Premessa
Due elementi di fondo vanno
tenuti presenti, senza la risoluzione dei quali tutte le altre misure indicate
rischiano di essere solo provvedimenti straordinari e di non produrre
cambiamenti sistemici.
Il primo riguarda la trappola del debito
pubblico. Il nostro debito pubblico ha raggiunto nel 2020 i
2.500 miliardi e su di esso ogni anno paghiamo una cifra variabile tra i 60 e i
70 miliardi di interessi (è la terza voce del bilancio nazionale, dopo la
previdenza e la sanità, ed è superiore a quanto investiamo nell’istruzione).
Di tutto il debito pubblico accumulato, la parte reale
prodotta dai deficit di spesa non supera i 266 miliardi (pari all’11% del
totale). Il resto è in gran parte dovuto al meccanismo infernale degli
interessi.
Occorre di conseguenza una campagna rivolta alla
cancellazione del debito (che comporta la
trasformazione della Bce in una vera banca centrale che assuma il debito degli
Stati membri).
Il secondo riguarda la riforma fiscale. Abbiamo
un sistema fiscale che, dal 1974, ha perso la progressività stabilita dalla
Costituzione, aumentando le tasse per le fasce deboli della popolazione e
diminuendole drasticamente per i super ricchi: se avessimo mantenuto i criteri
di allora, oggi le aliquote Irpef andrebbero dal 12% all’86%, invece che avere
l’attuale vergognosa forbice che va dal 23% al 43%. Un sistema fiscale che, dal
1974 ad oggi, ha comportato 146 miliardi in meno di gettito, per ovviare al
quale lo Stato è ricorso ai mercati finanziari, accollandosi, in virtù degli
interessi composti, quasi 300 miliardi di debito, pari al 13% di tutto il
debito accumulato.
Occorre di conseguenza una campagna per un nuovo
sistema fiscale fortemente progressivo.
Fatta questa premessa, vediamo quali provvedimenti
vanno immediatamente presi per redistribuire la ricchezza e recuperare risorse
che affrontino l’emergenza economica e sociale.
1. Paperoniale
Attualmente, la ricchezza finanziaria privata è pari
4.400 miliardi. Questa ricchezza è molto concentrata: 307.000 famiglie (pari
all’1,2%) detengono portafogli finanziari del valore superiore a 880mila euro
(pari al 20,9% della ricchezza finanziaria complessiva).
La situazione attuale
In Italia, la rendita finanziaria è tassata con
aliquota fissa del 26%, ovvero meno di un reddito da lavoro di 16.000
euro/anno.
La proposta
Proponiamo una tassa straordinaria del 3% su tutti i
portafogli finanziari con valore superiore a 880.000 euro. L’introito
previsto è di 10 miliardi.
La tassa rimarrebbe in vigore per tre anni, durante i
quali dovrebbe divenire operativa una riforma fiscale progressiva che elimini
l’aliquota fissa del 26% e inserisca la rendita finanziaria nell’imponibile
Irpef.
2. Patrimoniale
Secondo i dati dello studio 2019 del Boston Consulting
Group sulla ricchezza privata, in Italia le persone “affluenti” (con un reddito
tra i 200mila e il milione di euro) sono 1,5 milioni. Oltre a queste, 400.000
persone detengono oltre il milione di euro e 36 di loro sono “Paperoni” che
possiedono oltre il miliardo di euro.
La situazione attuale
In Italia vige una tassazione, molto favorevole ai
ceti più alti, che prevede cinque scaglioni di aliquote comprese fra il 23% e
il 43%.
La proposta
Proponiamo una tassa straordinaria del 0,5% sulla
ricchezza patrimoniale compresa fra i 500mila e 1 milione di euro; del 2% su
quella compresa fra 1 milione e 100 milioni di euro; del 3% sulla ricchezza
patrimoniale compresa fra 100 milioni e 1 miliardo; del 5% su quella superiore
al miliardo di euro.
L’introito previsto è di 25 miliardi (3
mld dalla prima fascia, 6 mld dalla seconda, 14 mld dalla terza e 2 mld dalla
quarta).
La tassa rimarrebbe in vigore per tre anni, durante i
quali dovrebbe divenire operativa una riforma fiscale progressiva complessiva.
3. Web Tax
Nel periodo 2015-2019 i giganti del web e del software
hanno più che raddoppiato il proprio fatturato, ad un ritmo dieci volte
superiore a quello delle aziende manifatturiere.
Il fatturato mondiale del 2019 dei primi 25 colossi ha
raggiunto 1.014 miliardi, con una concentrazione che vede i primi tre, Amazon,
Google e Microsoft, fare la metà dei ricavi e con Amazon da sola che raggiunge
un quarto del fatturato mondiale (249,7 miliardi).
Poiché circa la metà dell’utile è tassato da
paesi a fiscalità agevolata, i colossi del web hanno risparmiato 46 miliardi
nel quinquennio 2015-2019, avvalendosi di fatto di un’aliquota fiscale pari al
16,4% (per dare l’idea, l’aliquota che paga un lavoratore con stipendio annuo pari
a 15.000 euro è il 23%). A tutto questo vanno aggiunti i sovraprofitti (+ 30%)
realizzati durante quest’anno, nel quale le misure di contrasto alla pandemia
hanno di fatto permesso loro una sorta di monopolio.
La situazione attuale
In attesa di una normativa europea, l’Italia ha
approvato una web tax con la Legge di Bilancio 2019, poi modificata con la
Legge di Bilancio 2020. La legge prevede un’aliquota del 3% per società che
hanno un ammontare complessivo di ricavi annui non inferiore ai 750 milioni di
euro e un ammontare di ricavi da servizi digitali non inferiori ai 5,5 milioni
di euro. L’introito previsto è di 700 milioni.
La proposta
Proponiamo una web tax con un’aliquota del 30% per
società che hanno un ammontare complessivo di ricavi annui non inferiore ai 500
milioni di euro e un ammontare di ricavi da servizi digitali non inferiori ai
2,5 milioni di euro. L’introito previsto è di 8 miliardi.
4. Tassa sulle transazioni finanziarie
La tassa sulle transazioni finanziarie è una
battaglia portata avanti da oltre 20 anni dai movimenti. La
TTF è una piccola tassa che verrebbe applicata a tutte le transazioni sui
mercati finanziari (scambi di azioni, obbligazioni, scambi valutari e contratti
derivati) sia sui mercati regolamentati che over the counter (OTC). I tassi
proposti variano dallo 0,01% allo 0,5%.
La situazione attuale
In attesa di una normativa europea, in Italia la tassa
è stata approvata nel 2012, ma in una versione molto distante da quella
proposta dai movimenti e in discussione a livello europeo. E’ una tassa che si
applica solo ad alcune fattispecie di transazioni finanziarie, lasciando
intatte quelle speculative. L’introito previsto è di 500 milioni.
La proposta
Proponiamo una TTF completa. L’introito
previsto è di 4 miliardi.
Conclusione
L’insieme di questi quattro provvedimenti
produrrebbe un gettito di 47 miliardi/anno per i prossimi tre
anni, consentendo di avere le risorse necessarie per affrontare la crisi
economica e sociale e per intraprendere la strada della trasformazione
ecologica, sociale e culturale del modello di società.
Il processo andrà accompagnato da una radicale riforma
fiscale complessiva, in sintonia con i principi stabiliti dalla Costituzione, e
basata su tre pilastri:
a) no tax area (per i
redditi fino a 10.000 euro);
b) una tassa progressiva
individualizzata (come da modello tedesco);
c) un tetto massimo di aliquota
pari al 65%.
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