articoli e video di Paolo Di Mizio, Francesco Masala, Giacomo Gabellini, Elena Basile, Roberto Buffagni, Scott Ritter, Lucio Caracciolo, Gian Andrea Gaiani, Clara Statello, Piero Bevilacqua, Alessandro Orsini, Alessandro Marescotti, Andrea Puccio, Jeffrey Sachs, Giulia Bertotto, Pubble, Kit Klarenberg, Domenico Gallo, Francesco Dall’Aglio, Julian McFarlane, Toni Muzzioli, Sara Reginella, Marco Fraquelli, Alberto Fazolo, Nicolai Lilin, Giorgio Bianchi,, Alessandro Marescotti, Alberto Negri, Juan Antonio Aguilar, Miguel Ruiz Calvo
Nazisti a nostra insaputa – Paolo Di Mizio
Islamofobia e russofobia hanno genesi diverse. La prima cova dagli anni ’60-70, coi primi dirottamenti aerei, l’attacco agli atleti israeliani alle Olimpiadi di Monaco, ecc., fino ai recenti orrori di Al Qaeda e Isis. C’è poi la crisi di rigetto per i migranti irregolari, in gran parte di fede islamica. La russofobia invece si è manifestata con la guerra in Ucraina. Si è appreso che in Ucraina si commemora la data di nascita di Stepan Bandera, eroe nazionale, alleato di Hitler e autore di stragi di polacchi ed ebrei. Subito dopo la nazi-nostalgia è emersa tra scandinavi e baltici, che hanno una lunga storia di guerre contro la Russia zarista. Insomma l’Ucraina è stata il detonatore di una dinamite conservata al fresco in diverse cantine, laddove negli anni ’40-45 si sperava che Hitler conquistasse la Russia. In altre parole, i nostri amici nordici erano nazisti in nuce e non lo sapevamo. Le racconto questo fatto. il 5 novembre la squadra di calcio danese Ishoj IF si è presentata allo stadio indossando maglie con la scritta “Basta stragi a Gaza” e le è stato impedito l’ingresso. Un anno fa la squadra aveva fatto altrettanto con la scritta “Basta stragi in Ucraina” ed era stata accolta con applausi. La cosa somiglia molto al sorgere del nazismo hitleriano. La vita di un bimbo ucraino, vittima dei russi, vale dieci; quella di un bimbo palestinese, vittima degli israeliani, vale zero. Mi pare si chiami nazismo, o no?
Parlando con mio nipote, sulla guerra in Ucraina – Francesco Masala
Mio nipote mi chiede di spiegargli qualcosa di quello che accade in Ucraina, che quello che sente in tv non lo convince.
Ci penso un po’ e gli faccio un esempio che forse aiuta a capire meglio cosa succede.
Immagina, gli dico, che il presidente del consiglio italiano sia Melonensky, arrivata al potere con un colpo di stato nel 2014, e decida di prendersela contro i tedesco-parlanti della provincia autonoma di Bolzano, vietando l’uso della lingua tedesca, a scuola e dappertutto, vietando i cartelli bilingui, facendo pubblici roghi dei libri tedeschi, in nome della Tradizione e delle Radici italiane (come nel ventennio nero).
Quando i tedesco-parlanti si rifiutano e si ribellano, Melonenky comincia a bombardare la provincia di Bolzano, a partire dai paesi di campagna, dove quasi tutti parlano il tedesco.
L’Austria fa i suoi passi, prima diplomatici, poi con l’esercito. Dopo qualche scaramuccia Melonensky e gli austriaci firmano due accordi, che prevedono che i tedesco-parlanti non siano più discriminati nella vita pubblica e possano riusare il tedesco senza nessun problema. L’esercito austriaco torna in patria, ma per otto anni l’esercito italiano bombarda sempre più la provincia di Bolzano, a dispetto dei trattati firmati, sulla cui esecuzione c’era l’impegno delle potenze europee.
I tedeschi della provincia di Bolzano implorano per otto anni l’Austria affinché annetta la provincia di Bolzano, odiata dallo Stato italiano.
