Invito a costruire una grande manifestazione per il 14 marzo (*)
L’ex compagna lancia un appello: “In carcere da troppo tempo,
liberatelo”. A 67 anni, è il militante che ha più condanne per la sua battaglia
contro le antenne Usa a Niscemi
L’incontro tra Emmie (l’ex moglie) e Turi ci
chiarifica un po’ sulla situazione che sta vivendo il nostro amico NO TAV
imprigionato nel terribile carcere del Pagliarelli di Palermo,un carcere
difficile in cui i pestaggi e la violenza da parte delle guardie sono all’ordine
del giorno e in cui proprio ultimamente si è suicidato un giovane.
Scopriamo che Turi è stato tenuto i primi 6
mesi in una cella da solo nel reparto psichiatrico dell’infermeria e poi (a
seguito di una sua protesta e sciopero della fame) trasferito nel reparto
comune di infermeria in cui si trova tuttora.
Dopo un anno e mezzo di carcere, Turi appare a
Emmie abbastanza confuso e un po’ rassegnato.
Tanto tempo senza comunicare e vessato da un
regime carcerario ottuso rendono difficile lucidità e presa di decisioni.
L’ottusità del sistema repressivo e della
prigione con le sue regole idiote e sadiche si mostra una volta di più in tante
piccole ma logoranti vessazioni.
Considerano sporchi i suoi vestiti e glieli
buttano.
Aveva fatto crescere una piantina,
probabilmente da un seme, e gliela buttano.
Lavano la cella con il cloro (TOSSICO) perché
,secondo i criteri igienico-carcerari è sporca, per poi avere sezioni in cui
non funziona il riscaldamento.
Al momento della visita vietano l’ingresso
alla cugina che viene dall’Olanda, quando avevano dato conferma prima – via
mail – del fatto che lei potesse avere un colloquio.
Negano l’ingresso di sandali perché non sono
scarpe invernali e di un cappello di lana perché troppo lungo.
A niente serve per Emmie implorare di fargli
passare i sandali visto che Turi è a piedi nudi.
Anche a questo sono “utili” le carcerazioni di
attiviste e compagne perché portano
alla luce (vedi ora Turi e Nicoletta) la mostruosità del regime carcerario in
sé, la sua completa inutilità e il sadismo che lo permea totalmente.
Proprio in questi giorni Turi ha deciso di
riprendere lo sciopero della fame con tre punti:
– protesta contro il MUOS come apparato
bellico sempre più attivo e minaccioso, vera arma di guerra e sofferenza.
– protesta per fare cessare i lavaggi della
sua cella con il cloro
– protesta per fare diventare automatico il
meccanismo dei 45 giorni di sconto di pena ogni 6 mesi senza l’umiliazione di
dover chiedere.
La ripresa della protesta di Turi è un bel
segnale di riscossa nei confronti dell’addomesticamento e annichilimento
carcerario. Turi infatti si lascia scappare le sue paure sulla possibilità di
tornare libero e i timori di essere scarcerato e poi riarrestato per altre
condanne.
Lo sciopero della fame arriva in un momento in
cui stiamo riprendendo la campagna di solidarietà attiva con lui e con tutte le
prigioniere politiche, fra cui Nicoletta, per un’AMNISTIA SOCIALE.
Il primo appuntamento è stato il 4 febbraio
davanti al Pagliarelli per poi costruire
una grande manifestazione il 14 marzo che ci piacerebbe essere
contemporanea ad altre iniziative fra cui auspichiamo quella del movimento NO
TAV a Torino per Nicoletta e le altre persone incarcerate
Turi è detenuto nel carcere di Palermo perché
ha manifestato contro il MUOS.
Non dimentichiamolo.
Messaggio originale condiviso
copiato da Doriana.
«Per quanto riguarda Turi, dire
a tutti di continuare a scrivere è una cosa importantissima…».
Chi volesse scrivere l’indirizzo è questo,
sperando consegnino almeno la posta:
TURI VACCARO
Casa Circondariale Pagliarelli
piazza P. Cerulli, 1
90129 Palermo
(*)
ripreso da www.osservatoriorepressione.info
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