Più si getta uno sguardo critico nelle intercapedini del potere, più si diviene consapevoli del dominio di una narrazione esterna sia alla logica che all’esperienza dell’essere umano. Più si penetra nella cupezza di tali labirinti, più si comprende che l’obiettivo di tale narrazione è la (de-)formazione della coscienza umana. Sono pochi a vantare un’esperienza personale degli eventi riverberati dalla Macchina della Propaganda. La rappresentazione del mondo e la coscienza dell’io sono percorsi fabbricati al di fuori di noi. Essi invadono la nostra mente dopo aver valicato filtri, pregiudizi, cliché cognitivi e distorsioni, lasciando sul cammino l’essenziale.
Solo la
consapevolezza di tale tragedia gnoseologica consente di dischiudere qualche
varco alla comprensione delle torsioni che il potere esercita su una
popolazione devastata dall’alienazione.
Gli esseri
umani si dimenano in una prateria di conoscenze approssimate e fantasie
metafisiche su riflessi di realtà, polvere di stelle vaganti nello
spazio, di cui non conosciamo che qualche bagliore. Persino chi siede
in sala comando agisce sulla scorta di scarsa intelligenza del mondo, sebbene
ciò non gli impedisca di applicarsi con spietata coerenza nel perseguimento di
potere e ricchezze.
Per chi
dirige l’orchestra è sufficiente scegliere di volta in volta l’ermeneutica
megafonica più consona alla tutela dei propri privilegi, il resto è un gioco da
ragazzi. Attraverso la presa sui meccanismi di persuasione, occulta o palese a
seconda dei casi, la coscienza di un popolo viene modellata e posta al servizio
altrui. Cosicché individui potenti, cinici e privi di umana empatia si servono
di tale corredo per acquisire onori, denaro, sesso, obbedienza.
Il potere
non risiede in chi dispone di denaro, soldati o armamenti (tutto ciò è di
risulta), ma nel controllo della narrazione. Questa modella coscienza e azione
della popolazione, rendendo cruciale la presa sui nastri cursori attraverso cui
l’oligarchia fabbrica la classe di servizio: quella politica,
mediatica e accademica. La finta dialettica tra correnti del Partito Unificato
– prodotto di una medesima selezione – è una costruzione cosmetica. La
principale attività di tali correnti è l’organizzazione dello svago televisivo
o cartaceo, mentre le decisioni sono nelle mani di un inaccessibile Pilota
Automatico, attraverso algoritmi che finanziano l’oggettività degli
accademici, deformano o fabbricano informazioni, imprigionano giornalisti
insubordinati.
Sotto la
superficie, tuttavia, anche i manipolatori restano confusi, assediati da
instabilità mentale e fantasmi distruttivi. Sebbene vivano una vita
privilegiata rispetto al popolo dominato, combattono anch’essi contro
l’ineluttabilità della loro infelice esistenza. La fonte della sofferenza,
infatti, si colloca nella struttura di una società distopica, prigioniera del
cupo binomio assolutismo della mercificazione e ontologia
dell’immutabilità. Il primo postulato mira a rendere la persona umana una
mera commodity negoziabile sul mercato, il secondo a
sopprimere la tensione verso l’etica della natura e del soddisfacimento dei
bisogni essenziali dell’uomo. Anche la classe dominante, dunque, resta schiava
di cupe patologie, immersa in un’allucinazione di realtà, nella presunzione di
conoscere gli interstizi profondi della specie umana. L’ossessione di
sopprimere la libertà di prendere coscienza – con qualche
eccezione che non fa differenza – mira a impedire che la resistenza giunga a
massa critica, a costo della sopravvivenza del pianeta, distruzione
dell’ambiente di vita o annientamento nucleare.
L’essere
umano resta comunque padrone del proprio destino, può scavare dentro di sé,
prendere coscienza e giungere alla radice dell’abisso devalorizzato nel
quale la società viene relegata. Percorrere il sentiero della consapevolezza
consente di cogliere l’insostenibilità ontologica di tale scenario, di
coltivare la speranza di una graduale riemersione, di tornare liberi dal
dominio della voce narrante, avviandosi verso la guarigione e la libertà.
Non sappiamo
se la nostra specie riuscirà a svegliarsi dal sonno della ragione, liberandosi
dalle logiche manipolatorie che ne sono la fonte. Tale obiettivo resta però
alla sua portata e chiunque può contribuirvi.
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