Dopo otto anni di bombe sulla provincia di Bolzano, e di richieste inascoltate, l’Austria, avendo saputo della preparazione di un massacro di massa da parte delle brigate nere italiane, finalmente interviene con il suo esercito, non per invadere l’Italia, ma solo per annettere la provincia di Bolzano, e inizia una guerra.
Immagina, gli dico, che questo sia successo davvero, tu da che parte staresti?
Con gli italiani in camicia scura o con i tedesco parlanti, che da secoli hanno parlato con la loro lingua in quelle valli?
Ma la guerra in Ucraina non è solo una guerra fra Ucraina e Russia, c’è molto di più, l’Ucraina è stata armata, finanziata e sostenuta dalla Nato, cioè dagli Usa, e dall’Europa, e non da oggi, l’Ucraina è l’agnello sacrificale del tentativo di distruggere la Russia.
Una cosa che non si dice è che nel XX secolo nascono tanti stati, tra cui Israele e l’Ucraina. E l’Ucraina viene scelta come il mezzo per frantumare la Russia. Dopo che è caduto il Muro di Berlino, dopo poco tempo l’Unione Sovietica si è dissolta, le repubbliche sovietiche sono diventate indipendenti. Si ricordi che dopo la dissoluzione dell’URSS da 15 a 20 milioni di russi sono presenti nelle repubbliche ex-sovietiche.
Casa succede in Ucraina? Lo stato e l’esercito ucraino (per conto della Nato) cominciano a bombardare e ammazzare i cittadini ucraini di etnia russa, per provocare l’intervento della Russia a loro difesa, intervento che poi si verifica. L’assedio della Nato, che abbaia ai confini della Russia, come dice il papa, è il motore della guerra. La provocazione ucraina verso i cittadini ucraini di etnia russa per anni è il casus belli, il grido di dolore del Donbass russofono è stato ascoltato.
Allora alla tv e sui giornali dicono bugie, chiede mio nipote?
L’Occidente collettivo (così viene chiamato il complesso dei paesi a guida Usa) ha sempre avuto in odio l’Urss dalla sua nascita, e forse se a Stalingrado avessero vinto i nazisti non gli darebbe dispiaciuto.
Hollywood ha sempre descritto i russi come ha quasi sempre descritto gli indiani, nemici da sconfiggere e da eliminare (vedi qui), solo che adesso non sono più comunisti (parola per indicare il diavolo), sono un paese che è stato imbrogliato e sfruttato dopo la caduta del Muro di Berlino.
I russi sanno che l’Occidente collettivo (la Nato) è un’entità da temere e da cui difendersi, e che non bisogna mai fidarsi di loro, delle parole che dicono, dei trattati che firmano (e quindi non bisogna fidarsi neanche di noi europei, che gli stiamo facendo guerra, non dichiarata, ma sempre guerra è). E hanno ragione, dicono l’allargamento della Nato e gli accordi di Minsk.
Le menzogne non devono celare l’abisso Ucraino – Elena Basile
Si avvicina il Natale. Quale miglior modo di celebrare la religiosità che questa festa, divenuta una orgia di consumi, ispira anche a un laico come la sottoscritta se non cercare, per dovere morale più che politico, di fare luce sul conflitto con l’Ucraina screditando le menzogne dei numerosi protagonisti della propaganda criminale che ha massacrato dai 300 ai 400 mila (fonti di Kiev) soldati ucraini?
Il conflitto a bassa intensità e sulla pelle degli ucraini è stato voluto dagli Stati Uniti che portano a casa un bottino di guerra importante indipendentemente dalla riuscita della guerra. L’obiettivo era la destabilizzazione della società russa. Oggi, lo può testimoniare chiunque si rechi a Mosca e viaggi all’interno del Paese, la Russia non sembra toccata dal conflitto né dalle sanzioni economiche. Non è affatto vero che abbia convertito l’economia civile in economia di guerra come giornalisti incompetenti scrivono. Si sono anzi opposti alla destabilizzazione rafforzando il blocco economico sociale che ha sostenuto Putin a partire dal 2000, reindirizzando i commerci verso il Medio Oriente e il Pacifico, l’America latina e il Sud globale, attirando nuovi investimenti e investendo nell’industria della difesa.
