pastore, Adriana Pollice, Quino, Fausto Amodei, con un appello per l’uscita dell’Italia dalla guerra
Appello alla mobilitazione. Costruiamo un’alleanza trasversale per la Pace e l’Economia.
Invito alla mobilitazione per l’uscita dell’Italia dalla guerra, contro le sanzioni alla Russia, a favore del nostro Paese quale mediatore di Pace.
Uscire dalla guerra che divampa dall’Europa al Nordafrica e al Medioriente, operare per una soluzione diplomatica, salvare l’economia.
La guerra — militare, economica, politica, mediatica, ideologica — sta travolgendo la nostra vita su tutti i piani. È anzitutto la guerra economica quella che sta “bombardando” a intensità crescente il nostro Paese. Senza materie prime ed energia tutto si ferma (cibo, farmaci, sanità, trasporti, illuminazione pubblica, internet, ecc.). L’energia a costi insostenibili provoca la paralisi progressiva del sistema produttivo e di quello dei servizi.
No alle sanzioni Il gas russo è il più economico al mondo. Impedire che lo si possa usare, sostituendolo col GNL il cui prezzo è determinato da meccanismi speculativi, costituisce un atto di guerra contro l’Italia e gli italiani. Vengono colpite le famiglie, i lavoratori, le piccole e medie imprese di tutti i settori — commercio, agricoltura, industria, allevamento, pesca, ristorazione, turismo — già pesantemente colpiti dai lockdown. Il costo della vita è in continuo aumento. Fallimenti, chiusure, cassa integrazione e licenziamenti, deindustrializzazione, crollo dei consumi, degrado e miseria crescente ne sono la conseguenza più immediata.
Non c’è più tempo da perdere È necessario mobilitarsi perché si possa uscire dal vicolo cieco nel quale siamo stati costretti. Portare alla luce lo scontento che corre orizzontalmente per il Paese. Opporci al sabotaggio istituzionale e all’attacco ormai sistemico alla nostra economia.
È in gioco la sicurezza nazionale La crescente e diffusa consapevolezza di come la partecipazione cobelligerante del nostro Paese sia stata una scelta suicida, imposta da quei poteri sovranazionali cui il governo Draghi ha dato esecuzione, può e deve diventare una forza autorganizzata trasversale, attuando il principio costituzionale che la sovranità appartiene al popolo.
Partecipa alla costruzione di una grande alleanza trasversale contro la guerra per l’economia e il bene comune! Chiediamo all’unisono il ritiro delle sanzioni, il ritiro dalla guerra e che l’Italia medi attivamente per la ricostruzione delle condizioni della Pace. Diciamo no alle sanzioni, no al finanziamento della guerra e all’invio di armi, no alle spese militari, sì ad un ruolo attivo del nostro Paese quale mediatore di Pace.
Aderite, firmate e condividete!
https://www.fuorilitaliadallaguerra.it/
Perché l’Ucraina sta sempre vincendo la guerra – Ramin Mazaheri
Negli Stati Uniti la politica editoriale dei media non ha vacillato su un argomento quest’anno: L’Ucraina sta sempre vincendo la guerra.
Dalla prima settimana, quando l’aviazione e la marina ucraine sono state distrutte, fino alla distruzione della rete elettrica della scorsa settimana – questo è l’aspetto della “vittoria” in lingua ucraina, a quanto pare. I russi possono incorporare elettoralmente un territorio dopo l’altro, ma suggerire che la vittoria ucraina non sia già arrivata è proibito negli spazi pubblici americani.
Che senso ha leggere la copertura americana dei disordini in Ucraina quando è così assurda?
Lo scopo è: imparare cosa pensa l’America, ovviamente. Se è un’illusione, allora – che ci piaccia o no – questa è la storia, e la storia si scrive sempre da sola in un giornalismo onesto.
