Chi sono
i pupari delle marionette in nero? – Alberto Capece
Una cosa ho trovato strana in questi giorni di polemiche sul antifascismo
feticistico dei veri fascisti contemporanei: il fatto che nessuno o pochissimi
abbiano espresso il sospetto che l’assalto alla Cgil sia non solo stato
preparato logisticamente, come sa chiunque conosca la mappa di Roma ma sia
oggettivamente un assist al governo e non certo al popolo del no green pass. E
del resto i gruppuscoli fascisti negli ultimi vent’anni non sono certo stati
combattuti, ma anzi coltivati e quasi allevati dal potere democratico,
per il quale costituiscono un prezioso elemento di reductio ad fascismum di
qualsiasi cosa abbia intralciato gli orditi del potere o tenti di sbarrare il
cammino verso la distruzione della democrazia costituzionale. Basti pensare
alle attenzioni ricevute verso Casa Pound e alle regalie che ha ottenuto
soprattutto dal centrosinistra o il trattamento in guanti bianche di altre
formazioni di estrema destra che nemmeno potevano essere chiamate fasciste pena
le querele, come è accaduto a me e a all’ex onorevole Turigliatto, dimostrando
che esiste un’Italia sotterranea in nero che collega servizi, media e
magistratura, mentre gli antifascisti da tastiera si dilettavano dei loro
stupidi onanismi para politici. E chi ha permesso che addirittura venisse
costruito un mausoleo in onore del maresciallo Graziani il numero due della
Repubblica di Salò, senza che nessuno che conta abbia mai avuto niente da
ridire?
Sono dei bravi ragazzi: quando il potere che li tiene in una dorata
sospensione fa un fischio e chiama i suoi fascisti da allevamento a menare le
mani e a devastare qualcosa per dimostrare coram populo coglione che i veri
fascisti sono gli altri e che invece il potere che calpesta la Costituzione,
che manipola i dati e la realtà, che sta mettendo a punto un drammatico piano
di impoverimento e di devastazione produttiva, servendosi della pandemia, opera
invece per il bene delle persone. Se solo si facesse caso al cui prodest,
ovvero a chi serve la violenza inutile e attuata dai fascisti residuali, si capirebbe
facilmente chi ha loro suggerito di provocare l’indegna gazzarra contro un
sindacato che la devastazione morale e ideale se l’è già prodotta da sola in
casa e non rappresenta più nulla se non ciò che suggerisce il pappa e ciccia
del suo segretario con Draghi. Tutte le polizie del mondo occidentale hanno
agenti provocatori che servono proprio a questo scopo, ovvero per demonizzare
l’opposizione e solitamente vengono chiamati black block, nome vagamente
inquietante, ma così hollywoodiano da poter essere usato in ruoli diversi e
talvolta opposti. Ma da noi si sono tenuti buoni gli scampoli di fascismo,
accuratamente conservato sottaceto, perché svolgano un ruolo più specifico e
più politicamente individuabile: eE infatti sono stati presenti praticamente a
tutte le manifestazioni organizzate prima contro le misure di segregazione e
oggi contro l’obbligo di vaccino. Non aveva importanza che si dedicassero o
meno a qualche violenza , basta che fossero presenti anche in poche decine per
permettere a una stampa sempre così onesta e puntuale, di dare del fascista a
chi protestava.
Del resto diciamo la verità questi estremi resilienti dei totalitarismi
novecenteschi hanno finalmente l’occasione di battersi non per un’idea
tramontata, ma finalmente per il vero e trionfante fascismo delle oligarchie.
Una bella soddisfazione, dopo tanti anni di umiliazioni e di impotenza.
La Ministra: rischio violenze se avessimo
fermato i teppisti - Anna Lombroso
La ministra Lamorgese ci fa sapere che i teppisti che hanno dato l’assalto
indisturbati alla sede della Cgil non potevano essere fermati. Ma non per
ragioni di opportunità, non perché la provocazione è, d’abitudine, se non
favorita, certamente benvista allo scopo di delegittimare piazze scomode.
Macchè, a raccomandare cautela, prudenza e tolleranza è stata la
considerazione che «c’era l’evidente rischio di una reazione
violenta dei sodali con degenerazione dell’ordine pubblico».
Tradotto significa che se vi presentate a una manifestazione pacifica con
mazze di ferro e muso feroce, vi siete guadagnati la licenza di menar le mani,
pestare gli avversari, sfasciare sedi del sindacato in un crescendo
incontrastato.
Se poi avete la testa rasata, se digrignate i denti e berciate
scompostamente per mettere paura, se siete tatuati con i marchi della vostra
militanza, allora potete star tranquilli, le forze dell’ordine gireranno la
testa dall’altra parte, dedicandosi a obiettivi meno preoccupanti.
Eh si perché se esprimete la vostra indole alla leadership in forme che
rievocano il passato, potete star tranquilli alla stregua dei fascisti educati che
da sempre vi hanno mandato avanti a preparargli la strada verso il potere
indiscusso, speculatori, manager bancari malfattori, amministratori infedeli,
imprenditori criminali, militari bellicosi, accademici al servizio di razze
superiori.
Lo fa intendere la ministra a proposito della volontaria inazione della
polizia davanti a quello che ha definito il “deciso protagonismo”
del leader romano Castellino, “soprattutto nell’intervento a
piazza del Popolo quando ha espresso la volontà di indirizzare il corteo
verso la sede della Cgil”.
Per quello gli avveduti responsabili dei servizi di sicurezza hanno scelto
“di non procedere coattivamente nei suoi confronti”,
perché in quel contesto c’era l’evidente rischio della reazione violenta della
sua “soldataglia”.
Adesso abbiamo finalmente la risposta agli interrogativi di questi giorni,
c’è una spiegazione quanto mai razionale dell’inazione della polizia quando un
gruppo di qualche centinaio di persone proveniente da Piazza del Popolo ha
potuto arrivare alla sede della CGIL senza trovare ostacoli sul suo
cammino, adesso possiamo anche immaginare che proprio per non gettare benzina
sul fuoco, la sede del sindacato sia stata lasciata senza neanche un
paio di camionette di sorveglianza, mobilitate anche davanti consolato
della Repubblica di San Marino.
Adesso possiamo verificare perché la marcia su Roma è avvenuta proprio come
ce l’ha raccontata il cinema, senza colpo ferire e non perché lo sparuto
manipolo metteva una gran paura, ma perché a quelle macchiette ridicole era
stata fatta strada, aperte le porte, spalancate le braccia da parte del re
imbelle, dei poteri economico e finanziario, delle istituzioni tremanti in
cerca di rassicuranti uomini forti che allestissero un regime.
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