Antifascismo o anticapitalismo finanziario? - Gianni Gatti
Così il
fronte si sta unificando e vorrei capire chi lo ha studiato a tavolino. Mi
spiego. L’attacco fascista alla CGIL a Roma ha messo tutti d’accordo, persino
il Berlusca che telefona a Landini mi pare davvero tanta roba.
Quasi come
Draghi che telefona al Berlusca per consigliarsi “sul fisco”.
C’è una
narrazione fatta di mille dichiarazioni da quei fatti che dà tono al governo
dell’ammucchiata sulla parola d’ordine dell’antifascismo, non dell’anticapitalismo,
anzi…
La CGIL che
è immobile ad ogni batosta subita dalla gente su stangate, burocrazia tecnica
che rallenta opere, mancanza di lavoro e nuove riforme del lavoro, assenza di
progetti per ridare sostegno sociale piuttosto che a banche o Grandi Imprese,
vie semplificate per grandi opere per dare spazio a mafie e massonerie, ebbene
proprio quella fa una manifestazione nazionale sull’antifascismo!
E su questo
esattamente l’insieme dei partecipanti al governo Draghi applaudono e
concordano.
Gli si
stringono attorno per demolire il residuo di antagonismo, per sfinire la poca
opposizione che, per assurdo, è rappresentata oggi dalla Meloni, mentre nelle
piazze a combattere contro dissesto idrogeologico, mancanza di welfare, con la
privatizzazione della salute attraverso la silenziosa ristrutturazione della
sanità pubblica, contro le opere inutili e la cementificazione, per
appropriarsi dei risparmi degli italiani e delle loro proprietà immobiliari (di
cui la riforma catastale è l’inizio),ecc sono rimasti in pochi comitati e
gruppi civici locali disgregati.
Non c’è
altro da dire, si sta chiudendo il cerchio, presto criticare, avere
controproposte, manifestare dissenso, sarà reato e lo faranno con la
partecipazione di tutto “l’arco costituzionale”, in una divisione fra poveri in
conflitto. Mentre i duemila partitini di sinistra litigiosi, chiusi,
egocentrici e divisivi poiché ideologici e fuori dalla rappresentanza
parlamentare che alle prossime elezioni sarà ancora più selettiva e ridotta
gridano ai fascisti di Roma.
Il problema
degli italiani è quello “dell’antifascismo.” o NO?
Il liberismo
atlantista, del capitale finanziario, il commercio globale e le Grandi Aziende
che si spartiscono potere e i nostri soldi è lasciato libero di agire, perché
ormai tutti difendono il PIL non le persone.
Ma essere
antifascisti oggi significa capire quale vestito abbia il potere, che non è
certo quello mussoliniano, opera da dentro uffici della borsa, dentro stanze di
colletti bianchi, uscendo da tavoli di accordi sindacali tipo Ilva, manovrando
sgarrupati tatuati e violenti reclutati da ultras del calcio o da dentro
partiti che se non fosse per questa protezione che godono sarebbero già da
tempo fuorilegge.
Chi guadagna
dalle violenze di sabato - Gianluca
Cicinelli
Ci sono cose sgradevoli da dire ma che
sarebbe vigliacco non dire. Esistono princìpi che regolano i diritti di tutti e
tutte: il diritto a manifestare il dissenso è il più intoccabile fra tutti.
Dobbiamo difendere il diritto a manifestare di tutti. Tutti. Sapendo alcune
cose però.
Sono 45 anni, dalla prima manifestazione
a cui sono andato, che c’è gente che sfascia tutto in mezzo a cortei di persone
che stanno lì’ per rivendicare dissenso. C’era allora questa cretinata dei
“compagni che sbagliano” e anzichè nasconderci dietro quella locuzione senza
senso (pannelliana oltretutto) avremmo dovuto prenderli a calci noi, ma siccome
la valutazione era che lo Stato e la polizia fossero peggio di loro, abbiamo
fatto finta che la repressione che ne seguì fosse solo quella dello Stato e non
anche della nostra mancanza di forza politica per fare i conti all’interno del
Movimento, perchè quelli minacciavano e spesso menavano anche noi. Abbiamo
comunque taciuto e siamo diventati oggettivamente complici dei “compagni che
sbagliano”.
Si sta creando tra i pasdaran del no
green pass la categoria aggiornata al XXI secolo dei “camerati che sbagliano”.
E’ chiaro che quando la polizia comincia a caricare prima ti gonfiano di
mazzate e poi ti chiedono le generalità, inutile che facciano adesso le dame
offese dalla repressione: se vai a un corteo con gente che ha già provocato
violenze in ogni singola manifestazione a cui ha partecipato sei stupido a
pensare che stavolta non accadrà. Al netto del fatto che resto interdetto, ne
conosco molte di persone di sinistra che stavano là, ma proprio molte, e mi chiedo
come sia possibile dividere la stessa piazza con sigle dichiaratamente
fasciste.
