Il nostro Rapporto 2021 – la cosiddetta “Controfinanziaria” – contiene la
Legge di Bilancio che vorremmo: 111 proposte per un valore complessivo di quasi
36 miliardi per uscire dall’emergenza Covid-19 e imprimere un cambio di passo
per la giusta ripartenza del Paese. Il Rapporto esamina in dettaglio il Disegno
di Legge di Bilancio 2021 del Governo – che manca di strategia e di coraggio, e
che giudichiamo insufficiente – e delinea una manovra economica alternativa a
saldo zero, articolata in sette aree chiave di analisi e intervento.
Dal fisco alla finanza e agli enti locali, dalle politiche industriali al
lavoro e al reddito, dall’istruzione e la cultura all’ambiente, dal welfare
all’altraeconomia, passando per la pace e la cooperazione internazionale: proposte
concrete, puntuali e praticabili da subito grazie a cui superare la drammatica
crisi legata alla pandemia e voltare pagina: con un’Italia in salute, giusta,
sostenibile.
Un fisco equo e progressivo per finanziare la ripresa. Se non ora, quando?
Servono una svolta in politica fiscale e una netta discontinuità rispetto
alle scelte del passato, che vengono sostanzialmente confermate nel DDL
Bilancio 2021. Sbilanciamoci! chiede una riforma complessiva e organica del
sistema fiscale fortemente redistributiva, incentrata sul principio di capacità
contributiva e sulla progressività dell’imposizione.
Il primo punto in tal senso è la riduzione delle tasse per i due scaglioni
più bassi di reddito, dove sono concentrati i lavoratori con i più bassi salari
e quelli del ceto medio: proponiamo una rimodulazione dell’Irpef che riduca di
1 punto le aliquote sui redditi fino a 28.000 euro e introduca due nuovi
scaglioni con un’aliquota del 55% per i redditi tra 100.000 e 300.000 euro e
un’aliquota del 60% per quelli superiori a 300.000 euro (maggiori entrate pari
a 2,1 miliardi).
L’assoggettamento all’Irpef delle rendite finanziarie, una patrimoniale
straordinaria, la riduzione della franchigia per la tassa di successione con
aliquote crescenti rispetto alla ricchezza ereditata potrebbero portare a
quasi 10 miliardi di entrate.
Prevediamo anche una vera tassa sulle transazioni finanziarie su tutte le
azioni e derivati e, nel caso azionario, su tutte le singole operazioni, con
introiti di 3,7 miliardi.
Quasi 900 milioni potrebbero essere recuperati con una maggiore imposizione
sugli investimenti pubblicitari, una tassazione dei profitti del settore dei
beni di lusso e l’introduzione di misure penalizzanti per il rilascio del porto
d’armi. Per un serio contrasto a evasione ed elusione fiscale chiediamo infine
un Piano straordinario di accertamento e riscossione, oltre al rafforzamento dell’attuale
Web Tax (entrate di 6 miliardi).
Una quota rilevante delle risorse ricavate da tale programma fiscale, 6,5
miliardi, dovrebbe essere investita sugli Enti locali travolti dalla pandemia e
da anni di tagli e definanziamenti da parte del governo centrale: i 6,5
miliardi servono a incrementare gli investimenti e garantire il livello
essenziale dei servizi pubblici dei Comuni.
A tutto ciò Sbilanciamoci! propone di aggiungere l’adozione di altre
misure, a costo zero: dalla rimodulazione degli accantonamenti del
Fondo crediti di dubbia esigibilità, allo svincolo dell’avanzo di
amministrazione per finanziare la spesa corrente, fino all’abrogazione dei
vincoli per le assunzioni degli enti locali.
Infine, ribadiamo con forza la necessità di intraprendere decise azioni di
contrasto alla criminalità organizzata e alle infiltrazioni malavitose nel
tessuto economico-produttivo dei territori.
Ridare centralità all’intervento pubblico e assicurare lavoro e reddito per
tutti
La pandemia ha evidenziato la necessità di tornare a valorizzare
l’intervento pubblico, in modo da assicurare una ripresa fondata sulla tutela
della salute e del reddito, la creazione di buona occupazione, la capacità di
orientare la produzione sui settori più innovativi e avanzati, indirizzando il
Paese su un sentiero di crescita socialmente ed ecologicamente sostenibile.
