Solo una persona che ha il senso dello stato e il rispetto delle istituzioni può illudersi che la Banca d’Italia sia di proprietà dello Stato o del Tesoro, che è lo stesso.
Banca Privata Italiana era il nome della banca di Michele Sindona*, anche la Banca d’Italia adesso è una banca privata italiana, non è mafiosa, speriamo, deciderà san Mercato.
Se si va a cercare chi sono i partecipanti al capitale della Banca d’Italia, si legge che i primi cinque per valore delle quote (al 25 aprile 2022) sono:
UniCredit S.p.A
Cassa Nazionale di Previdenza ed Assistenza per gli Ingegneri ed Architetti Liberi Professionisti – INARCASSA
Ente Nazionale di Previdenza ed Assistenza dei Medici e degli Odontoiatri – Fondazione ENPAM
Cassa Nazionale di Previdenza e Assistenza Forense
Intesa Sanpaolo S.p.A
Leggete tutto l’elenco, cercando di non vomitare, è comunque utile. (anche se ancora non si sa per che cosa).
I poveri illusi che credevano che lo Stato italiano esistesse, adesso sanno che sempre più è in mano, anche formalmente, a dei privati, che fa i suoi porci comodi.
Sapevamo che la politica estera italiana la fanno due imprese private, Eni e Leonardo, sapevamo che dai tribunali sparivano fascicoli compromettenti, sapevamo che l’Italia fa le guerre chiamandole missioni di pace, manda armi per fare la pace, insomma, fa abbastanza schifo, adesso sappiamo (dalle quote sociali della Banca d’Italia) che il controllo delle banche dipende dalle banche che devono essere controllate, ma già lo avevamo capito, visto che non le banche non falliscono mai, e i loro debiti vengono pagati da ciascuno di noi, adesso sappiamo che il controllo delle banche dipende anche da qualche fondazione, dal nostro dentista, dall’architetto, ecc. ecc.
Ogni volta ci sembra di aver toccato il fondo, ma il peggio è un concetto dinamico, non ha mai una fine, a differenza del meglio, che ha dei limiti fisiologici.
Vendere, distruggere, smontare lo Stato, non per amore dell’anarchia, ma per motivi molto meno nobili, rientrerebbe nella fattispecie di alto tradimento, e, visto che siamo pacifisti, la pena potrebbe essere la requisizione di tutti i beni, fino al terzo grado di parentela, in cambio dell’assegno del reddito di cittadinanza, sembra equo, un buon deterrente.
* vedi qui
Nessun commento:
Posta un commento