La verità è che molti sono stati contenti
di quello che è successo pur essendosi mascherati dietro il concetto dei
“camerati che sbagliano”, perchè hanno rivissuto i “bei tempi” di quando la
violenza veniva spacciata per rivoluzione. Tacere su questo, far finta di non
immaginare come sarebbe andata a finire la faccenda rende oggettivamente
complice dei fascisti chi ha taciuto.
A collegare ulteriormente con un trattino
i 44 anni passati ci sono gli infiltrati delle forze dell’ordine. Stavolta non
abbiamo le foto degli agenti vestiti alla maniera dei manifestanti perchè i
tempi hanno reso non identificativo l’abbigliamento. Abbiamo però la richiesta
di manifestazione alla Questura per sabato scorso da parte di Pamela Testa, poi
arrestata nella notte di sabato: è quella che compare nelle foto con la faccia
insanguinata e la maglietta “boia chi molla”. E’ un’esponente di Forza Nuova:
lo so io, lo sanno i fascisti, lo sa la Questura. Ogni manifestazione fin
dall’estate a cui hanno partecipato esponenti di Forza Nuova si è concretizzata
in violenze gratuite (senza provocazione alcuna dall’altra parte) sempre più
estese fino all’exploit di sabato. Vogliamo davvero credere che nessuno
dell’ufficio politico della Polizia si sia inserito nelle chat Telegram dove
venivano annunciate esplicitamente le azioni di sabato? vogliamo credere che
non ci siano agenti infiltrati o informatori all’interno di Forza Nuova? Se
così fosse andrebbero licenziati in tronco. Ma così non è, c’erano e sapevano.
E’ stato lodato da più parti il
comportamento suggerito alla Polizia dal ministero dell’Interno della ministra
“piddina” Lamorgese e dal prefetto “leghista” di Roma Piantedosi. Contenere
senza acuire il conflitto. Eppure sono state devastate la sede della Cgil e il
pronto soccorso dell’ospedale Umberto Primo. E’ una strana idea di
contenimento, molto vicina al “contenimento” degli scontri di Capitol Hill a
Washington nel gennaio scorso. Alcuni esponenti delle “forze dell’ordine” (ma
in casi come questi è preferibile il refuso: “FORSE dell’ordine” oppure “FARSE
dell’ordine) hanno contenuto talmente poco che sono oggi inquisiti come
favoreggiatori di quel tentativo di golpe statunitense. Ma una lode non si nega
a nessuno; lodiamoci anche noi, tanto è gratis.
Cui Prodest? Questa situazione si verifica, anche se molti
preferiscono battersi contro il green pass, in un momento drammatico. Perchè ci
sono 5 milioni e 400 mila poveri assoluti che
accerchiano l’Italia, nel pieno di una crisi economica che – oltre a espellere
migliaia di persone dal lavoro – vede la crescita fuori controllo dei prezzi
dei generi alimentari e dei servizi essenziali. L’inverno è alle porte e
milioni di persone – milioni – non possono permettersi il riscaldamento: questa
è la situazione reale. Allora questo è il vero dissenso da difendere; questo è
il pezzo di società che quando esploderà davvero non guarderà in faccia
nessuno. C’è chi ha interesse a bloccare sul nascere scioperi e manifestazioni
contro il governo. All’interno dello Stato esistono – come ieri – forze nemmeno
tanto oscure che dopo aver goduto delle violenze (che non toccano il sistema)
intendono gestirle per azzerare quelle proteste che rischiano veramente di
mettere in crisi il teatrino politico squallido e sempre più lontano dai
problemi reali di ogni giorno.
Reprimere quindi il diritto a manifestare
limitandolo (con la scusa di quanto è successo sabato) serve a prevenire quel
tipo di conflitto che ha un senso nella storia e nella vita quotidiana delle
persone. Per questo non bisogna cadere nella trappola che siccome odiamo i
fascisti qualcuno che si definisce democratico (già si trovano dichiarazioni
del genere sui giornali) appoggi i divieti a manifestare … per evitare violenze.
Difendere il diritto a scendere in piazza per fare opposizione politica, che
comprende anche quello contro il green pass, significa in questo momento
difendere il diritto a non accettare senza conflitto politico – che non
significa necessariamente violenza – di far fare le spese della crisi scaturita
dalla pandemia da covid a chi non ha nessuna colpa per averla subita. Se non
capiamo questo prepariamoci a rivedere in piazza folle non necessariamente
fasciste ma sicuramente strumentalizzate dai fascisti.
scrive Gabriele Polo:
Qualcuno è salito al quarto piano, voleva bruciare la porta dell’ufficio di Maurizio Landini. Un poliziotto infiltrato tra loro li ha convinti a lasciar perdere. Dopo quaranta minuti sono usciti, imboccando la strada per Palazzo Chigi con l’intenzione di farne una romana Capitol Hill. Lì sono stati fermati. A fatica, con i Palazzi del potere sotto assedio. Dicono che il centro della città era troppo intasato per permettere alla polizia d’intervenire rapidamente. Loro, invece, si sono mossi senza problemi. E nemmeno correndo, per ore. Forse Salvini qualche eredità al Viminale l’ha lasciata.
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