Stavo parlando con un tassista polacco che ho trovato estremamente intelligente, e non solo perché ha un cognato iraniano, e quindi conosce e rispetta la cultura iraniana. Questo tassista immigrato da tempo era molto favorevole all’Ucraina e antirusso, com’è suo diritto e non è inaspettato, ed era un tipico polacco in quanto ardentemente filo-americano. Tuttavia, mi ha detto volontariamente che trovava che gli americani fossero le persone più efficacemente propagandate al mondo – diceva che, invariabilmente, si limitavano ad imitare qualsiasi cosa sentissero nei notiziari televisivi.
Una cosa è respingere le critiche dei propri nemici, ma quelle dei propri amici meritano una riflessione.
Personalmente ho riscontrato anche la stessa ferrea conservazione del dogma: gli americani mi dicono che solo nelle ultime settimane hanno sentito qualcuno anche solo suggerire l’idea che la guerra non stia andando bene per gli ucraini. Sono d’accordo, perché non ho ancora sentito un’osservazione del genere (al di fuori delle interviste agli analisti politici per il mio lavoro a PressTV), e ho ricevuto molti sguardi strani quando ho sollevato l’idea – nella mia vita personale – di discuterne.
Dopotutto, per gli americani è una notizia felice di cui parlare: “Ehi, avete sentito? Gli ucraini stanno vincendo la guerra! Ancora!”. Tuttavia, il mio ruolo negli Stati Uniti è quello di essere un lenzuolo bagnato, ogni volta che le discussioni diventano politiche mi lamento.
Quando si parla di Ucraina, parto dal fatto che ho vissuto in Francia negli ultimi dieci anni e che – poiché la Francia è di solito al centro della diplomazia europea – ho fatto un reportage sui disordini in Ucraina dal 2014. Al solo accenno all’idea che l’Ucraina esistesse prima del febbraio 2022, i loro occhi si velano.
Allo stesso modo, di recente qualcuno si è congratulato con me per la rivoluzione iraniana. Che cosa piacevole da sentire, grazie! Purtroppo, questa persona si riferiva agli attuali disordini della legge anti-hijab e non al 1979. Come l’Ucraina sta vincendo la guerra, così questa persona era convinta che queste proteste avessero attuato una (contro)rivoluzione. Quando si parla di Iran, l’occhio velato americano “non si può permettere che questa informazione penetri anche solo momentaneamente nella mia mente” inizia prima – arriva alla prima parola contraria che pronuncio.
Ho citato l’Iran per mostrare lo schema: l’Ucraina ha sempre vinto, sta vincendo ora e vincerà in futuro, perché gli Stati Uniti vincono sempre ogni guerra che iniziano.
Dopotutto, gli Stati Uniti hanno sempre vinto la guerra in Afghanistan. L’unico disaccordo interno mai ammesso riguardava la loro ritirata totale nell’agosto 2020: era stata pianificata male o no? Se si tratta della prima ipotesi, allora la vittoria totale degli Stati Uniti è stata vergognosamente (anche se solo leggermente) offuscata dalla ritirata totale degli Stati Uniti.
Gli Stati Uniti hanno sempre vinto la guerra in Iraq. Colpisci e terrorizza [“Shock and awe”, nome dell’operazione militare Usa] hanno prevalso dall’inizio alla fine, e il finale è stato uno shock totale per quanto poco di positivo la guerra guidata dagli Stati Uniti ha creato, sia per gli iracheni che per gli americani. Il fatto indiscutibile della vittoria americana, tuttavia, è stato totalmente impressionante, ovviamente.
Il disastro balcanico della Libia? Un’altra vittoria. Assad è ancora in piedi in Siria? Ancora una vittoria, anche se non chiedete spiegazioni. Le guerre fredde in Iran, Cuba, Venezuela, Corea del Nord, Nicaragua e qualsiasi altro paese rivoluzionario? La vittoria è così vicina che i media statunitensi possono vederla, insistono.
Questi sciocchi malumori politici non possono essere imputati all’americano medio: tutti questi luoghi sono così lontani e distanti dalla precaria quotidiana corsa al successo/tiro a segno che è la vita americana, e le informazioni che possono trovare sono così incredibilmente unilaterali.
