venerdì 15 dicembre 2023

Analfabetismo, vergogna e conflitto - Antonio Cipriani

 

Vedo scorrere le immagini tremende che arrivano da Gaza e mi vengono lacrime agli occhi, mi sale la rabbia e provo vergogna.

Come si fa a non piangere di fronte alla ferocia della guerra. Sì, certo, la guerra è feroce per sua definizione, ma è anche vero che la narrazione tossica che ci pervade impedisce alle persone di capire che a certi livelli di crudeltà non ci si può assuefare, sono inaccettabili. È inaccettabile fare il tiro a segno su bambini inermi, è inaccettabile l’azione brutale dell’esercito israeliano che rade al suolo palazzi, rastrella civili, li denuda, uccide a sangue freddo giornalisti e testimoni, ammazza senza remore fingendo che così deve essere. Nel silenzio di chi dovrebbe urlare.

Nel mondo muscolare e cinico regna l’ingiustizia come regola. L’ingiustizia sociale nel nostro Paese è la base accettata di una democrazia sempre più asimmetrica in cui la legalità affonda gli artigli nella difesa di questa ingiustizia stratificata.

 

Come si fa a non provare vergogna

Come si fa a non provare vergogna anche di fronte agli sgomberi dei progetti sociali che nelle città cercano di dare risposte a mancanze istituzionali ormai radicate.

Come si fa a non provare vergogna per la repressione che stanno subendo i nostri giovani più coscienziosi, i ragazzi di Ultima generazione, che disperatamente e sulla propria pelle cercano di riportare all’attenzione di tutti il dramma dei cambiamenti climatici e le follie di chi ci governa e che continua a distruggere bene comune a vantaggio di profitto privato, radendo a zero col bene comune il futuro dei nostri figli.

Come si fa a non provare vergogna per la deriva fascistoide securitaria che implica ottusità nella visione delle cose della vita, mediaticamente rese banali, cancellando ogni pensiero critico e rendendo la resa incondizionata come unica soluzione.

Come si fa ad accettare ogni prepotenza etica, ad assistere senza vergognarsi a questa decadenza morale, culturale e poi politica che ci sta riportando a un analfabetismo di massa.

Occorre rimboccarsi le maniche. Provare dolore e vergogna e non sentirsi sopraffatti da tutto quello che ci affossa la coscienza. È giunto il tempo.

da qui

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