Le risorse previste nel DDL di Bilancio, circa 5,3 miliardi nel 2021, per
sostenere gli investimenti delle imprese dovrebbero essere inserite in un
quadro di politica industriale che renda espliciti gli obiettivi da
raggiungere, riducendo al minimo gli incentivi a pioggia.
Proponiamo pertanto di aumentare di un 1 miliardo i ristori per le imprese
più colpite dall’emergenza Covid, associando a ciò un Piano di investimenti
pubblici da 4 miliardi per la riconversione del sistema produttivo che consenta
di avviare progetti – con specifica attenzione al Sud – per migliorare
l’innovazione di processo e di prodotto, gli standard di efficienza energetica
nelle attività industriali, l’uso delle rinnovabili e l’ammodernamento delle
reti infrastrutturali, nonché per lo sviluppo di economia digitale e
intelligenza artificiale.
Chiediamo inoltre di finanziare con 800 milioni le attività di formazione
dei lavoratori nei campi legati alle nuove tecnologie e produzioni e ai nuovi
standard di efficienza energetica, così come di stanziare 1 miliardo per un
Piano di appalti pubblici per le piccole e medie imprese: in molti settori si
può indirizzare una domanda pubblica di grandi dimensioni per infrastrutture,
hardware, software e servizi digitali, tecnologie e servizi ambientali, farmaci
e servizi sanitari, creando nuovi spazi di mercato per le PMI.
La pandemia ha avuto e continuerà ad avere nel prossimo futuro un impatto
devastante sul reddito degli italiani. È necessario adottare con
urgenza una serie di misure migliorative riguardanti il Reddito di Cittadinanza,
che nel complesso comportano uno stanziamento di circa 4,5 miliardi, tali da
renderlo uno strumento davvero efficace e inclusivo di contrasto alla povertà
di fronte agli effetti della crisi Covid.
Infine, Sbilanciamoci! chiede da un lato di aumentare la dotazione del
Fondo occupazione al fine di coprire il fabbisogno di ammortizzatori sociali e
favorire il recupero occupazionale, dall’altro di implementare un Piano
straordinario per la sicurezza sul lavoro: quasi 600 milioni sono destinati a
finanziare tali proposte.
Si esce dalla crisi solo investendo nella cultura e nei saperi
Oltre 10 miliardi per cultura, istruzione e ricerca pubbliche: a tanto
ammonta il piano di investimenti che proponiamo. In particolare, oltre 2,3
miliardi sono destinati alla scuola per la promozione del diritto allo studio
(libri, trasporti, lotta al digital divide, etc.), di interventi
strutturali di edilizia scolastica (ristrutturazione, efficientamento, messa in
sicurezza e abbattimento delle barriere architettoniche degli edifici,
costruzione di palestre, aule, laboratori), dell’autonomia scolastica e di una
radicale riformulazione dei Percorsi per le competenze trasversali e
l’orientamento (ex alternanza scuola-lavoro).
Chiediamo poi di assegnare 3,5 miliardi all’università per sostenere gli
affitti degli studenti fuorisede e varare stanziamenti sulle residenze
universitarie, per assicurare il superamento dell’accesso programmato ai corsi
di laurea degli atenei e per integrare in modo sostanziale il Fondo di
finanziamento ordinario e il Fondo per le esigenze emergenziali. In questo
modo, è possibile compiere un primo passo decisivo verso l’auspicata gratuità
delle università, con la garanzia di un vero diritto allo studio e la
cancellazione delle tasse universitarie.
Sbilanciamoci! propone inoltre di allocare oltre 1,7 miliardi al
finanziamento del dottorato e dell’intero comparto della ricerca e
reclutamento, con la stabilizzazione dei precari, il superamento dell’assegno
di ricerca e l’introduzione di contratti senza tenure track della durata
massima compresa fra 1 e 2 anni, l’eliminazione del binomio Rtd-A/Rtd-B e la
loro sostituzione con contratti unici di 5 o 6 anni.
Chiediamo infine 1 miliardo per la Cultura – uno dei settori più colpiti
dalla pandemia – con cui assicurare i Livelli essenziali delle prestazioni
culturali, finanziare uno specifico Fondo per spazi e nuovi centri culturali,
migliorare la promozione dello spettacolo dal vivo, del libro e della lettura,
dell’arte e dell’architettura contemporanee (soprattutto nelle periferie e in
una chiave di rigenerazione urbana).