La negligenza può costituire un crimine, certo, ma dobbiamo imparare che qui non c’è vera e propria cattiveria: non mi ha sconvolto fare un servizio su un sondaggio di politica estera [in inglese] di prim’ordine che ha mostrato che il 79% degli americani vuole la pace con l’Iran. Questo è addirittura il tema di politica estera che ha ottenuto il maggior numero di consensi, tranne uno: con un punto percentuale in più, gli americani vogliono un maggiore controllo legislativo sulla capacità del potere esecutivo di fare la guerra – cioè vogliono più pace…
E ora i missili non sono 2 ma uno solo! – Francesco Santoianni
Assodato che l’attacco non era dei russi, passa ufficialmente da due a uno il numero dei missili che hanno colpito la Polonia. Perché? Perché se è stato UN missile ucraino si può sempre dire che era della contraerea ucraina e caduto per errore su una fattoria polacca. Ma se sono DUE, considerato che è praticamente impossibile che cadano per errore due missili nello stesso posto, l’ovvia conclusione è che sono stati lanciati intenzionalmente, con lo scopo di creare una false-flag e coinvolgere la NATO nel conflitto. Lanciati per ordine di chi? Gli occhi di tutti sono puntati su Zelensky, ma visto che non si può ammettere pubblicamente la sua inaffidabilità meglio dire che ci si era sbagliati a contare i rottami del missile e distrarre la gente con altro.
Ad esempio, con la tempestiva sentenza di un tribunale olandese, subito sbandierata da tutti i media che attesta la responsabilità dei separatisti del Donbass e dei servizi segreti russi nell’abbattimento, nel 2014, dell’aereo della Malaysia Airlines, Sentenza giudicata scandalosa dalle autorità russe. E a ragione considerate le tante incongruenze e assurdità (vedi qui o qui) di una “indagine” talmente sbracata e piena di innumerevoli incongruenze da farci rimpiangere quella inerente l’abbattimento dell’aereo Itavia sui cieli di Ustica.
Riuscirà questa e altre armi di distrazione di massa per far dimenticare un Zelensky che, pur di non essere detronizzato, lanciando missili sulla Polonia, ha portato il mondo sull’orlo di una guerra mondiale? Certo, oggi gli USA si direbbe prendano le distanze dal loro burattino facendo trapelare l’irritazione di Biden per la tentata false flag. Ma è un fuoco di paglia. In fondo come diceva un altro presidente degli Stati Uniti <<Sarà pure un figlio di puttana, ma è il nostro figlio di puttana.>>
Finale di partita? – Francesco Masala
A Londra i bookmakers accettano le scommesse su chi ucciderà Zelensky, i più gettonati sono la Cia, i nazisti ucraini, qualche parente di un soldato ucraino morto inutilmente.
Biden ha messo in spam il telefono di Zelensky.
Gli Usa e la Russia troveranno a breve un accordo: Donbass e Crimea alla Russia, via la Nato dall’Ucraina, esattamente quello che la Russia chiedeva prima della guerra. Centinaia di migliaia di morti per niente, come sempre.
Gli Usa, degni discendenti di giocatori di poker e bari, hanno raggiunto i loro obiettivi, rovinare l’economia europea per generazioni e rafforzare la loro economia, missione compiuta.
La UE avrebbe avuto una sola chance, la pace subito, invece niente.
L’Europa accoglierà 30 milioni di profughi dall’Ucraina, non 65000 dall’Africa, l’Ucraina sarà spolpata, l’Europa dovrà spendere migliaia di miliardi, o milioni di miliardi (i conti li farà giorgia Meloni?), chissà, per ricostruire l’Ucraina, se fosse possibile. Tutti gli europei dovranno subire un impoverimento epocale, tutti, non solo chi era a favore della guerra.
Le classi dirigenti europee, scelte o autorizzata da Washington, festeggeranno fra le macerie.
Intanto per gli assassini è sempre festa.
Nessun commento:
Posta un commento