Putin non ha mai avuto l’obiettivo di conquistare i territori dell’Ucraina occidentale che sa ostili. Sarebbe suicida voler governare un territorio immenso e una guerriglia di cui la stampa occidentale ha favoleggiato. Essa non si è vista nei territori dove la maggioranza è russofona e che sono stati occupati. Il Cremlino e l’entourage di Putin, che non governa da solo come con altre riduttive semplificazioni gli occidentali fanno credere, ha una strategia differente illustrata da Jacques Baud. Smantellare l’armamento ucraino da posizioni difensive, e vi sono riusciti a diverse ondate colpendo anche i rifornimenti occidentali. Il 75% della popolazione russa sostiene la guerra, ma sarebbe propenso a un negoziato. Mosca è in una posizione di forza, attende le proposte occidentali. Se non arrivano, una volta smantellato l’armamento ucraino, continuerà ad avanzare verso Odessa.
Gli aiuti Nato non possono cambiare le sorti del conflitto. I militari lo sanno benissimo, ma mandano a morire i giovani, reclutati con la forza nelle università e nelle discoteche, e i meno giovani ormai al fine di mantenere il “piglio politico”, direbbe un mio comico collega, convincere la opinione pubblica che l’Occidente non ha perso. Che la campagna elettorale di Biden sia sacra come il Natale!
Zelensky, marionetta indecente, è stretto tra le élite senza scrupoli occidentali, di cui fanno parte i socialdemocratici come Scholz e i nostri cattolici guerrafondai, e le mafie neo naziste antirusse che, come spiega Baud, hanno soltanto il 2% in Parlamento ma dominano la corrotta società ucraina, pronta a entrare in Europa. La Russia non si è mai opposta a un avvicinamento di Kiev all’Europa. Se si ha memoria storica e onestà intellettuale, si ricorderebbe che ai tempi di Yanukovich la Russia chiese un accordo tripartito: Ue, Ucraina, Russia affinché nell’accordo di associazione Ue-Ucraina si tenesse conto dei legami oggettivi tra industria Ucraina e Russia. Barroso rifiutò ogni tipo di compromesso con Mosca e l’arrogante interpretazione dell’Ue dell’accordo di associazione portò alla cacciata, con l’utilizzo delle bande violente neo naziste, di Yanucovich e al colpo di Stato a Maidan Square, favorito dalla visione patologica del mondo della neo conservatrice Nuland.
La linea rossa per Putin è stata, dal discorso di Monaco del 2007, una sola: l’entrata dell’Ucraina nella Nato che darebbe all’Occidente la possibilità di installare missili nucleari in territorio ucraino (Inutile ricordare che la crisi di Cuba nel 1962 fu causata dall’installazione di missili Urss nell’isola e risolta con il loro ritiro, accompagnato da quello Usa degli Jupiter dalla Turchia.) Stoltenberg continua a mentire all’opinione pubblica dei Paesi Nato e con l’acquiescenza delle classi dirigenti europee e dei loro cani da guardia, perpetua un conflitto senza sbocco sulla pelle del popolo ucraino.
A Gaza, peraltro, ci stiamo macchiando di crimini peggiori. Mentre vendute penne diplomatiche inneggiano all’operazione a guida Usa nel Mar Rosso e alla “potenza di fuoco e alla determinazione di Tsahal”, vengono bombardati campi profughi e ospedali. 7.000 bambini muoiono. I sopravvissuti rischiano agonie peggiori, sotto le macerie, in ospedali fatiscenti, affamati e con il rischio di terribili infezioni. Sembrerebbe che l’Italia abbia bloccato i visti ai palestinesi. Israele e l’Occidente si stanno solo difendendo. I “Guardiani della Prosperità” salpano contro gli Houthi yemeniti e preparano il terreno al vero obiettivo: l’Iran. L’intero mondo ci guarda. La risata nietzschiana ci seppellisce.
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