Il Mossad fa quello che vuole, rapisce persino un generale iraniano per avere
informazioni. Nessuno dice nulla e la guerra sotterranea continua. Lo stato
ebraico vuole far saltare o condizionare i negoziati sul nucleare
Se sei il Mossad puoi fare quello che vuoi, anche
rapire un generale iraniano in Siria per avere informazioni, portarlo in Africa
e poi rilasciarlo. Insomma un tour completo di andata e ritorno. Ma il bello è
che Israele può fare tutto questo senza che nessuno alzi neppure un
sopracciglio. E questo non è poi così bello perché significa che gli israeliani
possono fare qualunque cosa anche in casa nostra, anzi tanto più in casa nostra
essendo il nostro un Paese a sovranità assai limitata e che viene spernacchiato
da tutti, compreso il generale Al Sisis che fa anni ci prende in giro sul caso
Regeni.
A pensarci bene potrebbe essere un’idea: appaltare al
Mossad il rapimento dei responsabili della morte di Regeni così potremmo
processare questi delinquenti e torturatori. Battute a parte, la guerra
sotterranea Israele-Iran è sempre più palese. Anche se a dire la verità è
proprio Israele a premere sull’acceleratore per far saltare i nervi agli
iraniani, provocare una reazione della repubblica islamica e se possibile far
deragliare la ripersa sul negoziato nucleare di Teheran a Vienna.
Lo scontro a distanza tra Israele e Iran si è infatti
arricchito di un nuovo capitolo: il premier Naftali Bennett ha rivelato in
Parlamento che agenti del Mossad hanno preso parte “a una coraggiosa missione
per raccogliere informazioni su Ron Arad”, il navigatore israeliano abbattuto
nei cieli libanesi nel 1986 e da allora ufficialmente disperso.
Il leader ultra-nazionalista non ha fornito
particolari sull'operazione ma secondo il quotidiano in lingua araba Rai
al-Youm, gli 007 dello Stato ebraico il mese scorso hanno rapito un generale
iraniano in Siria per cercare di ottenere informazioni proprio su Arad,
ritenuto morto da oltre trent'anni. L'uomo di Teheran sarebbe stato portato in
un Paese africano e interrogato prima di essere liberato. Il sequestro sarebbe
legato alle recenti notizie provenienti da Cipro: lo Stato ebraico lunedì ha
denunciato che è stato sventato un complotto iraniano volto a colpire uomini
d'affari israeliani sull'isola; secondo il quotidiano arabo, il piano potrebbe essere
una ritorsione della Repubblica islamica per l'operazione del Mossad.
Da anni, gli 007 israeliani lavorano per avere
informazioni sulle sorti di Arad ma né la cattura di miliziani di Hezbollah né
una ricompensa di 10 milioni di dollari sono mai riusciti a portare risultati.
Sia lintelligence che le forze armate ritengono che il navigatore sia morto nel
1988, due anni dopo la sua cattura.
Ma lo scontro tra Israele e Iran si sta consumando
anche su un altro teatro: venerdì scorso le forze armate della Repubblica
islamica hanno tenuto esercitazioni militari su larga scala vicino alla
frontiera con l'Azerbaigian, Paese musulmano a stragrande maggioranza sciita ma
alleato di Ankara, Washington e Tel Aviv. Israele è tra i principali fornitori
di armi al regime di Baku, in particolare droni, ampiamente utilizzati nella
guerra dello scorso anno in Nagorno-Karabakh contro l'Armenia.
Secondo funzionari iraniani, Teheran con le
esercitazioni ha voluto “mandare un messaggio” a Israele, lasciando intendere
di essere pronta ad agire, se necessario, per difendere i suoi confini. Lo
stesso nome in codice delle operazioni – “i Conquistatori di Khaybar” - è un
segnale: rimanda alla memoria la battaglia di Khaybar del 628 d.C. quando i
musulmani, guidati da Maometto, presero il controllo dell'oasi a nord di
Medina, abitata prevalentemente da ebrei, e imposero loro un tributo.
Avvertimenti nei confronti di “interferenze straniere” nella regione sono stati
lanciati dall'ayatollah Ali Khamenei, che ha esortato i Paesi vicini a evitare
il ricorso a forze militari estere. “Non tolleriamo presenza e attività del
regime sionista vicino ai nostri confini”, ha ribadito il ministro degli Esteri
Hossein Amirabdollahian.
Nei giorni scorsi il presidente azero, Ilham Aliyev,
ha negato la presenza di militari israeliani vicino al confine durante le
esercitazioni iraniane; tuttavia, di fronte all'aumentare delle tensioni, si è
fatto ritrarre in posa accanto a un drone israeliano Harop. Non hanno
contribuito a rasserenare gli animi le misure adottate da Baku contro i camion
iraniani che percorrono l’unica strada che collega l’Armenia alla repubblica
islamica. Infine, l'ultimo sgarbo nei confronti di Teheran martedì,
all'indomani della rivelazione del complotto a Cipro: secondo media israeliani,
le autorità azere hanno lanciato un'operazione contro esponenti filo-iraniani
nel Paese caucasico, chiudendo uffici e una moschea legati alla Guida Suprema.
La questione più grave rimane comunque la libertà
d’azione del Mossad che in questi anni ha già fatto fuori generali e scienziati
iraniani. In poche parole Israele, trincerandosi dietro il diritto a
difendersi, continua a provocare, alzando la tensione fino a limiti che
potrebbero diventare estremi. Di tutto abbiamo bisogno tranne che di una nuova
stagione di guerre e terrorismo.
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