Scandalo alla vigilia di Cop26
Un’enorme fuga di notizie su documenti
riservati in mano a Bbc News ha
rivelato che ci sono Paesi che stanno facendo grandi pressioni (si parla di
oltre 32.000 appunti e modifiche) al testo per cambiare l’ultimo rapporto
scientifico prodotto dall’Intergovernmental
Panel on Climate Change (IPCC), l’organismo delle Nazioni Unite che studia il
cambiamento climatico.
Peer esempio si racconta
come Arabia Saudita, Giappone e Australia avrebbero chiesto alle Nazioni Unite
di “minimizzare la necessità di allontanarsi”
mentre alcune nazioni ricche hanno espresso perplessità sulla possibilità
di finanziare gli Stati più poveri per passare a tecnologie verdi.
La “lobby”
L’insieme di questi
paesi, che è stato definito dalla Bbc – lobby- ha sollevato interrogativi
per il vertice sul clima, la Cop26.
Si tratta della 26esima Conferenza sui cambiamenti climatici delle Nazioni
Unite che si terrà a Glasgow dal
31 ottobre al 12 novembre per assumere impegni significativi per mantenere il riscaldamento globale a 1,5 gradi.
Per quanto riguarda i combustibili fossili, molti Paesi e
organizzazioni sostengono che il mondo non ha bisogno di ridurre l’uso di
combustibili fossili così rapidamente come raccomanda l’attuale bozza del
rapporto. Un consigliere del ministero del petrolio saudita chiede che frasi
come “la necessità di azioni di
mitigazione urgenti e accelerate su tutte le scale…” siano eliminate dal
rapporto. Inutile ricordare che l’Arabia Saudita è uno dei maggiori
produttori di petrolio al mondo…
Tra i paesi invece
riluttanti all’ipotesi di finanziare i Paesi più poveri e in via di sviluppo
perché passino a tecnologie “green”, la Svizzera svetta fra tutti. Il Paese ha
già chiesto di modificare parti del rapporto. Alla conferenza sul clima di
Copenaghen del 2009, infatti, è stato concordato che le nazioni sviluppate
avrebbero fornito “100 miliardi di dollari
l’anno in finanziamenti per il clima per i paesi in via di sviluppo entro il
2020″. L’obiettivo in realtà deve ancora essere raggiunto. L’Australia si
è accodata alla Svizzera facendo presente che “gli
impegni climatici dei paesi in via di sviluppo non dipendono tutti dalla
ricezione di un sostegno finanziario esterno”.
Dunque, con queste
premesse, c’è da prendere con le molle qualsiasi impegno prenderanno gli stati
partecipanti all’imminente summit…
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