Con una parte delle risorse ottenute dalla nostra richiesta di abolire il
Bonus Cultura per i diciottenni si potrebbero poi coprire i costi per garantire
a tutti l’accesso gratuito a musei, monumenti e aree archeologiche. A questo
dovrebbe aggiungersi un piano di assunzioni al Mibact e di interventi
straordinari di manutenzione e adeguamento degli spazi culturali, così come lo
stop alla pratica delle esternalizzazioni dei servizi dei beni culturali.
L’emergenza Covid-19 non faccia dimenticare l’emergenza ambientale
Sbilanciamoci! intende affermare una visione e un piano d’azione che
puntino in maniera decisa sulla transizione ecologica e la decarbonizzazione
dell’economia, la lotta ai cambiamenti climatici e il contrasto del rischio
idrogeologico, la tutela della biodiversità e del nostro patrimonio naturale.
In particolare, proponiamo di avviare un programma capillare di piccole e
medie opere pubbliche volto a migliorare la qualità della vita promuovendo
occupazione e cura del territorio: a tal fine, chiediamo di destinare oltre 1,6
miliardi per l’ammodernamento e potenziamento delle infrastrutture, soprattutto
al Sud, investendo sulle ferrovie al servizio dei pendolari, la rete stradale
Anas e provinciale, l’infrastrutturazione elettrica, i trasporti su ferro nelle
aree urbane, la mobilità dolce e la logistica per l’interscambio modale.
Inoltre, tali risorse dovrebbero andare a interventi di rigenerazione
e riqualificazione urbana e di mitigazione dei cambiamenti climatici.
A questo deve associarsi il rafforzamento del sistema di ricerca e innovazione
nel campo della transizione ecologica (800 milioni di stanziamenti previsti),
finanziando programmi di ricerca pubblici sullo sviluppo delle rinnovabili,
l’individuazione di soluzioni tecnologiche all’economia circolare, l’efficienza
energetica, lo studio del rischio idrogeologico, la mobilità integrata
sostenibile. Contestualmente, è urgente promuovere misure di fiscalità
ambientale: a tal proposito, chiediamo la progressiva cancellazione dei Sussidi
Ambientalmente Dannosi, che ammontano a quasi 20 miliardi l’anno (con
un’entrata per le casse pubbliche di 4 miliardi nel 2021) e la loro
trasformazione, entro il 2025, in Sussidi Ambientalmente Favorevoli.
Occorre inoltre sostenere i Comuni per la messa in sicurezza dei territori
rispetto al dissesto idrogeologico e promuovere una seria lotta
all’abusivismo edilizio, mentre per quanto riguarda la tutela della
biodiversità servono finanziamenti aggiuntivi per i Parchi nazionali delle aree
terremotate e per la redazione di un Piano nazionale di Restoration della
natura volto al ripristino e rinaturalizzazione degli ecosistemi: su questi
capitoli Sbilanciamoci! chiede di investire risorse per oltre 400 milioni. In
campo energetico, proponiamo uno stanziamento di 300 milioni a favore degli
impianti fotovoltaici e la riqualificazione energetica del patrimonio
residenziale pubblico, dell’introduzione della rendicontazione dei cambiamenti
climatici nelle politiche di investimento, della cancellazione di royalties e
canoni per le trivellazioni offshore.
Il welfare e la solidarietà come assi strategici per la ripartenza
Il Covid-19 ha colpito un Paese che negli ultimi 20 anni ha tagliato le
risorse per i Fondi sociali nazionali e ne ha prodotto la frammentazione, non
ha ancora definito i Livelli essenziali di assistenza delle prestazioni sociali
previsti dalla legge, ha disinvestito sul sistema dei servizi e delle
infrastrutture territoriali, puntando sulla moltiplicazione delle erogazioni
monetarie individuali. Oggi più che mai è urgente cambiare strada.
Per migliorare il sistema dei servizi sociali chiediamo un piano di 20mila
assunzioni tra assistenti sociali e domiciliari, educatori e psicologi in 5
anni (104 milioni il costo sul 2021); un intervento deciso per
rafforzare l’assistenza semi-residenziale leggera e domiciliare rivolta agli
anziani (540 milioni per coprire un bacino di utenza di 15mila anziani); un
Piano nazionale per i senza fissa dimora che porti in 5 anni ad almeno 20mila
nuovi posti di accoglienza notturna e 50mila di accoglienza diurna (100 milioni
sul 2021); la cancellazione dell’assegno di natalità, destinando i circa 340
milioni previsti nel DDL Bilancio 2021 al Fondo di solidarietà comunale per il
miglioramento dei servizi in campo sociale e il potenziamento degli asili nido.
