La proiezione diplomatica del Vaticano
Se Papa Francesco crede ancora alla infallibilità teologica papale, che è
cosa recente per i tempi della Chiesa, certo non crede e spesso chiede scusa
per la sua certa fallibilità umana. Papa Francesco nella origine latino
americana di chi lo incarna, ad esempio. «Bergoglio si è messo idealmente in
polemica con la linea evangelico-liberale incarnata dal presidente brasiliano
Jair Bolsonaro mentre ha ‘benedetto’ la svolta politica argentina», analizza
Andrea Muratore su InsideOver, ed argomenta. Per chi mastica solo
politica, la scelta pare ovvia tra il fascistissimo Bolsonaro e il peronista
populista Fermandez argentino, ma per la chiesa latina e per il suo pontefice
la cose sono molto più complicate.
La sponda con Fernandez
Il 31 gennaio scorso Fernandez è stato ricevuto in Vaticano. Lungo
colloquio con l’accortezza di evitare gli argomenti tabù, vedi l’interruzione
della gravidanza, per parlate dicono le cronache- di politica. La crisi
economico-finanziaria, la lotta contro la povertà, la corruzione e il
narcotraffico, la promozione sociale. Non solo, il 6 febbraio, il Papa ha
offerto sostegno per la rinegoziazione del debito argentino di fronte alle
istituzioni finanziarie internazionali. I 120 miliardi di dollari pendenti e la
rata di 57 miliardi concessi a Buenos Aires dal Fondo monetario lo scorso anno.
Il papa argentino
Come scrive Il Sole 24 Ore, in occasione dell’incontro «papa Francesco si è
appellato ai leader finanziari e agli esperti economici affinché prestino
maggiore attenzione alle ingiustizie che pervadono la nostra attuale economia,
lavorare insieme per porre fine alla disuguaglianza globale. Non solo, pur non
citando esplicitamente l’Argentina, papa Bergoglio ha menzionato l’idea di
nuove forme di solidarietà e, con riferimento ai Paesi indebitati, ha chiesto
che non siamo condannati alla diseguaglianza universale».
Amazzonia e Lula sfida a Bolsonaro
Poi il gigante del continente sudamericano, il Brasile. «Bergoglio e
la diplomazia vaticana sanno che la Chiesa deve sopportare, nel Paese, la dura
concorrenza politico-religiosa dell’evangelismo pentecostale, dei ‘teologi
della prosperità’ che provano, forzosamente, a leggere il Vangelo in chiave
individualista-liberale e hanno rappresentato una sponda politica fondamentale
per l’elezione del presidente Jair Bolsonaro». Il Vaticano che prende nette
distanze dal leader del Paese con il maggior numero di cattolici al mondo. Lite
Amazzonia, nell’ottobre scorso con Bolsonaro che si era rifiutato di
partecipare alla canonizzazione di Irma Dulce, prima brasiliana fatta santa.
Per Bolsonaro nessun santo
«Papa ‘imperiale’ nella leadership, ma con forti sfumature comunitariste
nella visione della società e del ruolo della Chiesa al suo interno», scrive
InsideOver, «rispetto alla visione del mondo della destra liberista,
filo-atlantica e occidentalista brasiliana». L’appello del Papa per la ‘Querida
Amazzonia’, «è sfida aperta a Bolsonaro, la sua idea di aprire l’Amazzonia allo
sfruttamento economico e, soprattutto, l’atteggiamento verso i popoli
indigeni». Difesa ad oltranza dei popoli originari dell’Amazzonia, del loro
senso comunitario, impregnate dalla natura circostante, prolungamento del loro
corpo personale, familiare e di gruppo sociale». Schiaffo alla visione di
Bolsonaro secondo cui gli indigeni sarebbero ingenuamente abbindolati da ong
ambientaliste anti brasiliane e desiderosi di passare a uno stile di vita
urbanizzato.
Rottura finale, Lula in Vaticano
Distacco politico tra Brasilia e l’Oltretevere culminato il 13 febbraio con
la visita dell’ex presidente brasiliano Lula in Vaticano. «Incontrando Lula,
Bergoglio compie un atto politico di forza notevole nel confronti della stessa
opposizione brasiliana. Il Partito dei Lavoratori creato da Lula nasce,
infatti, dalla Teologia della Liberazione del secondo dopoguerra, e potrebbe
rappresentare l’aiuto del Vaticano a ricostruire il capitale politico nel gigante
sudamericano». Bolsonaro incassa l’offesa personale mentre per l’ex inquisitore
molto sospetto, Sergio Moro, che ha messo in galera Lula consentendo la
presidenza Bolsonaro, premiato come ministro, la quasi scomunica almeno in
credibilità.
Tra Argentina e Brasile il Papa
«Tra Argentina e Brasile, il Vaticano si muove come attore autonomo: fede,
diplomazia, politica e questioni ambientali si intersecano, sovrappongono e
influenzano reciprocamente». Il Papa dal lontano Vaticano, tira le fila. Papa
Bergoglio li chiama sogni per la Querida Amazonia, per «risvegliare la
preoccupazione per questa terra che è anche ‘nostra’». «Molti sono gli alberi/
dove abitò la tortura/ e vasti i boschi/ comprati tra mille uccisioni». In
questo primo sogno, citando una poesia di Ana Valera Tafur, il Papa addita
senza mezzi termini gli interessi colonizzatori di ieri e di oggi che,
distruggendo l’ambiente ‘legalmente e illegalmente’, hanno scacciato e
assediato i popoli indigeni, provocando «una protesta che grida al cielo».
Parole dure per verità chiare
Per le operazioni economiche, nazionali e
internazionali, che distruggono l’Amazzonia e non rispettano il diritto dei
popoli originari al territorio, il Papa da un nome chiaro, netto: «ingiustizia
e crimine» per cui indignarsi . «Anche perché esistono alternative di sviluppo
che non comportano la distruzione dell’ambiente e delle culture».
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