mercoledì 19 febbraio 2020

Francesco Papa latino americano - Remocontro




La proiezione diplomatica del Vaticano
Se Papa Francesco crede ancora alla infallibilità teologica papale, che è cosa recente per i tempi della Chiesa, certo non crede e spesso chiede scusa per la sua certa fallibilità umana. Papa Francesco nella origine latino americana di chi lo incarna, ad esempio. «Bergoglio si è messo idealmente in polemica con la linea evangelico-liberale incarnata dal presidente brasiliano Jair Bolsonaro mentre ha ‘benedetto’ la svolta politica argentina», analizza Andrea Muratore su InsideOver, ed argomenta.  Per chi mastica solo politica, la scelta pare ovvia tra il fascistissimo Bolsonaro e il peronista populista Fermandez argentino, ma per la chiesa latina e per il suo pontefice la cose sono molto più complicate.

La sponda con Fernandez
Il 31 gennaio scorso Fernandez è stato ricevuto in Vaticano. Lungo colloquio con l’accortezza di evitare gli argomenti tabù, vedi l’interruzione della gravidanza, per parlate dicono le cronache- di politica.  La crisi economico-finanziaria, la lotta contro la povertà, la corruzione e il narcotraffico, la promozione sociale. Non solo, il 6 febbraio, il Papa ha offerto sostegno per la rinegoziazione del debito argentino di fronte alle istituzioni finanziarie internazionali. I 120 miliardi di dollari pendenti e la rata di 57 miliardi concessi a Buenos Aires dal Fondo monetario lo scorso anno.

Il papa argentino
Come scrive Il Sole 24 Ore, in occasione dell’incontro «papa Francesco si è appellato ai leader finanziari e agli esperti economici affinché prestino maggiore attenzione alle ingiustizie che pervadono la nostra attuale economia, lavorare insieme per porre fine alla disuguaglianza globale. Non solo, pur non citando esplicitamente l’Argentina, papa Bergoglio ha menzionato l’idea di nuove forme di solidarietà e, con riferimento ai Paesi indebitati, ha chiesto che non siamo condannati alla diseguaglianza universale».

Amazzonia e Lula sfida a Bolsonaro
Poi il gigante del continente sudamericano, il Brasile.  «Bergoglio e la diplomazia vaticana sanno che la Chiesa deve sopportare, nel Paese, la dura concorrenza politico-religiosa dell’evangelismo pentecostale, dei ‘teologi della prosperità’ che provano, forzosamente, a leggere il Vangelo in chiave individualista-liberale e hanno rappresentato una sponda politica fondamentale per l’elezione del presidente Jair Bolsonaro». Il Vaticano che prende nette distanze dal leader del Paese con il maggior numero di cattolici al mondo. Lite Amazzonia, nell’ottobre scorso con Bolsonaro che si era rifiutato di partecipare alla canonizzazione di Irma Dulce, prima brasiliana fatta santa.

Per Bolsonaro nessun santo
«Papa ‘imperiale’ nella leadership, ma con forti sfumature comunitariste nella visione della società e del ruolo della Chiesa al suo interno», scrive InsideOver, «rispetto alla visione del mondo della destra liberista, filo-atlantica e occidentalista brasiliana». L’appello del Papa per la ‘Querida Amazzonia’, «è sfida aperta a Bolsonaro, la sua idea di aprire l’Amazzonia allo sfruttamento economico e, soprattutto, l’atteggiamento verso i popoli indigeni». Difesa ad oltranza dei popoli originari dell’Amazzonia, del loro senso comunitario, impregnate dalla natura circostante, prolungamento del loro corpo personale, familiare e di gruppo sociale». Schiaffo alla visione di Bolsonaro secondo cui gli indigeni sarebbero ingenuamente abbindolati da ong ambientaliste anti brasiliane e desiderosi di passare a uno stile di vita urbanizzato.

Rottura finale, Lula in Vaticano
Distacco politico tra Brasilia e l’Oltretevere culminato il 13 febbraio con la visita dell’ex presidente brasiliano Lula in Vaticano. «Incontrando Lula, Bergoglio compie un atto politico di forza notevole nel confronti della stessa opposizione brasiliana. Il Partito dei Lavoratori creato da Lula nasce, infatti, dalla Teologia della Liberazione del secondo dopoguerra, e potrebbe rappresentare l’aiuto del Vaticano a ricostruire il capitale politico nel gigante sudamericano». Bolsonaro incassa l’offesa personale mentre per l’ex inquisitore molto sospetto, Sergio Moro, che ha messo in galera Lula consentendo la presidenza Bolsonaro, premiato come ministro, la quasi scomunica almeno in credibilità.

Tra Argentina e Brasile il Papa
«Tra Argentina e Brasile, il Vaticano si muove come attore autonomo: fede, diplomazia, politica e questioni ambientali si intersecano, sovrappongono e influenzano reciprocamente». Il Papa dal lontano Vaticano, tira le fila. Papa Bergoglio li chiama sogni per la Querida Amazonia, per «risvegliare la preoccupazione per questa terra che è anche ‘nostra’». «Molti sono gli alberi/ dove abitò la tortura/ e vasti i boschi/ comprati tra mille uccisioni». In questo primo sogno, citando una poesia di Ana Valera Tafur, il Papa addita senza mezzi termini gli interessi colonizzatori di ieri e di oggi che, distruggendo l’ambiente ‘legalmente e illegalmente’, hanno scacciato e assediato i popoli indigeni, provocando «una protesta che grida al cielo».

Parole dure per verità chiare
Per le operazioni economiche, nazionali e internazionali, che distruggono l’Amazzonia e non rispettano il diritto dei popoli originari al territorio, il Papa da un nome chiaro, netto: «ingiustizia e crimine» per cui indignarsi . «Anche perché esistono alternative di sviluppo che non comportano la distruzione dell’ambiente e delle culture».


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