In materia di politiche per la disabilità chiediamo di stanziare oltre 800
milioni per incrementare le dotazioni del Fondo nazionale per la non
autosufficienza, del Fondo nazionale per le politiche sociali, del Fondo
nazionale per il “dopo di noi” e del Fondo per interventi legislativi in favore
dei caregivers familiari, nonché per la creazione di un Fondo per la vita
indipendente. In tema di sanità, proponiamo di integrare con oltre 450 milioni
le risorse per il potenziamento del personale sanitario e dell’assistenza
territoriale e ospedaliera. Chiediamo poi che oltre 470 milioni vadano
all’implementazione di un Piano di riduzione delle liste di attesa
(ulteriormente allungatesi causa pandemia) e che 150 milioni siano
destinati per garantire l’aggiornamento dei Livelli Essenziali di Assistenza.
Infine, con l’incremento della tassazione sui prodotti da tabacco riscaldato –
che godono di un significativo sconto fiscale rispetto alle normali sigarette –
si potrebbe interamente coprire il costo del potenziamento della rete di
assistenza domiciliare.
Sul fronte delle migrazioni e dell’asilo, per far fronte alla carenza di
personale medico-sanitario legata al Covid-19, chiediamo che sia fatta
rispettare la normativa in deroga del decreto Cura Italia per l’assunzione di
personale straniero, insieme alla chiusura delle “navi quarantena” e alla
garanzia dell’accesso dei cittadini stranieri a tutti i servizi sanitari
ordinari e straordinari anti-Covid.
Chiediamo inoltre la chiusura dei Centri di Accoglienza Straordinaria (Cas)
entro la fine del 2021 e il contestuale impegno di risorse per un sistema di
accoglienza unico, pubblico, diffuso sul territorio e gestito dai Comuni. E
proponiamo infine di dotarci di una nuova legge sulla cittadinanza e di un
nuovo Piano nazionale contro il razzismo.
A causa della pandemia molte famiglie non sono più in grado di sostenere le
spese per la casa: con urgenza chiediamo un piano di incentivi per la riduzione
dei canoni di locazione (1 miliardo), la proroga dell’esecuzione degli sfratti
fino a giugno 2021 (200 milioni), l’incremento del Fondo per la morosità
incolpevole e del Fondo sociale per gli affitti (600 milioni). Il costo di tali
misure può essere coperto introducendo una tassazione sugli immobili sfitti
(400 milioni), misure di contrasto al canone nero (300 milioni), l’eliminazione
della cedolare secca sul libero mercato (1,1 miliardi).
Sul fronte delle pensioni, proponiamo interventi senza oneri aggiuntivi per
le casse statali volti da un lato al rafforzamento delle prestazioni
previdenziali dei lavoratori più deboli e all’offerta di una tutela ai giovani
tramite la fissazione di una garanzia minima pensionistica, e dall’altro lato
alla razionalizzazione dell’età di pensionamento.
Capitolo carceri: proponiamo di incrementare le misure alternative alla
detenzione e realizzare interventi di edilizia sociale che facilitino il
ricorso a tali misure da parte dei più svantaggiati, insieme a un aumento
dell’organico degli operatori civili nei penitenziari.
Il costo complessivo di queste proposte, 700 milioni, potrebbe essere
interamente finanziato dalla legalizzazione della cannabis e la
depenalizzazione delle condotte meno gravi relative alle altre droghe, con
effetti positivi anche sul sovraffollamento delle carceri.
Una moratoria sulle spese militari nel 2021
La spesa militare italiana non arresta la sua crescita neanche di fronte
alla crisi sanitaria, economica e sociale causata dalla pandemia di Covid-19.
L’aumento che si evince dal DDL Bilancio 2021 è rilevante, a partire dal
bilancio del ministero della Difesa che registra una crescita di circa 1,6
miliardi, passando da 22,94 nel 2020 a 24,54 miliardi nel 2021.
A questo si sommano gli stanziamenti di risorse in capo ad altri ministeri
(principalmente il Mise e il Mef), che fanno lievitare a circa 28 miliardi
(cifra stimata) la spesa militare complessiva del nostro Paese per il 2021. In
particolare, sono almeno 6 i miliardi previsti per l’acquisto di nuovi
armamenti: in un periodo in cui di tutto ci sarebbe bisogno tranne che di armi,
questo è inaccettabile.
Sbilanciamoci! propone di diminuire in modo netto le spese militari, con un
risparmio di 5 miliardi sulla base di 4 misure: la riduzione del livello degli
effettivi delle nostre Forze Armate a 150mila unità (1 miliardo); il taglio
degli stanziamenti diretti e dei finanziamenti pluriennali per l’acquisizione
di nuovi sistemi d’arma (2,8 miliardi); lo stop all’acquisto dell’ultima tranche
di cacciabombardieri F-35 (500 milioni); il ritiro delle nostre truppe dalle
missioni militari all’estero con chiara proiezione armata in conflitti (700
milioni).
Una parte delle risorse così risparmiate potrebbe finanziare vere politiche di
pace e cooperazione internazionale, con un potenziamento degli Aiuti Pubblici
allo Sviluppo (350 milioni) e delle attività di peacebuilding (20 milioni); con
l’implementazione di una più larga sperimentazione dei Corpi Civili di Pace
(100 milioni); con la riconversione a fini civili dell’industria a produzione
militare (50 milioni) e di 20 servitù militari (40 milioni); con il reintegro dei
fondi destinati alle Nazioni Unite (30 milioni) e uno stanziamento a favore
della protezione dei Difensori/e dei diritti umani (8 milioni). Per quanto
riguarda infine il Servizio Civile, chiediamo stanziamenti aggiuntivi pari a
100 milioni, in modo tale da approssimare l’entità del contingente effettivo di
giovani in servizio a un totale di 65mila posti in Italia e 2mila all’estero.
Promuovere l’economia che fa bene ai territori e alle persone che li
abitano
La crisi che stiamo vivendo trova un argine essenziale nelle iniziative
dell’economia sociale e solidale: le reti dell’associazionismo e del mutualismo
si sono da subito attivate per assicurare ai più bisognosi spesa e farmaci,
aiuti alimentari, assistenza sanitaria e sociale.
Sbilanciamoci! propone di sostenere i prodotti e servizi delle esperienze
locali di Economia trasformativa, a partire dall’istituzione di un’Unità di
valutazione dell’impatto economico, sociale e ambientale del commercio
internazionale sul nostro Paese che indirizzi progetti pilota di
re-internalizzazione di filiere strategiche: ciò può essere finanziato con
l’introduzione di un Dazio sperimentale su beni provenienti da Paesi e/o
prodotti da imprese non rispettose dei diritti umani.
Chiediamo inoltre che 20 milioni vadano alla moltiplicazione dei “Condomini
solidali”, iniziativa che ha permesso di connettere, grazie al supporto dei
Gruppi di acquisto solidale, i piccoli e medi produttori locali colpiti dal
lockdown alle famiglie in difficoltà, assicurando prezzi equi e azzerando gli
sprechi. Auspichiamo poi uno stanziamento di 50 milioni a favore dell’agricoltura
sostenuta dalle comunità, un modello di organizzazione territoriale alla pari
tra aziende agricole e consumatori attraverso cui si decide insieme cosa
produrre, sostenendo gli investimenti in una prospettiva agroecologica e di
sovranità alimentare.
A questo si deve aggiungere l’introduzione dei Consigli metropolitani sul
cibo (1 milione) che consentano di collegare gli attori che si occupano di
terra e cibo nelle aree urbane (contadini, Gas, mercati locali, orti, enti
locali). 25 milioni dovrebbero andare poi alla creazione in tutte le Regioni di
Ecosol-Hub: strutture di servizio per il sostegno alle reti locali di Economia
solidale nel mantenimento e creazione di occupazione durante la ripresa
post-Covid. Chiediamo infine di finanziare il Fondo per il commercio equo e
solidale (1 milione) e di adottare un Piano strategico nazionale per la piccola
distribuzione organizzata (10 milioni), che valorizzi le filiere corte
nell’approvvigionamento collettivo grazie all’implementazione di almeno 100 progetti
pilota.
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